La crisi dello Stato tra decisione e norma |
Julien Freund La crisi dello Stato tra decisione e norma Guida, pagg.296, Euro 15,50
IL LIBRO - Quest'opera costituisce una raccolta di saggi giustfilosofici e politologici dello scrittore alsaziano Julien Freund morto nel 1993. Come Freund così anche Agostino Carrino, che ha curato il libro, si oppone al pensiero di Kelsen circa la possibilità della risoluzione automatica dei conflitti di norme nel diritto stesso. Per Kelsen il diritto, essendo il diritto della scienza giuridica, è coerente e non esiste antinomia di norme. Egli crede di poter reprimere l'irrazionale e di poter scongiurare l'imprevisto dell'eccezione. Freund, invece, evidenzia nel pensiero moderno e contemporaneo un profondo conflitto tra chi pensa che il mondo possa essere razionalizzato e tra chi sa che non tutto ha una spiegazione razionale. 1 saggi di Freund, ivi raccolti, si contrappongono al logicismo formalistico di Keisen mostrando i limiti del puro formalismo e del razionalismo astratto. Punto centrale del suo pensiero è che il diritto, essendo un fenomeno sociale, sia destinato ad essere contaminato dalla realtà.
DAL TESTO - "In quanto configurazione storica, lo Stato non ha cessato di evolvere dal momento della sua apparizione nell'età del Rinascimento. Non è rimasto immutato nella sua forma originaria di Stato assoluto del XVII secolo. In effetti, sotto l'influsso del liberalismo, è divenuto nel corso del XIX secolo un'istanza di neutralizzazione. Ancora oggi esso è considerato in questa veste, ad esempio nel caso di conflitti sociali. Una capacità neutralizzatrice che è andata accentuandosi nei giorni nostri a causa, crediamo, della preponderanza crescente della tecnica. In realtà, la tecnica non è un'attività neutrale, per sua stessa natura essa esprime come l'insieme dei mezzi necessari al conseguimento dei fini che essa stessa pone in essere. Non deve perciò sorprendere il fatto che lo Stato utilizzi la tecnica alla stregua di uno strumento di dominio. Ciò che maggiormente colpisce è la sua ennesima evoluzione verso ciò che Schmitt ha definito lo «Stato totale». Diversamente da alcune intepretazioni, non si tratta di una teoria dello Stato totalitario, ma della constatazione di uno sviluppo in direzione dell'iperstatualismo, nel senso che lo Stato ha oggi la tendenza ad intervenire in tutti gli ambiti, economico, culturale o d'altro tipo, sotto la forma di Stato assistenziale".
L'AUTORE - Julien Freund (1921-1993) è stato, sulla scia di Carl Schmitt e Raymond Aron, uno degli esponenti di punta del realismo politico europeo. Sociologo e filosofo, dal 1965 al 1978 ha insegnato presso l'Università di Strasburgo, dove nel 1970 ha fondato l'Institut de polèmologie. La sua opera più famosa è L'essence du politique (1965). Tra i suoi lavori apparsi in Italia: Sociologia di Max Weber (1968), Pareto. La teoria dell'equilibrio (1976), La fine dello spirito europeo (1983), Diritto e politica. Saggi di filosofia giuridica (1994), Il Terzo, il Nemico, il Conflitto. Materiali per una teoria del Politico (1995), Che cos'è la politica? (2001), Voci di teoria politica (2001).
INDICE DELL'OPERA - Introduzione, di Agostino Carrino - Parte prima. Diritto, politica, conflitto - I. Diritto e politica. Saggio di definizione del diritto - II. L'essenza del diritto - III. Diritto e conflitto - IV. La dialettica del diritto - Parte seconda. Stato, potere, decisione - I. La crisi dello Stato - II. Il potere è rivoluzionario o reazionario? - III. L'essenza della decisione - Parte terza. Tra Weber e Schmitt - I. La razionalizzazione del diritto secondo Max Weber - II. Le linee-chiave del pensiero politico di Carl Schmitt - III. La teologia politica secondo Carl Schmitt - Postfazione, di Alessandro Campi - Nota editoriale |