L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica Stampa E-mail

Walter Benjamin

L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Donzelli, pagg.LX-140, € 16,50

 

benjamin_operadarte  IL LIBRO – Tra il 1935 e il 1939 Benjamin lavorò a più riprese al suo saggio forse più celebre: L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. Un vero e proprio cantiere, accompagnato da un’avventurosa e complicata vicenda editoriale, sino ad oggi colpevolmente trascurata. Questa edizione, curata da uno dei più importanti studiosi italiani di Benjamin, offre al lettore per la prima volta insieme la traduzione delle tre principali stesure del saggio: la versione francese uscita nel 1936, tradotta da Pierre Klossowski, con la decisiva supervisione dello stesso Benjamin, e le due versioni tedesche, una del 1936 e l’altra scritta tra l’estate del 1936 e il 1939, in ciascuna delle quali l’autore apporta sostanziali cambiamenti alla prima versione tedesca manoscritta del 1935, che rifluisce per intero nelle successive due. Fondamentale in questo senso poter entrare nel laboratorio Benjamin: l’unico modo per farlo è avere sotto gli occhi gli interventi del filosofo tedesco nelle due stesure. È questo il puntuale lavoro di ricostruzione a cui Fabrizio Desideri ha sottoposto i testi, evidenziando le cospicue varianti dell’uno rispetto all’altro direttamente nella tessitura della riflessione benjaminiana. E mostrando così come in realtà nessuna di queste versioni possa considerarsi quella definitiva. Ripensare questa «officina» significa rispondere all’esigenza di un’opera ancora alla ricerca di una lettura adeguata alla complessità e alla profondità della sua intuizione originaria. In anni tristissimi per l’Europa e per il mondo, Benjamin s’interrogava sul destino dell’arte nel contesto delle trasformazioni radicali indotte dall’invenzione e dalla diffusione di nuovi dispositivi tecnologici quali la fotografia e il cinema. Le nuove forme d’arte sono accomunate da uno stesso tratto: la riproducibilità tecnica capace di annullare la distinzione tra originale e copia, sovvertendo il tradizionale rapporto tra il pubblico e i prodotti artistici. La profetica analisi di Benjamin, tuttavia, si spinge ben oltre l’estetica, per cogliere, con sguardo affine a quello di Charlie Chaplin, il ritmo tecno-politico dei «tempi moderni».

  DAL TESTO – “Potremmo rappresentare la storia dell'arte come l'opposizione tra due poli dell'opera d'arte stessa, e rintracciare la curva della sua evoluzione seguendo gli spostamenti del centro di gravità da un polo all'altro. Questi due poli sono il suo valore rituale e il suo valore di esposizione. La produzione artistica ha inizio con immagini al servizio della magia. La loro importanza sta nel fatto stesso di esistere, non di essere vedute. L'alce che l'uomo dell'età della pietra disegna sulle pareti della sua grotta è uno strumento di magia che solo per caso egli espone alla vista altrui; importante sarebbe tutt'al più che a vedere questa immagine fossero gli spiriti. Il valore rituale esige quasi che l'opera d'arte resti nascosta; certe statue degli dei non sono accessibili che al sacerdote, certe immagini della Vergine restano velate durante quasi tutto l'anno, certe sculture delle cattedrali gotiche sono invisibili per lo spettatore che si trova al livello del suolo. Con l'emancipazione dei diversi procedimenti artistici dal seno del rituale, per l'opera d'arte si moltiplicano le occasioni di essere esposta. Un busto, che può essere inviato in questo e quell'altro luogo, è più suscettibile di essere esposto rispetto alla statua di un dio che ha il suo posto stabilito entro il perimetro del tempio. Il quadro supera a questo riguardo il mosaico o l'affresco che lo hanno preceduto.”

  L’AUTORE – Walter Benjamin (1892-1940) è uno dei grandi pensatori del Novecento. La sua opera si colloca al centro di una fitta rete di «incroci» con personalità della cultura a lui contemporanea: Brecht, Rosenzweig, Bloch, Adorno. Nel 1933, all’avvento del nazismo, è costretto a emigrare a Parigi. Muore tragicamente nel 1940 a Portbou, sul confine franco-spagnolo, tentando di sfuggire alla Gestapo.

  INDICE DELL’OPERA - I Modern Times di Benjamin, di Fabrizio Desideri - Nota al testo, di Massimo Baldi - L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità meccanizzata (versione francese) - L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (seconda versione tedesca) - L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (terza versione tedesca)