Dove va la Russia Stampa E-mail

Boris Kagarlitsky

Dove va la Russia

Di Renzo Editore, pagg.96, € 12,00

 

kagarlitsky russia  La Russia di oggi si trova al centro di una delle crisi geopolitiche più gravi dalla fine della Guerra Fredda. La guerra in Ucraina e le sfide interne al sistema politico ed economico hanno sollevato interrogativi sulla direzione che il Paese sta prendendo. Boris Kagarlitsky, uno dei più influenti teorici marxisti e sociologi russi, ci offre una riflessione approfondita sul presente della Russia, basata su una lunga esperienza di dissidenza e un acuto senso critico verso i vari sistemi politici che si sono susseguiti nel Paese negli ultimi decenni. Il suo libro, "Dove va la Russia", pur trattando in modo dettagliato le problematiche contemporanee, non si limita a un'analisi politica immediata, ma esplora anche le radici storiche e le contraddizioni che attraversano la storia della Russia.

  Per comprendere le argomentazioni di Kagarlitsky, è necessario fare un passo indietro e considerare il contesto storico e politico in cui il libro si inserisce. La Russia è un Paese che ha attraversato, nel corso di un secolo e mezzo, eventi di portata epocale, che ne hanno forgiato non solo la struttura politica e sociale, ma anche l'identità collettiva. La fine dell'Impero zarista e l'ascesa del bolscevismo nel 1917 hanno segnato l'inizio di un'esperienza rivoluzionaria che avrebbe cambiato il volto del Paese e del mondo intero. La rivoluzione d'Ottobre, con la sua promessa di giustizia sociale e uguaglianza, ha dato vita all'Unione Sovietica, un esperimento che ha trovato la sua realizzazione in un sistema autoritario e centralizzato che ha, da un lato, promosso la modernizzazione, ma dall'altro ha soffocato le libertà individuali e la pluralità di pensiero.

  L'ascesa e la caduta dell'Unione Sovietica hanno rappresentato un'altra fase cruciale per la Russia. Mentre la perestrojka e la glasnost di Gorbaciov sembravano aprire il Paese verso una nuova era di riforme, la fine dell'URSS nel 1991 ha portato a una fase di disintegrazione economica, politica e sociale. La Russia post-sovietica ha vissuto anni di transizione caotica, caratterizzati da privatizzazioni selvagge, corruzione dilagante e un crescente malcontento popolare, fino all'ascesa di Vladimir Putin, che ha cercato di restaurare un ordine nazionale e internazionale. Tuttavia, le contraddizioni interne della Russia moderna, tra un forte centralismo politico e le necessità di modernizzazione economica, rimangono tuttora irrisolte.

  Il libro di Kagarlitsky, pur non ignorando la complessità di questi eventi, si distacca dalla mera analisi politica per proporre una riflessione più profonda sui significati e le contraddizioni del processo storico che ha portato la Russia alla situazione attuale.

  Boris Kagarlitsky, che ha vissuto in prima persona le vicissitudini del dissenso sovietico e ha attraversato le diverse fasi della Russia contemporanea, ha una visione particolarmente critica delle dinamiche politiche, sociali ed economiche del suo Paese. Il suo approccio è profondamente radicato nella tradizione marxista, ma non si limita a riproporre le consuete analisi di classe o a concentrarsi unicamente sulle questioni economiche. Al contrario, Kagarlitsky adotta un punto di vista ampio, che abbraccia vari ambiti, tra cui la sociologia, la storia, l'architettura e la globalizzazione, per mettere in luce le profonde contraddizioni che attraversano la Russia contemporanea.

  Nel libro, Kagarlitsky non si limita a fare una critica politica del regime di Putin. Al contrario, sviluppa una riflessione che coinvolge l'intero spettro politico, dalle figure più radicali e di sinistra, come i nostalgici dell'URSS, a quelle più conservatrici e nazionaliste, passando in rassegna non solo i protagonisti del panorama politico russo, ma anche quelli internazionali, come l'ex leader italiano Fausto Bertinotti e l'ex primo ministro britannico Tony Blair. La sua analisi si estende alla storia delle ideologie politiche e alla condizione della sinistra russa e mondiale, facendo emergere le difficoltà di un pensiero progressista in un mondo globalizzato che sembra sempre più indirizzato verso il populismo, il nazionalismo e il conservatorismo.

  Uno degli aspetti più interessanti del libro di Kagarlitsky è il suo uso dell'ironia e del cinismo, strumenti che non solo arricchiscono la sua scrittura, ma servono anche a smascherare le ambiguità della realtà politica e sociale russa. Il tono ironico consente all'Autore di disinnescare la retorica politica, senza mai cadere nel pessimismo o nel fatalismo. Kagarlitsky sa ridicolizzare senza però cadere nell'insulto, delineando con acutezza i paradossi della Russia di oggi.

  La critica alla politica di Putin è feroce, ma non gratuita. Kagarlitsky non si limita a condannare l'autoritarismo del Presidente russo, ma mette in evidenza le sue origini sociali e politiche, collegandole alle strutture economiche e sociali che hanno portato alla formazione dell'élite che governa oggi la Russia. L'Autore, inoltre, non si astiene dal criticare le ideologie che, pur nascendo dalla sinistra, hanno finito per adattarsi alle logiche di potere in Russia e nel mondo.

  "Dove va la Russia" esplora anche le sfide poste dalla globalizzazione e dalle dinamiche internazionali, analizzando il ruolo della Russia nel contesto geopolitico attuale. La Russia, secondo l'Autore, non è solo una potenza che cerca di riaffermare il suo dominio nell'Europa dell'Est e nell'Asia centrale, ma anche un Paese intrappolato in una spirale di isolamento e tensione con l'Occidente. Le politiche di Putin, purtroppo, sembrano essere più orientate alla difesa di uno status quo che non consente una vera modernizzazione o apertura, ma solo una crescente dipendenza dal potere centralizzato e da un'economia estrattiva.

  L'approccio critico di Kagarlitsky si rivela anche nel suo esame delle dinamiche sociali interne alla Russia, dalle disuguaglianze economiche alla mancanza di diritti civili, fino alla persistente repressione delle voci dissidenti. La sua analisi mette in luce come la Russia stia vivendo una crisi non solo politica, ma anche ideologica, in cui le tradizioni sovietiche, quelle imperiali e quelle moderne si mescolano creando una realtà fratturata e contraddittoria.