Iustissima Tellus Stampa E-mail

a cura di Luca Valentini

Iustissima Tellus
Carl Schmitt e la resistenza filosofica alla talassocrazia


Edizioni Arktos, pagg.144, € 16,00

 

aavv iustissima  Il volume "Iustissima Tellus. Carl Schmitt e la resistenza filosofica alla talassocrazia", curato da Luca Valentini, popone una riflessione articolata e profonda sui temi della geopolitica, della filosofia politica e della tradizione giuridica, attraverso il pensiero del giurista tedesco Carl Schmitt e la sua opera "Terra e Mare". La raccolta di saggi, che vede la partecipazione di studiosi di spicco nel campo del pensiero tradizionalista, esplora l'antica e sempre attuale dicotomia tra terra e mare, simbolo di forze opposte e complementari, per riflettere su come tale polarità possa essere letta in chiave filosofica e politica nella contemporaneità.

  Nel testo, viene evocato l'antico simbolismo della Terra come la Grande Madre, principio di stabilità e forza, in contrapposizione al caos delle acque, da sempre associate al mare, spazio dell'indeterminatezza e del dinamismo. L'analisi filosofica proposta si concentra sul pensiero di Carl Schmitt, che in "Terra e Mare" aveva rintracciato la chiave di lettura per interpretare i conflitti e le dinamiche politiche globali del suo tempo, attraverso una distinzione netta tra la potenza terrena, simbolo della solidità e della centralità statale, e l'espansione marittima, emblema di una talassocrazia globalizzata, dominata da potenze economiche e finanziarie transnazionali.

  Il volume si apre con l'Introduzione di Andrea Benzi, che delinea il contesto storico e filosofico in cui Carl Schmitt sviluppò le sue riflessioni, fornendo al lettore un quadro chiaro e preciso delle implicazioni delle sue teorie, che non solo hanno avuto un impatto profondo sulla politica internazionale, ma anche sul pensiero giuridico e sulla comprensione della sovranità statale.

  L'intervento di Luca Valentini, dal titolo "Iustissima Tellus: da Virgilio a Schmitt, per la sacralità del Nomos", apre la sezione centrale del libro, articolando la connessione tra la tradizione classica e l'analisi schmittiana. Valentini ricostruisce il legame tra la simbologia della Terra in Virgilio e il pensiero politico di Schmitt, ponendo in evidenza come la sacralità del Nomos (l'ordine giuridico e politico) sia intimamente legata alla concezione della Terra come luogo di stabilità e potere. Valentini non si limita a una mera esegesi, ma propone un'interpretazione che cerca di restituire una lettura moderna e rilevante delle teorie schmittiane, ancorandole alle sfide politiche e culturali del XXI secolo.

  Il saggio di Eduardo Zarelli, "Carl Schmitt e la guerra degli elementi", è uno degli apporti più interessanti del libro, in quanto esplora la concezione schmittiana della politica attraverso il prisma degli elementi naturali. Zarelli indaga la dialettica tra terra e mare non solo come una metafora geopolitica, ma anche come una vera e propria visione ontologica, in cui le forze naturali determinano le dinamiche di conflitto e l'alleanza tra le nazioni. In questo contesto, la "guerra degli elementi" non è solo una questione di strategia militare, ma anche di lotta ideologica e culturale, in cui le potenze terrestri cercano di preservare la propria sovranità contro le forze destabilizzanti della talassocrazia.

  Luca Siniscalco, nel suo contributo "Anche lo spirito della terra può ritornare. Itinerari rivoluzionario-conservatori", si concentra sulla possibilità di una resistenza filosofica alla globalizzazione e alla modernità, che ha portato alla predominanza della potenza marittima e alla marginalizzazione della forza territoriale. Siniscalco esamina come alcune correnti di pensiero riconducibili alla Rivoluzione conservatrice possano trovare in Schmitt un punto di riferimento per un ritorno alla centralità della terra, intesa come principio di stabilità politica, culturale e giuridica.

  Marco Zenesini, in "Terra e mare: la storia come racconto e scelta", riflette sul significato simbolico della narrazione storica, ponendo l'accento sulla necessità di "scegliere" la propria identità geopolitica in un mondo sempre più dominato dalle dinamiche di una globalizzazione marittima. Zenesini esamina come la tensione tra terra e mare possa essere interpretata come una scelta fondamentale nella costruzione della storia, in cui le nazioni devono decidere se abbracciare la fluidità del mare o mantenere la solidità della terra.

  Infine, Stefano Sogari, nel saggio "Stato Etico e Teologia della Politica: la sfida di Carl Schmitt alla modernità", esplora il pensiero schmittiano in relazione alla sfida che esso pone alla modernità e alla sua concezione dello Stato. Sogari evidenzia come Schmitt, nel suo pensiero teologico-politico, proponesse una visione radicalmente antitetica rispetto alla modernità liberale, incentrata sulla sacralità della politica e sulla centralità della decisione sovrana, che trova nel concetto di "nomos" una delle sue espressioni più alte.

  "Iustissima Tellus" si presenta, dunque, come un'opera di grande valore per avvicinarsi al pensiero di Carl Schmitt e alle sue implicazioni filosofiche e politiche, offrendo non solo una lettura approfondita delle sue teorie, ma inserendole anche in un contesto storico e filosofico più ampio. Il pregio del libro risiede nella sua capacità di combinare la profondità del pensiero schmittiano con le riflessioni di autori contemporanei, che sapientemente rielaborano le sue idee per rispondere alle sfide del nostro tempo. La riflessione sul rapporto tra terra e mare, su ciò che rappresentano simbolicamente e politicamente, si conferma un tema di straordinaria attualità e rilevanza.