Sovranità Stampa E-mail

Carlo Galli

Sovranità

il Mulino, pagg.156, € 12,00

 

galli sovranità  IL LIBRO – «Sovranità: disprezzarla, o deriderla»: è l'imperativo politicamente corretto delle élite intellettuali mainstream. Chi evoca quel concetto che sta al cuore della dottrina dello Stato, del diritto pubblico, della Costituzione e della Carta dell'Onu, è ormai considerato un maleducato, un troglodita: compatito e schernito come chi cercasse di telefonare in cabine pubbliche con gettoni, quando non è demonizzato come fascista. Sovranità è passatismo o tribalismo, nostalgia o razzismo, goffaggine o crimine. E sovranismo è sinonimo di cattiveria, di volontà malvagia.
  La sovranità è cosa da poveri di spirito: ai poveri va infatti tributata simpatia (a parole) solo se migrano; se stanno fermi sono accusati di essere preda di superstiziose paure, di ricercare identità, sicurezza e protezione incatenandosi allo spazio, al sangue e al suolo delle «piccole patrie». Oppure, è cosa da demagoghi, nelle cui mani si mostra per ciò che veramente è: prigionia, logiche confinarie e identitarie, chiusura morale e intellettuale, razzismo, xenofobia. Lucus a non lucendo, la sovranità è bassezza. Il cosmopolitismo è il bene; la sovranità, nella sua angustia spaziale, è il male. Se proprio si deve parlare di sovranità, sia quella degli Stati Uniti d'Europa, che però devono nascere estranei alle logiche della sovranità statuale.
  Queste pagine autorevoli ci mostrano che le cose non stanno così, che per orientarsi si deve uscire dai luoghi comuni e dalle invettive moralistiche. E che il ritorno della sovranità è il segno dell'esigenza di una nuova politica.

  DAL TESTO – "Non si comprende la sovranità se non si comprende l'epoca moderna, di cui è l'espressione politicamente più alta, come l'epoca della sconnessione di principio fra ordine e storia, e dello squilibrio tra i suoi fattori dinamici: individuo libero, capitale, ordinamento giuridico, potere politico; come l'epoca, cioè, in cui la politicità dilaga in tutti gli ambiti della società, sovvertendoli e inquietandoli. E pertanto come epoca della contingenza, l'epoca in cui questa si presenta come necessità, come esperienza mai superabile; in cui l'ordine è un'esigenza più che un dato, una costruzione più che un elemento di natura o di tradizione.
  "Ecco l'interno movimento del «triedro sovrano»: la sua origine è una immediatezza, una sfera di politicità diffusa, una pluralità agonistica di poteri; il suo obiettivo è ordinare quella politicità rappresentandola: raffreddandola, incanalandola, istituzionalizzandola, e trasformandola in geometrica giuridicità e in volontà imperativa puntuale, eliminando per quanto è possibile la politicità originaria e concentrandola in sé; il suo destino è non poter mai del tutto sigillare l'ordine che instaura. La sovranità implica tanto l'inclusione, la costruzione della figura geometrica e giuridica di un ordine ben delineato (composto di soggetti uguali, di cittadini), quanto, potenzialmente, l'esclusione, l'espulsione dall'ordine di un nemico - per generare l'ordine, e mantenerlo in vita -. La sovranità vive della tensione fra un nucleo di energia anomica e l'orientamento a produrre nomos, ordine; e questa tensione la rende interna e al contempo esterna a se stessa: come coincide con l'ordine, così lo può anche infrangere."

  L'AUTORE – Carlo Galli insegna Storia delle dottrine politiche nell'Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato fra l'altro «Genealogia della politica. Carl Schmitt e la crisi del pensiero politico moderno» (20102), «Spazi politici. L'età moderna e l'età globale» (2001) e «Marx eretico» (2018). Dirige la rivista «Filosofia politica».

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - I. Definizione - II. Storia - III. Filosofia - IV. Oggi – Conclusioni - Bibliografia