Le passioni di un anarco-conservatore Stampa E-mail

Indro Montanelli

Le passioni di un anarco-conservatore. Intervista a cura di Marcello Staglieno

Le Lettere, pagg.88, Euro 9,50

 

montanelli_passioni.jpg  IL LIBRO - In questa lunga intervista inedita, in gran parte autobiografica, rivivono il mondo e le amicizie di Montanelli: il passaggio dal fascismo all’antifascismo, l’arresto e la condanna a morte, l’amicizia con Leo Longanesi e i rapporti con Giovanni Ansaldo. Una eccezionale testimonianza raccontata, attraverso giudizi fulminanti e battute lapidarie, da un eccezionale testimone del nostro tempo. In appendice una documentazione inedita sulla prigionia e sulla fuga in Svizzera di Montanelli e sulla effettiva sua presenza a piazzale Loreto il 29 aprile 1945.

 

  DAL TESTO - "Il mio inserimento nella politica, che fu poi l'inserimento "ideologico" nel fascismo, risale al 1932, grazie a Diano Brocchi, che mi fece leggere «L'Universale», battagliero foglio fiorentino, presentandomi quasi subito a Berto Ricci, che ne era il fondatore e direttore. Grazie agli articoli sull'«Universale», ottenni qualche collaborazione al «Popolo d'Italia». Poi Mussolini, dopo aver riunita a Palazzo Venezia l'intera redazione dell'«Universale» (una vecchia foto mi mostra accanto a Ricci, Diano Brocchi e Romano Bilenchi), pur definendoci «la punta più avanzata del fascismo» eccetera, finì per sopprimere la rivista. Mi arruolai per la guerra d'Africa, partecipando con patriottico slancio a quell'avventura alla Kipling da cui trassi anche una certa notorietà, grazie alla favorevole recensione di Ugo Ojetti, con un elzeviro sul «Corriere», a un libro che profondamente m'è caro, XX Battaglione eritreo. Ma già nel 1937, nella redazione romana dell'«Omnibus», il primo rotocalco italiano "inventato" e diretto dal mio grande amico Leo Longanesi, non ci misi molto ad accorgermi quanto poco si celasse dietro la retorica del regime. E cominciai a prendere le distanze dalla mia antica bandiera, che alla fine disertai, ma prima che cadesse".

 

  L'AUTORE - Indro Montanelli (Fucecchio, Firenze 22 aprile 1909 - Milano, 22 luglio 2001) è stato una celeberrima figura del giornalismo italiano.

  Iniziò la carriera a Parigi, come cronista al Paris soir. Ha lavorato a lungo al Corriere della sera, che ha poi lasciato per fondare Il Giornale nel 1974. In seguito, nel 1994, ha lasciato anche Il Giornale per dissidi con l'editore di fatto, Silvio Berlusconi, fondando La Voce, per poi finire la carriera di nuovo al Corriere.

  Dichiaratamente anticomunista, conservatore (e in alcune occasioni prossimo ai Liberali), alcuni atteggiamenti caratteristicamente estrosi e politicamente chiassosi, gli valsero negli anni '70-'80 un'etichettatura di "fascista" da parte delle sinistre, che l'interessato non premeva per smentire nonostante le vicende "spagnole": partito volontario ed entusiasta alla guerra civile spagnola, ne scrisse un libro e ne fu reporter, ma ben presto i suoi tipici anticonformismi si tradussero in posizioni scopertamente "non allineate", e fu per questo radiato dall'Ordine dei Giornalisti. Avvicinatosi a Giustizia e Libertà, il movimento partigiano clandestino, fu condannato a morte dai nazisti, ma venne salvato quasi in extremis dall'intervento del cardinale Schuster.

  Dinanzi alla crescita, considerata pericolosa, del Partito Comunista Italiano, restò famosa la sua sollecitazione elettorale "turiamoci il naso e votiamo DC". Fu vittima, nel 1977, di un attentato delle Brigate Rosse, che gli spararono alle gambe.

  Alcuni lo considerano il più grande giornalista italiano di tutti tempi: è stato cronista dello scoppio della seconda guerra mondiale, della guerra russo-finlandese e della rivolta d'Ungheria.

  Scrittore e storico, oltre che giornalista, ha redatto una notevole Storia d'Italia ed altri saggi, spesso insieme a Mario Cervi; assai noti inoltre i suoi ritratti, dedicati ai personaggi più o meno famosi incontrati nella sua lunga carriera. (Fonte: Wikipedia)

 

  IL CURATORE - Marcello Staglieno (Genova 1938), giornalista e scrittore, accanto a Indro Montanelli nel 1974 tra i fondatori del «Giornale» dove rimase sino al 1992 come responsabile culturale, è autore di numerosi saggi, tra cui: Nino Bixio (1973); Leo Longanesi (con I. Montanelli, 1984); Un santo borghese. Pier Giorgio Frassati (Bompiani 1989); Montanelli. Novant’anni controcorrente (Mondadori 2001); Arnaldo e Benito. Due fratelli (2003); Edgar Poe:dandy o assassino? (2005); L’Italia del Colle. 1946-2006 (2006). Nella XII Legislatura è stato vicepresidente del Senato della Repubblica.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Francesco Perfetti - Nota d'introduzione, di Marcello Staglieno - Intervista, a cura di Marcello Staglieno - Appendice. Montanelli da Berna a Piazzale Loreto, di Marcello Staglieno