Attualità della parola |
Pavel A. Florenskij
IL LIBRO – Prete ortodosso, matematico, filosofo, teologo, critico d'arte, scienziato, Pavel A. Florenskij è una personalità eccezionale nel pur eccezionale scenario culturale russo degli inizi del Novecento, l'epoca di Skrjabin e di Kandinskij. Dai numeri, attraverso la musica, la pittura, la filosofia, Florenskij si spinge verso lo «spirito di Dio», cercando costantemente di cogliere nel visibile il riflesso dell'invisibile, della sostanza dell'esistenza spirituale o metafisica. L'opposizione tra visibile e invisibile costituisce uno dei principi che guida il suo pensiero in tutti gli ambiti del sapere. DAL TESTO – "La lingua è antinomica. Le sono proprie due inclinazioni che si escludono reciprocamente, due opposte tendenze. Queste due anime che vivono in essa non sono però semplicemente due, costituiscono piuttosto una coppia, i cui termini si trovano in congiunzione, una sizìgia **. Con la loro contraddittorietà esse danno luogo alla lingua; all'infuori di esse la lingua non può esistere. Vagliati i tentativi di dissociazione dell'antinomia in sé polarmente congiunta della lingua e, una volta operata questa dissociazione, vagliati i tentativi di presentare nella loro purezza o la sola tesi o la sola antitesi, ci siamo convinti di questo: né l'una né l'altra, per quanto esse di fatto si svincolino reciprocamente, costituiscono la lingua. Disgiunte, ottenuto per così dire il divorzio, entrambe diventano sterili, cessando di generare il pensiero. Operando questa dissociazione, la lingua muore, a meno che non si verifichi furtivamente una riunificazione, anche se parziale, delle sue forze dissoclate. Il fattore creativo individuale, originale della lingua, l'eco personale da parte di tutto l'essere - ecco ora, ad esempio, la mia eco personale in risposta a questo particolare fenomeno del mondo - la lingua insomma come creata nel farsi stesso del discorso, e soltanto come tale, conduce, attraverso la pura emotività, verso il trans-razionale *** e dal transrazionale verso l'inarticolazione, perdendosi in suoni naturali come rumori, battiti, sibili, bisbigli e gridi." L'AUTORE – Pavel A. Florenskij (1882-1937), laureato in matematica e in teologia, insegnò per lungo tempo presso la facoltà di Teologia e poi nell'Istituto statale d'arte a Mosca. Lavorò anche come ricercatore presso l'amministrazione centrale per l'elettrificazione della Russia, ottenendo numerosi brevetti per le sue invenzioni. Fu condannato dal governo sovietico ai lavori forzati nel 1933 e poi, nel 1937, fucilato. Tra le sue opere principali: "La colonna e il fondamento della verità" (Milano, 1974), "Le porte regali" (Milano, 1977), "Lo spazio e il tempo nell'arte" (Milano, 1995), "Il significato dell'idealismo" (Milano, 1999), "Il simbolo e la forma" (Torino, 2007), "Bellezza e liturgia" (Milano, 2010); "Le lettere dal gulag" sono state pubblicate in "Non dimenticatemi" (Milano, 2000). INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Nina Kauchtschischwili – Introduzione. Le ricerche linguistiche di P.A. Florenskij, di Vjačeslav Vs. Ivanov – Avvertenza del curatore - Attualità della parola - La descrizione simbolica - Le antinomie del linguaggio - Il termine - Nota bio-bibliografica - Indice dei nomi |