Fidel Castro. L'ultimo "re cattolico" Stampa E-mail

Loris Zanatta

Fidel Castro
L'ultimo "re cattolico"


Salerno Editrice, pagg.448, € 23,00

 

zanatta fidel  Fidel Castro, il controverso leader cubano, è stato spesso associato all'ideologia marxista e al periodo della Guerra fredda. Tuttavia, un'analisi più approfondita della sua figura rivela un legame inaspettato con la tradizione cattolica ispanica in America Latina. In realtà, Castro potrebbe essere considerato come il prolungamento coerente e contemporaneo della lotta della Spagna cattolica contro l'illuminismo e la modernità liberale, movimenti strettamente legati alle tradizioni protestanti.

  La biografia di Castro, la sua formazione e il suo sistema di valori riflettono la visione organica del mondo propria di questa eredità. Oltre a essere una figura politica di spicco, in questo volume di Loris Zanatta (docente di Storia dell'America Latina all'Università di Bologna), Castro emerge come un vero e proprio leader "religioso", più che politico. Egli si erge come Re e Pontefice di un ordine confessionale che riunisce ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società. Il suo regime totalitario non si conformò ai modelli socialisti dei suoi alleati, ma crebbe spontaneamente dalla matrice antiliberale tipica del populismo latino. Possiamo considerare il falangismo, il peronismo e il chavismo come i suoi parenti più prossimi.

  Lo Stato guidato da Castro era caratterizzato da un'etica ferrea, votato a catechizzare i suoi fedeli e a convertire gli infedeli. La forza del regime derivava non solo dalla fede incrollabile che animava Castro, ma anche dalla potenza dei suoi eserciti. Si potrebbe affermare che il comunismo di Castro, da questa prospettiva, rappresentasse l'incarnazione di un'utopia cristiana, un movimento mirante a unire cristiani e musulmani nella lotta contro il peccato liberale e capitalista. Nonostante le promesse di prosperità, al momento della sua morte, Castro cantava le lodi della povertà evangelica, consapevole dei disastri economici che aveva lasciato dietro di sé come eredità.

  L'odio di Castro per il liberalismo, la democrazia rappresentativa, le libertà individuali, l'economia di mercato e i Paesi occidentali era fortemente radicato nella sua concezione organica del mondo. Questo disprezzo si può considerare il naturale corollario delle sue convinzioni religiose e politiche. Castro si considerava sia un difensore del Cattolicesimo sia un oppositore delle influenze nordamericane nella regione latinoamericana.