Eia eia alalà. Controstoria del fascismo Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

Eia eia alalà
Controstoria del fascismo


Rizzoli, pagg.375, € 19,90

 

pansa eja  IL LIBRO – Nell'Italia del Duemila può presentarsi l'avventura autoritaria di un nuovo Benito Mussolini? Anche oggi siamo un paese strozzato da una crisi pesante, con una casta di partiti imbelli e un possibile conflitto tra ceti diversi. Sono queste assonanze con gli anni Venti del Novecento che hanno spinto Giampaolo Pansa a scrivere "Eia eia alalà", un antico grido di vittoria riesumato dallo squadrismo fascista. Il racconto inizia con la lotta di classe esplosa tra il 1919 e il 1922, guidata dai socialisti e sconfitta dall'inevitabile reazione della borghesia. Il nero nacque dal rosso: l'estremismo violento delle sinistre non poteva che sfociare nella marcia su Roma di Mussolini, il primo passo di una dittatura ventennale. La ricostruzione di Pansa ruota attorno a un personaggio esemplare anche se immaginario: Edoardo Magni, un agrario padrone di una tenuta tra il Monferrato e la Lomellina. Coraggioso ufficiale nella Prima guerra mondiale, finanziatore delle squadre in camicia nera, all'inizio convinto della necessità di una rivoluzione fascista ma via via sempre più disincantato. Sino a diventare un sostenitore del leader squadrista dissidente Cesare Forni, ritenuto da Mussolini un nemico da sopprimere. Magni è il protagonista di un dramma a metà tra il romanzo e la rievocazione storica, gremito delle tante figure che attorniano il Duce, una nomenclatura potente descritta con realismo. In "Eia eia alalà" Pansa accompagna il protagonista nello scorrere degli anni e nella sfiducia crescente verso il regime. Abbiamo di fronte un ricco signore alle prese con tante incertezze e molti amori: Marietta, Rosa, Anna, Elvira e infine Marianna. Sarà questa giovane donna ebrea incontrata nel ghetto di Casale a fargli scoprire lo sterminio degli israeliti della città, con un viaggio tormentato che alla fine la condurrà a una decisione inaspettata. Grazie alle ricerche di Marianna, Magni conosce una dopo l'altra le storie degli ebrei uccisi ad Auschwitz. Nell'indifferenza gelida dei tanti che si voltavano dall'altra parte e fingevano di non vedere. "Eia eia alalà" è anche l'affresco di un'Italia che assomiglia non poco a quella di oggi: distratta, egoista e forse pronta ad accettare nuove tragedie.

  DAL TESTO – "Il giorno che cominciarono le spedizioni contro le leghe rosse, i quattrini versati dagli agricoltori come mio padre crebbero a vista d'occhio. A pensarci bene, ogni camion di squadristi diretto in un paese per aggredire il capolega o il sindaco socialista rappresentava, diremmo oggi, uno spot pubblicitario formidabile per il fascio lomellino. I soldi che affluivano servivano per le armi, gli automezzi, l'alloggio, il vitto e la paga dei pochi squadristi arruolati a Milano da Lanfranconi, come avvenne nei primi tempi.
  "Mi sono sempre domandato quanto denaro fosse stato versato in quella prima fase. Un dirigente fascista di Pavia, Arturo Bianchi, in un libro sullo squadrismo pubblicato nel 1929 sostenne che il fascio lomellino aveva raccolto e speso un milione di lire. Per l'epoca era una cifra enorme. La metà della somma, aggiungeva Bianchi, era stata raccolta in meno di una settimana nel febbraio 1921, dopo la domenica della fondazione.
  "«Non ho mai visto neppure in cartolina una briciola di quella montagna di quattrini!» sospirò Rosa. «È proprio vero che con i soldi si può fare tutto. Tranne che comprare una donna orgogliosa come me. Del resto, caro Edoardo, io non ti ho mai chiesto nulla e tu non mi hai mai offerto niente. Però i soldi al colonnello Magnaghi li avete dati...»"

  L'AUTORE – Giampaolo Pansa ha iniziato la carriera di giornalista nei primi anni Sessanta sulle pagine della "Stampa" ed è stato inviato e opinionista per i principali quotidiani italiani, dal "Corriere della Sera" a "Repubblica". Scrive per "Libero". Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo: "I cari estinti", "Carta straccia", "I gendarmi della memoria", "La grande bugia", "La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti", "Poco o niente", "La Repubblica di Barbapapà", "Il revisionista", "Il sangue dei vinti", "I tre inverni della paura", "I vinti non dimenticano".

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione. Il nero nasce dal rosso - Parte prima - 1. Paola mi scrive - 2. Lo scartafaccio - Parte seconda - 3. Ricchi e poveri - 4. Al fronte - 5. Guerra tra reduci - 6. Vittorie rosse - 7. Il timbro sulle mani - Parte terza - 8. Castigamatti - 9. Abbasso le tasse! - 10. Benito e la contessa - 11. I conquistatori - 12. L'estate di Cesare - Parte quarta - 13. L'alba del regime - 14. Il fango di Roma - 15. Epurazioni - 16. Complotto e duello - 17. Pestaggi - Parte quinta - 18. Don Chisciotte - 19. Accoppate quello grosso! - 20. Un eroe solitario - 21. Il delitto Matteotti - 22. Una fine nell'ombra - Parte sesta - 23. Tutti per il Duce - 24. La bambinaia ebrea - 25. Marianna Levi - 26. Il barone Vitta - 27. Leggi razziali - Parte settima - 28. Dove fuggire? - 29. Prima dello sterminio - 30. La Balilla nera - 31. Il preside e il sordomuto - Parte ottava - 32. Convoglio 8 - 33. Gli indifferenti - 34. Due suore cattive - 35. La sfortuna di Jaffe - 36. Israele - Nota per il lettore - Indice dei nomi