Il piacere |
Gabriele D'Annunzio Il piacere Baldini Castoldi Dalai, pagg.399, Euro 7,90
IL LIBRO - Andrea Sperelli non è il semplice protagonista di un romanzo, è qualcosa di più: il rappresentante di un modo di vivere "unico e inimitabile", l'esteta, colui che vuole vivere la vita come un'opera d'arte, che dice "sì alla vita". Andrea Sperelli ama il Bello, lo ricerca in ogni cosa e lo afferma in ogni gesto: negli arredi dell'appartamento di Palazzo Zuccari e nelle sfide a duello, nella poesia e nelle arti figurative, nel rapporto con gli amici e con le donne. Andrea Sperelli, come Dorian Gray, come Des Esseintes, vive l'attimo presente e disprezza le volgarità del mondo borghese, dal quale, pure, entra ed esce a piacimento. Andrea Sperelli è un irresistibile seduttore e un focoso amante. In una Roma corrotta e lussuriosa, dove ancora riecheggia l'antica grandezza, D'Annunzio traspone un alter ego sensuale e appassionato, un uomo volubile ed estremo, negli slanci come nelle bassezze. Un eroe decadente, destinato, sempre e comunque, alla solitudine dei "grandi".
DAL TESTO - "Come per il divino elegiopéo di Faustina, per essi Roma s'illuminava d'una luce novella. Ovunque passassero, lasciavano una memoria d'amore. Le chiese remote dell'Aventino, Santa Sabina su le belle colonne di marmo parlo, il gentil verziere di Santa Maria del Priorato, il campanile di Santa Maria in Cosmedin, simile a un vivo stelo roseo nell'azzurro, conoscevano il loro amore. "Le ville dei cardinali e dei principi: la villa Pamphily, che si rimira nelle sue fonti e nel suo lago tutta graziata e molle, ove ogni boschetto par chiuda un nobile idillio ed ove i balaustri lapidei e i fusti arborei gareggian di frequenza; la villa Albani, fredda e muta come un chiostro, selva di marmi effigiati e museo di bussi centenari, ove dai vestiboli e dai portici, per mezzo alle colonne di granito, le cariatidi e le erme, simboli d'Immobilità, contemplano l'immutabile semetria del verde; e la villa Medici che pare una foresta di smeraldo ramificante m una luce soprannaturale; e la villa Ludovisi, un po' selvaggia, profumata di viole, consacrata dalla presenza della Giunone cui Wolfgang adorò, ove in quel tempo i platani d'Oriente e i cipressi dell'Aurora, che parvero immortali, rabbrividivano nel presentimento del mercato e della morte; tutte le ville gentilizie, sovrana gloria di Roma, conoscevano il loro amore. "Le gallerie del quadri e delle statue; la sala borghesiana della Danae dinanzi a cui Elena sorrideva quasi rivelata, e la sala degli specchi ove l'imagine di lei passava tra i putti di Ciro Ferri e le ghirlande di Mario de' Fiori; la camera dell'Eliodoro, prodigiosamente animata della più forte palpitazione di vita che il Sanzio abbia saputo infondere nell'inerzia d'una parete, e l'appartamento dei Borgia, ove la grande fantasia del Pinturicchio si svolge in un miracoloso tessuto d'istorie, di favole, di sogni, di capricci, di artifizi e di ardiri; la stanza di Galatea per ove si diffonde non so che pura freschezza e che serenità inestinguibile di luce, e il gabinetto dell'Ermafrodito, ove lo stupendo mostro, nato dalla voluttà d'una ninfa e d'un semidio, stende la sua forma ambigua tra il rifulgere delle pietre fini; tutte le solitarie sedi della Bellezza, conoscevano il loro amore. "Essi comprendevano l'alto grido del poeta: "Eine Welt war bist Du, o Rom!" Tu sei un mondo, o Roma! Ma senza l'amore il mondo non sarebbe il mondo, Roma stessa non sarebbe Roma". E la scala della Trinità, glorificata dalla lenta ascensione del Giorno, era la scala della Felicità, per l'ascensione della bellissima Elena Muti."
L'AUTORE - Gabriele d'Annunzio (Pescara 1863 - Gardone 1938) ha dominato la scena letteraria italiana fin da quando, sedicenne, pubblicò i primi versi. Per più di mezzo secolo - poeta, narratore, drammaturgo, retore e guerriero - ha impresso un sigillo inconfondibile su un'epoca.
INDICE DELL'OPERA - Introduzione – Antologia critica – Guida bibliografica – A Francesco Paolo Michetti – Libro primo – Libro secondo – Libro terzo – Libro quarto |