Limite Stampa E-mail

Serge Latouche

Limite

Bollati Boringhieri, pagg.113, € 9,00

 

latouche_limite  IL LIBRO – Sfidare i limiti è l’imperativo del nostro tempo. Forzare il possibile, passare il segno, trasgredire in senso etimologico. Destino paradossale, quello delle parole. In nome della trasgressione appena ieri ci si faceva beffe dei divieti imposti per via autoritaria e del perbenismo, si aspirava all’equità sociale. Secoli prima, grandi movimenti di pensiero avevano ingaggiato battaglia con i valori tramandati, e inaugurato così la modernità. Ma l’«andare oltre» di oggi è l’emblema del dominio, perché si annida in un modello di sviluppo planetario che rispetta una sola regola: ignorare ogni confine naturale, geopolitico, etico, antropologico e simbolico, assimilandone l’idea stessa a remora passatista di cui liberarsi per aprire ai mercati. Il peccato di dismisura, sanzionato con severità dagli antichi, si è rovesciato in precetto; il furore prometeico ha sopravanzato lo spirito di sovversione. Serge Latouche non ci sta. Da anni elabora il progetto di un’alternativa praticabile al binomio crescita-illimitatezza. Si chiama decrescita e il suo concetto strategico è limite. Sinonimo di privazione in una prospettiva sviluppista, il limite appare qui come il vero punto di forza che può trattenerci dal baratro. Alla tracotanza autodistruttiva dell’universalismo liberoscambista e alla pervasività delle sue invarianti culturali – la riduzione a merce esportabile di regimi politici, principi giuridici, gesti, credenze, immagini – Latouche contrappone le eco-compatibilità, le sovranità circoscritte, le identità plurali, i legami che creano società. Tutto ciò attorno a cui è tracciabile un limite. Nella speranza che non sia troppo tardi.

  DAL TESTO – “La cancellazione dello spazio nazionale, che per secoli era stato il luogo per eccellenza della regolazione sociale, non porta comunque all'eliminazione dello Stato come macchina oppressiva al servizio di un'oligarchia globale senza frontiere. Le autorità politiche dei grandi Stati-nazione si ritrovano nella stessa posizione che era un tempo quella dei sottoprefetti di provincia: onnipotenti rispetto ai loro amministrati nell'applicazione puntigliosa di regolamenti oppressivi, ma totalmente soggetti agli ordini dall'alto e dipendenti dal potere centrale e gerarchico, nonché revocabili a ogni momento. Questo potere centrale, sul modello del Big Brother di Orwell, è diventato completamente anonimo e senza volto, è l'oligarchia plutocratica mondiale. Questo modo di funzionamento permette di aggirare i limiti imposti dalle procedure formali della democrazia rappresentativa e comporta una ridefinizione dei limiti giuridici, con lo sviluppo di nuove possibilità per alcuni di sbarazzarsene (paradisi fiscali, zone franche, internazionali mafiose, Stati canaglia...).
  “La stessa forza di unificazione apparente lavora contemporaneamente nel senso di una profonda decomposizione. All'interno delle due grandi tendenze evolutive, opposte ma non contraddittorie, che sono l'unificazione planetaria e la frammentazione all'infinito delle entità sociali, l'economico è intimamente intrecciato al politico, al sociale e al culturale. Questi due aspetti fondamentali della dinamica planetaria si caratterizzano da una parte con lo smembramento del nazional-statuale e dall'altra con la transnazionalizzazione economica, due forme di abolizione dei limiti giuridici.”

  L’AUTORE – Serge Latouche, professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud, ha pubblicato presso Bollati Boringhieri L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria (1992), Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo (1993), La Megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso. Saggi in memoria di Jacques Ellul (1995), L’altra Africa. Tra dono e mercato (1997), La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea (2000), Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata (2003), Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa (2005), Breve trattato sulla decrescita serena (2008), Sortilegi. Racconti africani (con Enzo Barnabà, 2008), L’invenzione dell’economia (2010), Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011) e Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (2012).

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione. L’irriducibile arbitrarietà dei limiti - I. Limiti geografici o territoriali (L’ecumene e il limite territoriale – L’illimitatezza spaziale) - 2. Limiti politici (La cancellazione delle frontiere - Il potere senza limite) – 3. Limiti culturali (La deculturalizzazione planetaria - Il paradosso di una cultura dell'illimitatezza) – 4. Limiti ecologici (I limiti del pianeta - La crisi ecologica e la minaccia del crollo) – 5. Limiti economici (L’accumulazione senza limite – L’assuefazione consumistica) - 6. Limiti della conoscenza (L’illimitatezza del razionale: l'onnipotenza tecnoscientifica - Al di là dei limiti della tecnica: il transumanismo) - 7. Limiti morali (La dinamica dell' emancipazione – L’emancipazione tradita nella trasgressione) - Conclusione. L'autolimitazione e l'ideale della decrescita: ricostruire un mondo comune - Riferimenti bibliografici