Luca Gallesi
I Cantos di Ezra Pound Una guida
Edizioni Ares, pagg.184, € 15,00
Nelle pagine di questo bel volume, Luca Gallesi accompagna il lettore alla scoperta dei Cantos di Ezra Pound, "un'opera infinita, nel duplice significato di non finita e non finibile, sia perché Pound ha lasciato aperta la conclusione, sia perché tratta davvero di inesauribili argomenti, luoghi, personaggi, storie dell'intero scibile umano".
L'opera – spiega l'Autore – "non è un trattato di storia o di economia, anche se di tali argomenti tratta con serietà e competenza, ma rimane, sempre e comunque, un poema, e come tale va letta. Si tratta di un viaggio – non a caso inizia proprio così – verso la conoscenza, qualunque cosa si intenda con questo vocabolo".
Nei Cantos, alla cui stesura Pound lavorò pressoché ininterrottamente dal 1915 al 1969, vengono celebrate "opere e persone che hanno fatto il bene dell'umanità, come – per esempio – Confucio, sant'Ambrogio, Sir Edward Coke, John Adams, Sigismondo Malatesta, contrapposti ai malvagi sfruttatori, monopolisti e speculatori come Alexander Hamilton, Basil Zaharoff/Zenov Metevsky e il loro archetipo, il mostro dantesco Gerione".
Nelle intenzione del poeta americano, i Cantos rappresentano "una sorta di guida didattica per il pellegrino, o meglio, riprendendo un'espressione di Rudyard Kipling, il «racconto delle tribù». Quindi, oltre alle funzioni "classiche" di un'opera letteraria, devono svolgere anche quella di definire e identificare la "tribù" per rafforzare i legami. Come possiamo immaginare, i numi tutelari della "tribù" poundiana sono tantissimi e assai eterogenei, comprendendo tutti coloro che combattono l'ipocrisia, la malafede e l'avidità, e che si battono per la giustizia, difendendo la bellezza del mondo e magnificando l'abbondanza della Natura".
Pound, nel Canto XV, evoca "l'orrenda USURA, bestia dalle mille gambe ispirata al Gerione dantesco, che domina tutti i luridi adulatori e i vigliacchi, anche qui citati con dei puntini di sospensione, anche se di almeno uno possiamo indovinare il nome dalle due lettere finali: Winston Churchill".
Con il Canto XVII – spiega Gallesi - comincia "il secondo libro del poema, pubblicato per la prima volta nel 1928 in una costosa edizione comprendente i Canti 17-27 tirata in sole 100 copie, seguita due anni dopo dall'edizione completa A Draft of XXX Cantos uscita per Hours Press di Nancy Cunard sempre in tiratura limitata (210 copie) e di lusso".
Dopo aver esaminato in maniera dettagliata la «tavolozza dei colori» (secondo la definizione del primo libro dei XXX Cantos), Gallesi offre, nella terza parte del volume, indicazioni generale sulle successive sezioni del poema, "senza approfondire ogni singolo Canto".
Degni di nota sono i Pisan Cantos, i Canti LXXIV-LXXXIV, scritti "nel Disciplinary Training Center (Dtc), il campo di prigionia costruito dagli Alleati a nord di Pisa per custodire i criminali appartenenti alle forze armate americane". Tali Canti costituiscono "la parte più sofferta e intimista dell'opera. Imprigionato per tre settimane in una gabbia esposta al solleone estivo, rinforzata dal doppio filo spinato, senza alcune protezione dalle intemperie, e con due guardie che lo sorvegliavano a vista, con la proibizione - per chiunque – di rivolgergli la parola, Pound infine collassa, e viene trasferito in una tenda dove può tornare a scrivere, riprendendo il filo interrotto di quella terribile guerra mondiale che aveva tentato di scongiurare. Non sapendo quale destino lo attenda, ma immaginando che, per l'accusa di tradimento, la condanna possa essere addirittura la morte, Pound scrive con la massima sincerità, raggiungendo punte di lirismo assoluto". |