Mircea Eliade
Le religioni e il folklore dell'Europa orientale Da Zalmoxis a Gengis Khan a cura di Horia Corneliu Cicortaș
Edizioni Mediterranee, pagg.320, € 27,00
Il volume "Da Zalmoxis a Gengis-Khan", pubblicato in Francia nel 1970, rappresenta un'importante raccolta di saggi scritti da Mircea Eliade nel corso di tre decenni. Questi saggi sono dedicati allo studio dei miti e delle tradizioni religiose pre- e post-cristiane dell'Europa centro-orientale. Partendo dall'analisi dei Geto-Daci e concentrandosi sul culto del dio Zalmoxis, l'Autore estende le proprie ricerche in una prospettiva comparata, esplorando i temi del dualismo religioso e approfondendo alcune celebri leggende e narrazioni popolari rumene, come la Leggenda di Mastro Manole e La pecorella veggente.
Mircea Eliade si sofferma anche sui miti cosmogonici presenti nelle tradizioni folkloriche dell'est Europa, esaminando i miti fondativi, i riti del costruire, e le tradizioni popolari legate alla raccolta e all'uso della mandragora e di altre erbe medicinali. Senza tralasciare le pratiche magiche e sciamaniche, l'Autore offre una panoramica completa e dettagliata delle credenze e delle pratiche spirituali della regione.
Il volume è basato su una solida documentazione ma è scritto in modo accessibile e coinvolgente, rendendolo un punto di riferimento per la ricerca sulle tradizioni religiose dell'Europa centrale e orientale. Questa nuova edizione italiana, riveduta e corretta, include anche un breve inedito di Eliade, arricchendo ulteriormente il già vasto panorama offerto dal libro.
Il libro si apre con una "Nota alla nuova edizione italiana", l'Introduzione curata da Horia Corneliu Cicortaș, la Prefazione e vari approfondimenti su temi legati alla cultura rumena.
Uno dei saggi presenti è intitolato "I Daci e i lupi", un'analisi dettagliata che mette in luce la relazione tra il popolo della Dacia e il simbolismo del lupo nella cultura rumena. Questo argomento si lega strettamente ai miti e alle leggende riguardanti Zalmoxis, antico dio venerato nella regione.
Un altro saggio è "Il Diavolo e il buon Dio: la preistoria della cosmogonia popolare rumena", che esplora le radici e le influenze delle credenze popolari sulla dualità tra il bene e il male. Attraverso questo studio, il lettore viene condotto in un viaggio nel passato della Romania, alla scoperta delle antiche credenze che hanno plasmato la mentalità e la cultura del popolo rumeno.
Il principe Dragoș e la caccia rituale sono invece il focus di un altro saggio, che analizza il legame tra la figura storica del principe Dragoș e le pratiche rituali legate alla caccia. Questo tema si intreccia con le leggende su Mastro Manole e il monastero d'Argeș, offrendo una panoramica sulle tradizioni artistiche e architettoniche della Romania.
La presenza dello sciamanismo presso i Romeni è invece oggetto di un ulteriore approfondimento, che esplora le pratiche mistiche e spirituali presenti nella cultura rumena. Da qui si sviluppa la discussione sul culto della mandragora in Romania, una pianta dalle proprietà mistiche che ha suscitato fascino e superstizione nel corso dei secoli.
Infine, il saggio dedicato alla "La pecorella veggente" offre un'ulteriore testimonianza della ricchezza e della complessità delle tradizioni religiose e mitologiche rumene, fornendo al lettore una visione completa e articolata del patrimonio culturale dell'Europa centro-orientale. Questi saggi, infatti, offrono non solo un'analisi approfondita delle credenze e delle pratiche religiose della Romania, ma anche una riflessione più ampia sul significato e sull'importanza della cultura rumena nel contesto europeo. |