Fascismo e riforme istituzionali |
Francesco Perfetti Fascismo e riforme istituzionali Le Lettere, pagg.190, € 20,00
IL LIBRO – Il dibattito sul parlamentarismo e sulla sua funzionalità, particolarmente vivace nell’ultima fase dello Stato liberale, ruotò attorno a temi tornati ora di attualità: monocameralismo, bicameralismo, ruolo del Senato, sistemi elettorali e via dicendo. Al dibattito, che interessò tutte le forze politiche dell’epoca, prese parte anche il fascismo. Le discussioni sulla riforma costituzionale proseguirono pur dopo la conquista del potere e accompagnarono l’intera storia del regime mettendo in evidenza come, all’interno del fascismo, coesistessero tendenze contrastanti i cui poli estremi erano, da una parte, la volontà di eversione e sovvertimento del sistema parlamentare e, dall’altra, l’aspirazione a inserire il nuovo edificio istituzionale nel solco della tradizione conservatrice. Il volume ricostruisce i termini del dibattito e le trasformazioni istituzionali fino alla istituzione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. DAL TESTO – “Che tutta la «volontà» del fascismo dovesse essere rivolta verso una politica di riforme era stato ribadito anche da Giuseppe Bottai in polemica con la «vecchia Italia» che avrebbe voluto negare ad esso «il diritto a quegli ordinamenti istituzionali e costituzionali», che avrebbero rappresentato «condizione di pace e di dignità» del popolo italiano. Con il riconoscimento da parte del re del fatto compiuto della marcia su Roma, si era operata già la trasformazione della monarchia da parlamentare in costituzionale e si era dato «un avviamento a quel problema di autorità» che avrebbe dovuto avere «ulteriori e più profonde risoluzioni». In tale ottica il fascismo avrebbe mostrato la sua originalità non irrigidendosi in un'accettazione pura e semplice della critica alle utopie dell'empirismo e dell'illuminismo, ma innestando su tale critica certi sviluppi del pensiero di Hegel, di Hegel filosofo del diritto, per giungere a una «esatta visione dell'importanza sostanziale delle classi nel potere legislativo e in tutta la vita di una nazione», nonché taluni motivi della speculazione di Georges Sorel che aveva condotto alla «negazione più recisa dello Stato parlamentare-democratico e delle sue confuse e corruttrici ideologie». Bisognava rendersi conto che l'Italia era ormai «un paese senza costituzione» e che aveva necessità improrogabile di averne una «secondo lo spirito e i bisogni dei nuovi tempi». Sotto un certo profilo la Commissione dei diciotto, cui era stato commesso il compito di studiare il piano della riforma costituzionale, si presentava come «un organismo nettamente rivoluzionario» e avrebbe potuto rappresentare «o la salvezza o la decadenza» del fascismo, perché se essa avesse concretato «riforme parziali, timide, rispettando l'essenza e l'ossatura fondamentale del vecchio Stato», allora tali riforme si sarebbero rivelate «esiziali» per il fascismo, dal momento che ne avrebbero mostrato «la incapacità rivoluzionaria a trasformare e a rinnovare la società nazionale».” L’AUTORE – Francesco Perfetti, professore ordinario di storia contemporanea e di storia delle relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche della Luiss-Guido Carli di Roma è anche capo del servizio storico del Ministero degli Affari Esteri. Direttore della rivista «Nuova Storia Contemporanea», è autore di numerosi libri fra i quali, nelle edizioni di Le Lettere, Assassinio di un filosofo. Anatomia di un omicidio politico (Premio Hemingway, Premio Tarquinia Cardarelli), Parola di Re (Premio Giosuè Carducci-La Versiliana), La repubblica (anti)fascista. Falsi miti, mostri sacri, cattivi maestri e Parola di Re. Il diario segreto di Vittorio Emanuele. INDICE DELL’OPERA – Premessa - I. Il Fascismo e la «riforma costituzionale» (1. Riforma elettorale e «riforma costituzionale» - 2. Rappresentanza politica e/o rappresentanza degli interessi - 3. Le proposte dei Soloni) - II. Dallo Stato liberale allo Stato fascista (1. Le prime leggi di rilevanza costituzionale - 2. Il dibattito sulla riforma della rappresentanza nel biennio 1926-1927 - 3. La legge sulla rappresentanza politica) - III. Verso lo Stato corporativo (1. Sindacalismo, corporativismo e rappresentanza politica - 2. Ipotesi di riforma: monocameralismo, bicameralismo, tricameralismo - 3. Le proposte di Giovanni Giuriati - 4. La costruzione dello Stato corporativo) - IV. La Camera dei fasci e delle corporazioni (1. I lavori della Commissione Solmi - 2. La creazione della Camera dei fasci e delle corporazioni - 3. L'attività della Camera dei fasci e delle corporazioni)
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