Il Risorgimento italiano Stampa E-mail

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Il Risorgimento italiano. Le culture politiche che hanno fatto l'unità d'Italia

Fondazione Ugo Spirito, pagg.166, Euro 10,00

 

parlato_risorgimento  IL LIBRO – Il volume, curato da Giuseppe Parlato e Marco Zaganella, raccoglie le relazioni dei docenti partecipanti al primo ciclo di incontri del progetto didattico Verso il 150° dell'Unità d'Italia. Scopo della presente raccolta è quello di illustrare come dalle culture politiche del Risorgimento sono nate alcune delle più importanti categorie del pensiero politico dell'Italia unita, nell'Ottocento e nel Novecento, e cioè il liberalismo e la democrazia. In buona sostanza, lo scopo didattico è quello di indurre gli studenti a riflettere, a diffidare delle semplificazioni, sia nel senso della esaltazione retorica, sia nel suo opposto, rappresentato dalla demonizzazione acritica. Non si possono, infatti, imputare al Risorgimento i mali che affliggono oggi il nostro Paese: non sarebbe storico - e neppure logico - pretendere che i pensatori della metà Ottocento potessero riflettere sulle conseguenze del processo unitario a centocinquanta anni di distanza.

  DAL TESTO – “[…] Mazzini introdusse un elemento centrale nella futura evoluzione del sentimento nazionale: la visione mistico-religiosa della patria. Poiché il suo obiettivo era quello di preparare il terreno pedagogicamente e con l'esempio alla unificazione nazionale ("le rivoluzioni si fanno col popolo pel popolo"), uguaglianza, sovranità popolare e questione sociale diventavano le parole d'ordine del pensiero mazziniano. Il metodo era strettamente religioso (e anche questo costituiva una differenza non irrilevante con la Rivoluzione francese). Se la causa italiana, se la rivoluzione fosse diventata una religione, allora il popolo avrebbe capito: per cui negli scritti di Mazzini si trovavano frequentemente parole come martirio, fede, resurrezione, sacrificio, apostolato.
  “Il nuovo movimento, che assunse le forme di un vero e proprio partito politico, il primo in Italia, aveva obiettivi molto chiari e precisi: indipendenza dell'Italia dallo straniero; unità italiana; libertà. Dopo un brevissimo periodo in cui si professò "federalista", Mazzini perseguì tenacemente la linea unitaria, l'unica che possa veramente sposarsi con la Repubblica. La linea unitaria non era soltanto dettata dal timore che il federalismo potesse costituire un elemento di disunione o di autonomia municipalistica in una nazione giovane, ma anche dal fatto che per Mazzini la comunità nazionale era un corpo unico; la sua visione era organica ed etica e partiva dal presupposto che la nazione fosse un organismo nel quale l'armonia delle varie componenti locali e sociali era essenziale per il suo progresso, nell'ambito di un'assoluta finalità etica.”

  GLI AUTORI – Danilo Breschi è docente di Storia delle Istituzioni politiche alla LUSPIO di Roma. Ester Capuzzo è professore ordinario di Storia Contemporanea alla Sapienza di Roma. Stefano De Luca è docente di Storia delle dottrine politiche presso la Università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Giuseppe Parlato è professore ordinario di Storia contemporanea alla LUSPIO di Roma ed è presidente della Fondazione Ugo Spirito. Aldo G. Ricci è docente di Storia contemporanea presso l'Università "Guglielmo Marconi" di Roma. Marco Zaganella è dottorando in "Storia (politica, società, culture e territorio)" presso l'Università di Roma Tre.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Giuseppe Parlato - Il mito della Costituzione alle origini del Risorgimento, di Ester Capuzzo - Mazzini e l'opzione rivoluzionaria, di Giuseppe Parlato - Cavour e l'opzione politica, di Stefano De Luca - Gioberti, Cattaneo e il federalismo, di Danilo Breschi -  Garibaldi, Pisacane e l'opzione militare, di Aldo G. Ricci - Cenni cronologici di riferimento,  a cura di Marco Zaganella - Opere generali di riferimento sull'epoca risorgimentale