Arafat. Il sovrano senza Stato Stampa E-mail

Stefania Limiti

Arafat
Il sovrano senza Stato


Castelvecchi Editore, pagg.240, € 17,50

 

limiti arafat  IL LIBRO – Il conflitto israelo-palestinese è stato esacerbato dalla ritrosia della comunità internazionale a riconoscere l'identità di un popolo, perché serviva «una terra senza identità pubblica, senza storia, senza leader, ma fino a quando Arafat avesse continuato ad essere a capo della malandata Autorità palestinese avrebbe continuato a dirsi il capo di un popolo e a fare di tutto, nel bene e nel male, per dare un volto umano e un'identità collettiva ai palestinesi».
  A novant'anni dalla nascita di Yasser Arafat, e a quindici dalla sua scomparsa, Stefania Limiti ripercorre le tappe della vita di questo personaggio controverso, eroe per alcuni e terrorista per altri, leader carismatico, uomo politico sempre molto più aperto al dialogo e al compromesso di quanto i suoi avversari vogliano ricordare.

  DAL TESTO – "Arafat è stato un leader che ha saputo dare voce alle aspirazioni della sua gente in condizioni estreme, quelle imposte dagli equilibri del dopoguerra dentro i quali la Palestina si è trovata ad essere uno "scarto" dei nuovi assetti. I diritti civili e politici di questo popolo sono stati sempre mistificati ed elusi, la loro comunità considerata inferiore, giuridicamente e culturalmente. Non chiedevano l'esclusione degli ebrei dalle loro terre: chiedevano di non essere esclusi essi stessi. Arafat, accettando di firmare accordi assai poco favorevoli al suo popolo, nel 1993, ha mostrato di comprendere l'importanza di un futuro di pace anche per gli israeliani, società che aveva imparato a conoscere da quando era potuto rientrare a Gaza. Lì c'era un continuo via vai di politici, uomini e donne di cultura, scrittori israeliani. Chiamava «sorella mia» Leah Rabin, era diventato amico personale perfino di Peres e di Yael Dayan, deputata laburista alla Knesset, figlia del celebre vincitore della guerra dei Sei giorni.
  "Arafat è stato un leader irascibile e contradditorio, istrionico e scaltro, capace di girare intorno alle questioni per ore, giorni e mesi; era un tattico eccezionale che puntava a sfinire il nemico, e così faceva anche con i giornalisti che era solito ricevere di notte e non solo perché quello era il suo tempo preferito. Ma di sicuro ha saputo imporre le aspirazioni nazionali del suo popolo, ha saputo dare una dimensione umana della sua condizione, e voleva la pace con Israele."

  L'AUTRICE – Stefania Limiti, giornalista professionista, ha collaborato con «Gente», «L'Espresso», «Left», «La Rinascita della Sinistra», «Aprile», «Il Fatto Quotidiano». Da anni segue la questione palestinese ed è tra le fondatrici, con Stefano Chiarini e Maurizio Musolino, del Comitato "Per non dimenticare Sabra e Shatila". Nei suoi lavori si è dedicata anche alla ricostruzione delle pagine oscure della recente storia italiana, svolgendo inchieste giornalistiche attraverso l'analisi delle sentenze giudiziarie e le interviste ai protagonisti.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – I. La questione israeliana 1. La Palestina Mandataria - 2. Il movimento sionista - 3. La questione palestinese - II. Prima di Oslo 1. L'ingegnere di al-Fatah (Tre amici in Kuwait - «Mi benedica padre Ayyad» - Guerrigliero – Presidente) - 2. Terrore nero (Esiliato - Guerra (psicologica) e pace – Impaziente) - 3. Diplomazia e (ancora) guerra: 1974-1982 (Libano: il rifugio - Libano: il massacro) - 4. L'attesa: 1982-1988 (Funambolo) - III. Dopo Oslo - 1. Gente dall'est (Fiducioso - Ingenuo mediatore - «Addio Abu Iyad, come farò senza di te?» - Malconcio, non vinto - Madrid, vista da Tunisi) - 2. Oslo segreta («Mi stringa la mano!» - Vecchio, che stai facendo?) - 3. A Gaza, senza Stato (Immobile - Rincorrendo il miraggio - Sotto il diluvio – Assediato) - 4. Morte di un leader - IV. Arafat e l'Italia - 1. Roma - 2. Moro (Il Lodo (Moro e Mitterrand)) - 3. Il Papa - Epilogo - Bibliografia