Viaggio nella democrazia Stampa E-mail

a cura di Mauro Lenci e Carmelo Calabrò

Viaggio nella democrazia. Il cammino dell'idea democratica nella storia del pensiero politico

Edizioni ETS, pagg.384, Euro 25,00

 

lenci_viaggio  IL LIBRO – Viaggio nella democrazia vuole essere una ricostruzione storica dell'idea democratica e, nel contempo, un bilancio di significati, di contese e di classificazioni che la storia consegna alla teoria e alla prassi politica contemporanea. A quella teoria e a quella prassi che hanno sì eletto il linguaggio della democrazia a modello imprescindibile di riferimento, ma si sono poi prestate a declinazioni spesso ambigue e contraddittorie. Celiando ma non troppo, si potrebbe ripetere oggi del verbo democratico quello che Montesquieu osservava a proposito della libertà: che è una parola così bella che ciascuno identifica con essa ciò che corrisponde ai propri gusti e alle proprie inclinazioni, più verosimilmente ai propri intendimenti del potere, del rapporto tra popolo, cultura e potere. Di qui, per cercare di mettere a fuoco il rapporto tra storia e contemporaneità, il paletto cronologico che è stato posto agli interventi del Convegno, sacrificando le esperienze classiche e le stesse pulsioni "democratiche" che attraversano il medioevo: l'incipit nella fondazione rousseauviana della concezione moderna della democrazia, in quanto incipit che fa da snodo alle relazioni attraverso cui la democrazia ora contende ora si intreccia con il repubblicanesimo, con il liberalismo e con il socialismo.
  Con scritti di: John Dunn, Iain Hampsher-Monk, Mauro Lenci, Gabriella Silvestrini, Ruth Scurr, Mark Philp, Maria Luisa Cicalese, Gian Mario Bravo, Ginevra Conti Odorisio, Sergio Amato, Claudio Palazzolo, Aurelia Camparini, Carmelo Calabrò, Giovanni Belardelli, Paolo Bagnoli, Michela Nacci, Giuseppe Buttà, Corrado Malandrino, Roberto Giannetti, Dino Cofrancesco, Gianfranco Borrelli.

  DAL TESTO – “[…] i grandi raduni nazionalsocialisti potevano apparire ai partecipanti come una forma di democrazia infinitamente migliore di quella parlamentare: lì la vita riacquistava il senso perduto e tutti, nel processo di fusione comunitaria, sentivano di partecipare alla formazione della volontà generale. Il fenomeno interessò uno strato della popolazione tedesca ben più numeroso dei partecipanti alle manifestazioni del partito: «In quel mesi - ha scritto uno studioso riferendosi al periodo immediatamente successivo alla presa del potere - si fusero assieme speranze di riconquista della grandezza nazionale e utopie di una società migliore e più "sociale". Per quanto possa suonare paradossale, la fine della democrazia sembrò coincidere per molti con l'inizio di una vera dominazione popolare, tanto che negli anni successivi Hitler non si stancò mai di contrapporre alle "democrazie capitaliste" la sua dittatura totalitaria, in quanto forma di democrazia più alta e più vera».
  “È innegabile che il nazionalsocialismo si poneva in aperta antitesi alla rivoluzione francese e che ancor prima, al principio dell'Ottocento, la stessa idea nazionale tedesca s'era strutturata attorno alla percezione di una insanabile diversità rispetto al mondo della Zivilisation europeo-occidentale. E tuttavia anche la Germania non era rimasta impermeabile a quella democratizzazione della politica che si era affermata a partire dalla rivoluzione dell'89. «Da allora - ha scritto Karl Dietrich Bracher - anche la dittatura ha un altro volto, si serve di altri mezzi, acquista altre possibilità di dominio totale, utilizzando, manipolando, mistificando le idee di libertà e di comunità del movimento democratico». Nonostante i misticismi razziali, l'antiegualitarismo, l'esaltazione della gerarchia e quant'altro collocava il nazionalsocialismo agli antipodi della tradizione democratica europea, è anche vero che nei suoi richiami alla «comunità di popolo» riviveva pur sempre, come ha osservato George Mosse, «una forma modificata della volonté genérale di ascendenza rousseauiana». Per questa via il regime rivendicava una legittimazione democratica, concepita evidentemente in modo del tutto opposto rispetto alla democrazia parlamentare e cioè come totale inclusione degli individui nell'entità collettiva del Volk. Era un aspetto, questo, che veniva richiamato anche da osservatori contemporanei, come ad esempio il giovane Delio Cantimori, per il quale nel nazionalsocialismo aveva già preso forma («con una mistica speciale») quella «democrazia antindividualistica e autoritaria» verso cui stavano evolvendo di fatto le democrazie moderne”.

  I CURATORI – Mauro Lenci è ricercatore di Storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Univer-sità di Pisa. È autore di Individualismo democratico e liberalismo aristocratico nel pensiero politico di Edmund Burke, Pisa- Roma 1999 e di Le metamorfosi dell’antil-luminismo. Aspetti ed itinerari del dibattito sui Lumi nella storia del pensiero politico, Pisa 2007.
  Carmelo Calabrò è borsista di ricerca in Storia delle dottrine politiche presso il Di-partimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pisa. È autore di Il so-cialismo mite. Rodolfo Mondolfo tra marxi-smo e democrazia, Firenze 2007 e di Libe-ralismo, democrazia, socialismo. L’itinera-rio di Carlo Rosselli, Firenze 2009.

  INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Claudio Palazzolo – Introduzione, di Mauro Lenci, Carmelo Calabrò - Parte prima - Disambiguating democracy, di John Dunn - The conceptual formation of “democracy”, di Iain Hampsher-Monk - Dalla liberta religiosa alla liberta politica: il radicalismo anglo-americano, 1689-1776, di Mauro Lenci - Rousseau e la tradizione repubblicana: repubblica, democrazia ed elezioni, di Gabriella Silvestrini - Thewager on virtue: Robespierre’s under standing of democratic politics, di Ruth Scurr - Reaching for democracy in Britain 1760-1830, di Mark Philp - Mill, Tocqueville e la tirannia della maggioranza, di Maria Luisa Cicalese - Marx, Engels e la democrazia borghese. Tesi, di Gian Mario Bravo - Donna e democrazia nell’Ottocento europeo. Harriet Martineau e Anna Maria Mozzoni, di Ginevra Conti Odorisio - Il dibattito teorico-politico sulla democrazia nella Spd d’anteguerra: Kautsky e Bernstein, di Sergio Amato - Parte seconda - La lunga marcia verso la democrazia industriale. Percorsi teorici del socialismo britannico, di Claudio Palazzolo – Elitismo e democrazia nel socialismo italiano: il caso Claudio Treves, di Aurelia Camparini - La cultura socialista in Italia tra la crisi della democrazia e l’avvento del fascismo, di Carmelo Calabrò - Il nazionalsocialismo come “democrazia totalitaria”, di Giovanni Belardelli - Il CLN e la democrazia repubblicana, di Paolo Bagnoli - Valore e limiti della democrazia in Russell e Lippmann, di Michela Nacci - Modello madisoniano e democrazia “poliarchica”: Robert A. Dahl, di Giuseppe Buttà - Democrazia e federalismo nel pensiero politico italiano contemporaneo, di Corrado Malandrino - La teoria democratica nel pensiero di Norberto Bobbio, di Roberto Giannetti - La democrazia liberale tra i falsi amici e i nemici di sempre, di Dino Cofrancesco - Riconoscere le trasformazioni: codici a barre e post-democrazia, di Gianfranco Borrelli - Indice dei nomi