a cura di Antonio Varsori e Gennaro Acquaviva
Craxi e il ruolo dell'Italia nel sistema internazionale
il Mulino, pagg.536, € 38,00
Questo volume curato da Antonio Varsori (docente di Storia della politica estera italiana presso l'Università di Padova e di History of Italian Foreign Policy presso l'Università LUISS di Roma) e Gennaro Acquaviva (fondatore e presidente della Fondazione Socialismo) è un contributo prezioso e stimolante per la comprensione del ruolo dell'Italia nel contesto internazionale negli anni '80 del Novecento.
Bettino Craxi è una figura di grande importanza per comprendere la storia dell'Italia repubblicana, in particolare dalla seconda metà degli anni Settanta fino alla fine della cosiddetta "Repubblica dei partiti". Se finora gli studiosi si sono concentrati soprattutto sulle vicende interne al Paese, non si può ignorare il ruolo e l'immagine di Craxi a livello internazionale.
Recenti fonti archivistiche italiane e straniere consentono di analizzare l'azione internazionale dell'Italia durante i governi di Craxi, nel periodo 1983-1987, e di conoscere le opinioni dei maggiori attori internazionali sul leader socialista dalla sua ascesa alla segreteria del Psi fino alla fine degli anni Ottanta.
Il volume promosso dalla Fondazione Socialismo, che include contributi di vari studiosi italiani, esamina diversi temi, tra cui le considerazioni delle autorità statunitensi sulla carriera politica di Bettino Craxi, le sue posizioni in merito alla costruzione europea, la "ostpolitik" del suo governo, i rapporti con l'Unione Sovietica, le relazioni con il Medio Oriente e l'atteggiamento nei confronti di alcuni importanti partner europei.
L'analisi degli studiosi permette di tracciare un quadro innovativo, che non riguarda solo il ruolo di Craxi ma anche l'impatto dell'azione internazionale dell'Italia e l'atteggiamento dei suoi maggiori interlocutori.
Il contributo intitolato "Great Expectations. Craxi e l'Italia visti da Londra, 1976-1987" è firmato da Giulia Bentivoglio" ed esamina il rapporto tra il leader socialista e la Gran Bretagna, uno dei paesi più importanti dell'Europa occidentale durante la Guerra fredda. In quel periodo, Craxi cercò di mantenere uno scambio proficuo con gli inglesi, lavorando sia a livello istituzionale sia culturale.
Nel secondo capitolo, "La politica mediorientale del primo governo Craxi", Massimo Bucarelli approfondisce il ruolo dell'Italia nella questione palestinese. Craxi cercò di mediare tra Israele e i palestinesi e di far avanzare i negoziati di pace. L'Italia, grazie alla sua posizione geografica e diplomatica, riuscì anche a far dialogare paesi che non avevano relazioni bilaterali.
Elena Calandri, nel terzo capitolo intitolato "«Nuovo terzomondismo»: l'Italia di Craxi e il rapporto Nord-Sud alla prova del neoliberal turn", mette in luce l'attenzione dell'Italia alla cooperazione internazionale e alla lotta alla povertà. Craxi cercò di far partecipare anche i Paesi in via di sviluppo nell'economia globale, mantenendo comunque un equilibrio politico. La politica economica di Craxi si potrebbe definire un "compromesso tra crescita e redistribuzione", che cercava di coniugare il profitto con il benessere sociale.
Il contributo di Daniele Caviglia è intitolato "Craxi e la Banca d'Italia" e si concentra sulla difficile relazione tra il governo e Bankitalia, che rappresentava una sorta di "vincolo esterno" alla gestione economica nazionale. Craxi cercò di allentare la rigidità della Banca, ma ciò causò anche una serie di tensioni istituzionali.
Nel quinto capitolo, "L'uomo giusto al posto giusto (e al momento giusto). Gli Stati Uniti e l'ascesa di Craxi: dal Midas al «caso Moro»", Giovanni Mario Ceci racconta il rapporto degli Stati Uniti con Craxi in svariati momenti della storia italiana, tra cui il "caso Moro".
"Dalla segreteria alla presidenza del Consiglio. La riscoperta della dimensione internazionale dell'Italia e il rapporto privilegiato con i paesi d'oltrecortina" è il titolo dell'intervento di Volodia Clemente e Elena Dundovich, dove si descrive la "rinascita" dell'Italia a livello internazionale, avvenuta grazie all'ascesa di Craxi al vertice del governo. L'Italia ritornò ad avere una posizione di rilievo nella politica estera, con il recupero di un rapporto privilegiato con i paesi d'oltrecortina.
Michele Di Donato, nel saggio dal titolo "Craxi e l'Internazionale socialista", analizza il ruolo del leader socialista nell'organizzazione internazionale dei partiti socialisti. Il segretario del Psi cercò di allargare l'area di influenza del socialismo e di far "evolvere" il partito in modo coerente con le sfide del tempo.
Nel contributo di Daniele Pasquinucci, avente per titolo "Bettino Craxi e il processo di integrazione europea", viene esaminato il ruolo di Craxi nella costruzione dell'Unione Europea. Craxi credeva che l'Integrazione europea dovesse avvenire in modo "funzionale", ovvero grazie alla collaborazione e all'intesa tra gli Stati membri.
Nel complesso, il volume curato da Varsori e Acquaviva rappresenta un contributo di grande valore per la comprensione del ruolo dell'Italia nel contesto internazionale degli anni '80. Attraverso un'analisi attenta e approfondita, viene messa in luce la capacità di adattamento dell'Italia alle condizioni internazionali, sottolineando il ruolo decisivo che ha avuto nella definizione del quadro politico e strategico dell'Europa Occidentale. In particolare, emerge la figura di Bettino Craxi, il cui ruolo nella promozione della politica estera italiana e nel processo di integrazione europea è stato fondamentale. |