Guerra aerea e razionalità giuridica (1899-1938) Stampa E-mail

Filippo Ruschi

Guerra aerea e razionalità giuridica
(1899-1938)


Giuffrè Francis Lefebvre, pagg.XIV-516, € 74,00

 

ruschi guerra  Il XX secolo ha visto una straordinaria evoluzione nella natura della guerra, dovuta in gran parte alla rapida innovazione tecnologica, in particolare nel campo dell'aviazione. L'emergere dell'aviazione militare rappresentò una vera e propria rivoluzione, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello etico e giuridico, poiché i conflitti bellici assunsero nuove forme di violenza e distruzione. La guerra aerea, che iniziò con i primi voli pionieristici dei fratelli Wright nel 1903, si sviluppò rapidamente, raggiungendo la sua forma più tragica e devastante durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), quando vennero effettuati i primi bombardamenti aerei di massa su centri urbani, segnando una rottura definitiva con la guerra tradizionale, quella combattuta a livello terrestre.

  L'aeronautica non solo ha trasformato le modalità di combattimento, ma ha anche sollevato nuove sfide sul piano giuridico internazionale. In un mondo che ancora tentava di orientarsi verso una regolamentazione delle guerre, la verticalizzazione del conflitto – la possibilità di proiettare la forza oltre ogni barriera fisica – ha posto interrogativi circa i limiti della violenza bellica e la protezione delle popolazioni civili. Le questioni relative alla legittimità dei bombardamenti aerei, alle regole della guerra aerea, e alla responsabilità giuridica degli Stati per le azioni delle loro forze aeree, sono diventate tematiche centrali nelle discussioni diplomatiche e giuridiche dell'epoca.

  L'opera di Filippo Ruschi, "Guerra aerea e razionalità giuridica (1899-1938)", affronta la storia della guerra aerea attraverso una prospettiva giuridica e filosofica, esplorando la difficoltà di rispondere alla sfida della regolamentazione di un conflitto che, fin dalle sue origini, si è spinto oltre i confini tradizionali della guerra, mettendo in luce come la società internazionale abbia faticato a creare norme giuridiche capaci di rispondere alla nuova realtà bellica.

  Filippo Ruschi, attraverso una scrittura densa e rigorosa, si concentra su un aspetto fondamentale della guerra aerea: la sua difficile gestione giuridica a livello internazionale. Partendo dai primi sviluppi tecnologici del volo, Ruschi descrive l'evoluzione della guerra aerea come un processo incontrollato, che rapidamente ha superato le capacità della diplomazia e della legislazione internazionale dell'epoca di trovare una risposta adeguata.

  Il volume si articola in una serie di capitoli che analizzano il rapido progresso della tecnologia aerea, mettendo in evidenza come le prime incursioni aeree siano state accolte con incredulità, ma anche con una certa speranza di razionalizzare l'uso della forza attraverso la creazione di normative che regolamentassero i nuovi tipi di attacco. La tesi centrale di Ruschi è che, nonostante gli sforzi della comunità internazionale di porre un freno all'uso indiscriminato della forza aerea, la guerra aerea ha travolto le preesistenti strutture giuridiche, portando alla "sconfitta" della razionalità giuridica nella regolazione del conflitto.

  Ruschi adotta un approccio genealogico, cercando di ricostruire il processo storico attraverso cui si sono evoluti i tentativi di regolamentazione del conflitto aereo. La sua analisi si inserisce in un dialogo interdisciplinare, con riferimenti alla filosofia del diritto internazionale, alla storia della tecnologia, alla geopolitica e alla diplomazia. Questo approccio arricchisce la lettura, offrendo una visione complessa e multidimensionale della questione. La guerra aerea non viene trattata come un fenomeno isolato, ma come un aspetto integrato di una più ampia trasformazione delle relazioni internazionali e delle strutture di potere.

  Un tema chiave del libro è la "sconfitta" della razionalità giuridica, che si riferisce all'incapacità del diritto internazionale di adattarsi e rispondere adeguatamente alla realtà della guerra aerea. L'Autore descrive come, sebbene vi fossero sforzi per regolare l'uso della forza aerea attraverso trattati internazionali e conferenze, questi si sono rivelati inadeguati. Un esempio emblematico è la Conferenza di Ginevra del 1927, in cui i partecipanti cercarono di stabilire delle regole per l'uso della guerra aerea, ma che finirono per essere ignorate o reinterpretate in modi che non impedivano l'uso indiscriminato dei bombardamenti.

  L'Autore discute in modo approfondito come le norme internazionali, pur essendo ispirate da ideali di giustizia e umanità, non siano riuscite a fermare l'uso della violenza aerea in modo proporzionato e discriminante. Il bombardamento di città e popolazioni civili divenne una pratica sempre più accettata, complice la convinzione che la verticalizzazione della guerra fosse un fenomeno che sfuggiva al controllo delle tradizionali convenzioni internazionali.

  Un ulteriore merito del volume di Ruschi è l'analisi che offre alla luce delle sfide odierne in ambito giuridico e geopolitico. La riflessione sulla guerra aerea non si limita a un'analisi storica, ma propone interrogativi che sono ancora molto attuali. L'analogia con la rivoluzione digitale e l'introduzione di nuove tecnologie belliche, come i droni e l'intelligenza artificiale, invita il lettore a riflettere sulla continua difficoltà della comunità internazionale nell'adattarsi alle nuove realtà del conflitto. Il volume ci spinge a chiedere: in che modo il diritto internazionale può governare l'uso delle nuove tecnologie militari, e quali implicazioni etiche e giuridiche avrà la prossima "verticalizzazione" della violenza, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso?

  Il volumedi Filippo Ruschi è un contributo fondamentale per comprendere non solo la storia della guerra aerea, ma anche la sua relazione con il diritto internazionale e la filosofia giuridica. La capacità dell'Autore di intrecciare una molteplicità di saperi e prospettive, dal diritto alla tecnologia, dalla geopolitica alla filosofia, rende questo lavoro un'analisi complessa e affascinante delle difficoltà della società internazionale nel regolamentare la violenza aerea. La lettura di questo libro è imperdibile per lo studio delle dinamiche del diritto internazionale, della guerra e della tecnologia, e delle implicazioni che il futuro della guerra aerea potrebbe comportare per la giustizia globale.