I Vinti non dimenticano Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

I Vinti non dimenticano. I crimini ignorati della nostra guerra civile

Rizzoli, pagg.468, Euro 19,50

 

pansa_vinti  IL LIBRO – “Quando pubblicai Il sangue dei vinti nell’ottobre 2003, venni linciato dalle sinistre. Mi accusarono di tutte le perversioni, la prima di aver scritto il falso per ingraziarmi Silvio Berlusconi. Tre anni dopo, nel 2006, per l’uscita di un altro mio lavoro revisionista, La grande bugia, fui aggredito a Reggio Emilia da una squadra di postcomunisti violenti. Perché i nipoti dei trinariciuti dipinti da Giovanni Guareschi mi inseguivano? I motivi erano soprattutto due. Avevo dato voce ai fascisti, obbligati dai vincitori a un lungo silenzio. E avevo posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell’Italia un paese satellite dell’Unione sovietica. Oggi l’Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca. È per sf ida che nei Vinti non dimenticano ho scritto le pagine che mi ero lasciato alle spalle. L’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, guidata dal servizio segreto di Tito, con migliaia di deportati scomparsi nel nulla: un esempio di quanto sarebbe accaduto nel resto d’Italia se il partito di Togliatti avesse trionfato. Le stragi in Toscana dopo la Liberazione. La sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse. La strategia del terrorismo rosso per eccitare le rappresaglie ed estendere il conflitto. Le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti e democristiani che si opponevano al predominio comunista. I lager infernali per i fascisti da fucilare, a cominciare da quello di Bogli. E senza nascondere le nefandezze degli Alleati. Come le violenze sessuali delle truppe marocchine a Siena. O i tantissimi civili uccisi dai bombardamenti angloamericani. La verità è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica. Nei Vinti non dimenticano ho rifiutato ancora una volta la storia inquinata dall’ideologia. Questo mi fa sentire un uomo libero, come lo sono i miei lettori.” G.P.

  DAL TESTO – “«Bene!» sorrise lei. «Sono riuscita a sorprenderla. Più tardi vedremo delle cifre e ne discuteremo. Ma adesso vorrei raccontarle di una città toscana distrutta dalle bombe: Grosseto.»

  “«Quali sono le sue fonti?» domandai.

  “«Sono più di una e tutte coincidono. Molti non lo ricordano» cominciò Livia, «ma nel corso della guerra Grosseto era diventata un obiettivo militare. Per due motivi. Il primo era la presenza di un aeroporto importante per la Luftwaffe, l'aviazione militare germanica. Il secondo perché, dopo 1'8 settembre, dal mare dell'Argentario partivano i grandi zatteroni tedeschi che portavano sul fronte del Sud viveri, munizioni e armi.

  "«Il primo bombardamento aereo su Grosseto avvenne il 26 aprile 1943. Era un lunedì di Pasqua e la città non era preparata all'incursione,  men che meno in pieno giorno. Dall'Algeria arrivò un grande stormo di aerei americani. Dovevano colpire l'aeroporto, ma sbagliarono mira e le bombe caddero sul centro di Grosseto. I morti furono 134 e i feriti quasi 200. Rimasero uccisi anche molti bambini che in quel pomeriggio di festa erano andati con i genitori al luna park.

  “«Meno di un mese dopo» continuò Livia, «gli aerei americani ritornarono. Era il 20 maggio e questa volta le bombe caddero sull'aeroporto, causando una strage fra i militari tedeschi. Una fonte parla di 1600 morti, ma le confesso che mi sembra una cifra irreale. Il 21 luglio, quattro giorni prima della caduta di Mussolini, ci fu una terza incursione sulle base grossetana con altre vittime e nuove distruzioni”.

  L’AUTORE – Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive per “Libero” e “Il Riformista”. Ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo Il sangue dei vinti, La Grande Bugia, I gendarmi della memoria, I tre inverni della paura, Il romanzo della guerra civile e I cari estinti.

  INDICE DELL’OPERA - Nota al lettore - Come celebrare il 25 aprile? - Parte prima - 1. Di nuovo Livia - 2. Le ricamatrici di Arcevia - 3. Morire di bombe - 4. Il marocchinato - Parte seconda - 5. Cecchini a Firenze - 6. Vendette in Toscana - 7. Strage a San Quirico - 8. Al Castello dell'Imperatore - 9. Mattanza in Garfagnana - 10. Di notte, sul Po - Parte terza - 11. Tito a Trieste - 12. L'uomo dell'Ozna - 13. Le deportate di Gorizia - 14. A Fiume croata - 15. Falce, martello e fucile - 16.Mirko e Katia - 17. Quarantasei delitti - Parte quarta - 18. Gappismo - 19. Terrore rosso - 20. Vita da civili - 21. Il sangue di Torino - Parte quinta - 22. Giòn, brigatista nero - 23. Ulisse e il Gatto - 24. Giudice o boia? - 25. Lo stupro antifascista - 26. L'ausiliaria vince - Parte sesta - 27. Un fascista alla Benedicta - 28. Nell'inferno di Bogli - 29. L'Arsenale in fiamme - 30. All'ultimo minuto - Parte settima - 31 . Il nemico socialista - 32. Un Prodi a Coltano - 33. Quel mastino di Scelba - 34. Chi è bianco muore