Nella mia lunga e tormentata esistenza |
Indro Montanelli Nella mia lunga e tormentata esistenza Rizzoli, pagg.414, € 19,50
IL LIBRO – “Sono un disordinato assolutamente refrattario al lavoro di team e animato da uno spirito d’indipendenza che spesso sconfina nella riottosità: non conosco remore di cautela e di diplomazia; non credo che riuscirei a imporre la disciplina per il semplice motivo che non l’ho mai rispettata io stesso.” Così scriveva Indro Montanelli in una lettera del 1967, pochi anni prima di fondare “il Giornale”. Per tutta la vita il grande giornalista ha tenuto una fitta corrispondenza, pubblica e privata, con i protagonisti della politica, della cultura e del giornalismo, da Andreotti a Cossiga, a Nenni e Pertini, da Buzzati a Prezzolini, a Longanesi e Guareschi, ma anche con la prima moglie, gli amici, i familiari. Dalla lettera al suo professore di liceo, in cui un Montanelli ventenne rivela le sue aspirazioni di giornalista, a quelle inviate ai genitori dal fronte africano nel 1935 e dal carcere nel 1944. E naturalmente i lunghi anni al “Corriere”, quelli al “Giornale” fino allo scontro con Berlusconi. Questi testi inediti, nella freschezza del dialogo e nell’immediatezza delle emozioni raccolte, ci rivelano il lato più intimo di Montanelli, ricostruendone l’intera parabola esistenziale attraverso la sua viva voce. Il risultato è un’autobiografia postuma che completa le note dei suoi diari, offrendo ai lettori il ritratto sorprendente di un uomo che a novant’anni dichiara “So di avere scritto sull’acqua. Ma ciò non mi ha impedito di continuare a scrivere, impegnandomi tutto in quello che scrivo”. DAL TESTO – “Ti racconto tutto questo per spiegarti che nel fascismo non ci furono soltanto i gerarchi ed i salti nel cerchio di fuoco e tutte le altre pagliacciate che ci umiliarono agli occhi del mondo e di noi stessi. Ci furono anche degli uomini come Ricci, che non fu un caso solitario. E ci furono anche i nostri sogni, compreso quello mio di una Destra, di cui mi restava in mano solo il fantasma. Questo fantasma tornò a prendere corpo dopo l’incontro con Longanesi ed il suo «Omnibus», il capostipite dei rotocalchi (e questo non è certo un elogio che gli faccio), nessuno dei quali - tranne il «Mondo» di Pannunzio, cresciuto alla scuola di «Omnibus» - ne raggiunse mai il livello. La Destra di «Omnibus» fu un gioco degli specchi. Per sottrarsi al culto della personalità coi suoi cori trionfalistici che il regime imponeva a tutta la stampa, «Omnibus» ignorò il presente e si rifugiò nel passato rievocandolo, anche graficamente, con un perfetto dosaggio d'ironia e di nostalgia, in cui la nostalgia faceva premio sull'ironia. Contrapposti agl'impettiti e stivalati gerarchi di Starace, i nostri nonni e bisnonni facevano un figurone non soltanto in gilè e panciotto, ma anche in mutandoni e camicia da notte, come li rappresentavano Maccari e lo stesso Longanesi nelle loro vignette, in cui c'era tanto, ma tanto Grosz. Ne venivano fuori una borghesia ed una Destra quasi tutte «di repertorio». Ma il gioco era troppo evidente per poter durare. Dopo un anno e mezzo se ne accorsero. Anche «Omnibus» fu soppresso, il gruppo si disperse. Ed io, già espulso dal partito e dall'albo dei giornalisti per certi miei articoli sulla guerra civile spagnola, andai a fare il lettore d'italiano in un'università dell'Estonia.” L’AUTORE – Indro Montanelli, è stato il più grande giornalista italiano del Novecento: inviato speciale del “Corriere della Sera”, fondatore del “Giornale nuovo” nel 1974 e della “Voce” nel 1994, è tornato nel 1995 al “Corriere” come editorialista. Ha scritto migliaia di articoli e una cinquantina di libri. Tra gli ultimi volumi pubblicati da Rizzoli ricordiamo Morire in piedi e La sublime pazzia della rivolta nel 2006, L’impero bonsai nel 2007, I conti con me stesso nel 2009 e Ve lo avevo detto nel 2011. INDICE DELL’OPERA – Come un libro di storia – Cronologia - I. I dolori del giovane Indro - II. «Entrare a far parte del "Corriere" m'incanta» - III. Galeotto, numero di matricola 2054 - IV. Viaggi, libri, amici, amori - V. L’argenteria d famiglia - VI. «So benissimo di non essere un gran direttore» - VII. Tra un secolo e l'altro - I destinatari – Le fonti - Indice dei nomi
|