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Santi e rivoluzionari hanno operato un radicale cambiamento nella società, ma i connotati e gli esiti dell’una e dell’altra rivolta appaiono diversissimi. Da una parte l’ordine, l’armonia, l’amore; dall’altra il contrasto, la lotta, la contrapposizione cieca, l’anarchia. Ecco allora il pensiero e l’opera di Lutero, Enrico VIII, Napoleone, Feuerbach, Marx, Freud; ecco il liberalismo e il marxismo, il totalitarismo del partito e della razza; la divinizzazione dello Stato e infine, come esito ultimo, l’imperio dei sensi, del mercato, del denaro. Per converso, ecco le figure dei santi, con il loro realismo, con lo sguardo costantemente...
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La proclamazione del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861, segnò formalmente l'unita' del Paese, anche se ancora mancavano Roma e le Venezie. La nascita del Regno non significò, però, il ritorno della pace. In quello stesso periodo, infatti, s'inaspriva nel Mezzogiorno la "sciagurata e ingloriosa guerra" (la definizione è di Aurelio Saffi) che contrapponeva le truppe del nuovo Stato ai ribelli meridionali. Nell'armata cafona c'erano nostalgici dei Borbone, cittadini feriti dai soprusi del nuovo potere, pastori e braccianti senza terra che si ribellavano ai nuovi assetti proprietari, criminali comuni. La guerriglia impegnò nel Sud oltre...
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Nell'inverno del 1429, una giovane donna in abiti maschili si presentò alla corte di Carlo VII, delfino di Francia. Diceva di sentire voci dal Cielo. Nata in un villaggio della Lorena, regione di frontiera dove scorrerie e saccheggi erano all'ordine del giorno, quella fanciulla semplice, figlia di contadini, sosteneva di essere investita di una missione divina: doveva mettersi a capo delle truppe di Carlo per debellare l'esercito inglese e riconquistare i territori che spettavano di diritto al re. Che fosse una pazza o un'eroina, una lucida condottiera o una contadina invasata, una strega o una santa, certo è che Giovanna d'Arco fu in grado in...
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Una società opulenta e miserevole, tanto piena di risorse quanto fragile e sull'orlo dell'abisso. Potrebbe essere l'Italia di oggi, invece è la Firenze del magnifico trecento e del sommo poeta. La città dei politici assetati di potere e di gloria, dei banchieri e dei commercianti, che per conquistare onori e ricchezze avevano una sola carta da giocare: la politica. Come fece Dante e come racconta Il poeta e il cavaliere, svelando non poche analogie con la storia odierna e i suoi protagonisti. Un'occasione, per rileggere la vita e le opere di Dante con intenzioni e occhi nuovi, rompendo quel muro di omertà accademica e ammuffito...
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