Convertirsi alla guerra |
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Mario Isnenghi
DAL TESTO – "Le risorse principali cui attingere per schierare le truppe appartengono, data la situazione, al campo della disciplina e dell'ubbidienza; proviamo tuttavia momentaneamente ad accantonare gli ambiti e i percorsi di accesso alla guerra, governativi e d'ordine, da cui a priori le autorità possono maggiormente attendersele. Spenti i lumi, è sì vero che i colori svaniscono e lo stato di necessità si impone, senza fronzoli, in sintonia con le attese e lo stile di comando di chi governa, a Roma non meno che a Udine. Si sono - lo abbiamo rilevato sopra - tenuti sempre sin troppo accesi i riflettori sui fattori di spinta volontaristica dell'entrata in guerra, che la condizione militare finirà presto per smorzare. E però, se [...] ci muoviamo all'interno delle accelerazioni trasformative dei dieci mesi a cavallo fra l'estate del '14 e la primavera del '15, i colori contano, scaldano e sommuovono le menti e i cuori. Le negoziazioni e ridislocazioni che impegnano i due ministri degli Esteri e.le principali ambasciate in una lenta e recalcitrante uscita dalla Triplice - cioè, alla fin fine, dall'alleanza con i nemici - sono solo una parte e lo sfondo delle negoziazioni e delle ridislocazioni pubbliche e intime, che intanto altri attori politici vanno conducendo. E fra queste rappresentano una svolta di grande impatto proprio le risorse insite nell'adesione all'idea dell'entrata in guerra dell'Italia e le inattese ondate promozionali di patriottismo che vengono – diciamolo senza tergiversare - da sinistra, più che da destra: da un «popolo» di sinistra a vantaggio di un governo di destra. La destra – triplicista sino a ieri, o a tutt'oggi - darà a fianco degli uni o degli altri, quando verrà il momento dell'azione, quello che è nella sua natura di dare: comando e ubbidienza, il senso del dovere, i valori d'ordine. Da sinistra - ma da sinistra non doveva venire il no assoluto alla guerra, l'opposizione di classe, la negazione internazionalista della patria? E invece lo scenario appare tutto in movimento e il ventaglio delle risorse per la causa dell'intervento non certo riducibile alla «strana coppia» Bissolati-Mussolini: il più riformista e istituzionale dei riformisti - che per questo, solo due anni prima, proprio quel rampante leader del giovani ha spinto fuori dal Partito socialista - e il più inquieto e autocritico dei massimalisti, un movimentista impegnato a ribattezzare la sinistra di pace come sinistra di guerra." L'AUTORE – Mario Isnenghi, uno dei più autorevoli storici italiani, è professore emerito dell'Università di Venezia e presidente dell'Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Studioso dei conflitti fra le memorie nella storia dell'Italia ottonovecentesca, ha pubblicato fra l'altro: "Il mito della Grande guerra" (il Mulino, 2014); "L'Italia in piazza" (il Mulino, 2004); "I luoghi della memoria" (Laterza, 2013). INDICE DELL'OPERA – Parte prima - Le risorse per l'entrata in guerra (1914-15) - La «nostra guerra»... in Alsazia - Un fascio di «ex» - Donne in politica: una leader emergente - Socialisti e patrioti: Ernesta e Cesare Battisti - Il testa-coda dell'«energumeno» - Tener buoni i soldati - Religiosi al Comando - Parlare, parlarsi, «esser parlati» - La leadership di Benedetto Croce - Compagni, non aderite! - Compagni, non sabotate! - I «né aderire né sabotare» dei borghesi - Al governo e in guerra, senza fronzoli - Il ministro Martini, l'interventista di governo - Parte seconda - Le risorse alla prova (1915-18) - Un referendum d'ogni giorno - Dovere di comandare/dovere di obbedire - Reti. Il «Corriere» al comando - Albertini, il direttore - Il fac-totum Ugo Ojetti - Uno storico a futura memoria - Reti. Vescovi e Vaticano (Roma/Verona - Vicenza/Roma - A Trento. E da Vienna - Diocesi di Gorizia, diocesi di Udine - Da Padova, nuova capitale al fronte - A furor di popolo) - La diaspora socialista (Strana coppia. Bissolati e Mussolini - Ministro e combattente - L'uomo del cambiamento - Minoritari nel tempo delle masse - Patrie difficili) - Parlare da destra - La Nazione armata, non garibaldina - Guerre di donne - Indice dei nomi |