Politicamente corretto. Storia di un'ideologia Stampa E-mail

Eugenio Capozzi

Politicamente corretto
Storia di un'ideologia


Marsilio Editori, pagg.206, € 17,00

 

capozzi politicamente  IL LIBRO – Il finale della Carmen riscritto. Una petizione per rimuovere dal Metropolitan di New York un quadro di Balthus contestato per presunta pedofilia. Ovidio bandito dalle università americane perché offensivo e violento. Sembra non esserci modo di sfuggire alle censure imposte dal politicamente corretto, che si sforza di riscrivere la storia e la lingua, rimuovendo ogni potenziale fonte di discriminazione e producendo rocamboleschi eufemismi. Eugenio Capozzi ricostruisce le origini ed evidenzia le attuali contraddizioni di questa retorica collegandola a una vera e propria ideologia, che affonda le radici nella crisi della civiltà europea di inizio Novecento, cresce con la ribellione dei baby boomers negli anni sessanta e, con la fine della guerra fredda, la morte dei totalitarismi e la globalizzazione, si impone come egemone in un Occidente sempre più relativista e scettico. Una visione del mondo che ha dato vita nel tempo a dogmi e feticci: il multiculturalismo, la rivoluzione sessuale, l'ambientalismo radicale, la concezione dell'identità come pura scelta soggettiva. Se oggi gli eccessi e gli aspetti grotteschi del politicamente corretto sono ormai evidenti, proporne un'analisi storica è ancor più necessario. Proprio quando un fenomeno culturale e politico appare avviato verso la parte discendente della sua parabola, infatti, può diventare oggetto di studio: svincolandosi dalla logica della contrapposizione polemica, è possibile capire come agisce concretamente sulle nostre scelte.
  Questo libro intende dunque essere in primo luogo la ricostruzione di un fenomeno, una riflessione che tenta di individuare in esso «ciò che è vivo e ciò che è morto», per usare una nota espressione di Benedetto Croce.
  La tesi di fondo sostenuta dall'Autore è che la retorica politicamente corretta - con la sua impostazione di «catechismo civile» e la sua strutturale tendenza alla censura - non è una degenerazione del linguaggio, un tic del discorso pubblico contemporaneo o una moda delle classi colte. Rappresenta invece l'espressione di un'ideologia, impostasi nelle società occidentali nell'ultimo mezzo secolo, paradossalmente mentre il luogo comune dominante sosteneva la «morte delle ideologie». Essa non va dunque osservata soltanto nelle sue manifestazioni folcloristiche, nelle sue contraddizioni o incongruenze logiche, ma va compresa a partire dalle idee politiche e filosofiche che traduce in morale pubblica.

  DAL TESTO – "Senza dubbio le classi dirigenti delle società occidentali globalizzate e contemporanee hanno adottato, negli ultimi decenni, una retorica che pretende un monopolio inflessibile sulla dialettica civile e politica riguardo a ogni caso di discriminazione, diseguaglianza, diritti, convivenza, tolleranza, inclusione. Una retorica proposta come morale che si auspica universalmente condivisa a prescindere, e identificata in modo insistente con l'idea stessa di progresso, veicolata in ogni sede.
  "Con altrettanta certezza, però, possiamo affermare che quella dottrina da tempo non è accettata, o viene mal tollerata da settori cospicui di quelle società. Un'opposizione che, se per molto tempo è stata in massima parte silenziosa o dissimulata per il sostanziale monopolio detenuto da quei messaggi e il loro altissimo grado di pervasività, va sviluppandosi sempre più, evidenziando un logoramento della loro autorità e della loro efficacia nel raccogliere consenso.
  "All'aperta ribellione dei non molti intellettuali realmente anticonformisti si è andata aggiungendo infatti la crescente ostilità manifestata verso le classi dirigenti e la loro retorica nel mondo dei social media, da cui si ricava la fotografia di un'opinione pubblica diversa da quella presentata sui mezzi d'informazione ufficiali."

  L'AUTORE – Eugenio Capozzi (Napoli, 1962) è professore ordinario di Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Napoli «Suor Orsola Benincasa». Fa parte del comitato scientifico della rivista «Ventunesimo Secolo» e della redazione di «Ricerche di storia politica». È autore di diversi volumi tra cui: "Il sogno di una costituzione" (2008), "Partitocrazia" (2009) e "Storia dell'Italia moderata" (2016).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - L'ideologia dell'Altro - L'Occidente è sempre colpevole. I miti del multiculturalismo - Ogni desiderio è un diritto. La rivoluzione antropologica dell'Homo gaudens - L'uomo non è necessario. L'utopia dell'antiumanesimo ambientalista - Puoi essere quello che vuoi. La dittatura dell'autodeterminazione - Indice dei nomi