Storia dell'Italia moderata |
Eugenio Capozzi
IL LIBRO – In Italia non è mai esistita una stabile destra conservatrice o liberale. Al suo posto emerge volta a volta un'area magmatica e inquieta di resistenza a minacce di instabilità e sovversione, che in genere viene definita e si definisce "moderata". Nel secondo dopoguerra essa si aggrega in nome dell'anticomunismo, ma più in generale dell'avversione all'ideologizzazione della vita pubblica e all'egemonia dei partiti, manifestando aspirazioni sempre incompiute ad uno schieramento coeso di centrodestra ma anche un'insofferenza di fondo che concorre, tra l'altro, all'esplosione del fenomeno antipolitico. Questo volume cerca di ricostruire una storia del moderatismo di epoca repubblicana, soffermandosi su fenomeni significativi del suo tessuto politico e culturale lungo il tormentato percorso tra la prima e la seconda Repubblica e oltre, nel territorio ancora indefinito di una democrazia sempre più «liquida» e leaderistica. DAL TESTO – "[...] pochi anni dopo quel 1989 che aveva segnato la fine dell'impero comunista sovietico e aveva apparentemente sancito la fine del comunismo, l'opinione pubblica moderata italiana, nell'imminenza delle prime elezioni maggioritarie del 1994, si trovava di fronte all'inattesa, e per lei inquietante, situazione di un nuovo, probabile quadro politico in cui il vecchio centro governativo era cancellato, a destra restava in piedi il vecchio Movimento sociale che tentava di liberarsi dall'etichetta neofascista (in ciò sostenuto significativamente proprio da Berlusconi, che già prima della «discesa in campo», nel novembre 1993, aveva appoggiato il segretario del Msi Gianfranco Fini come candidato a sindaco di Roma nelle prime elezioni dirette del primo cittadino contro il rappresentante della sinistra Francesco Rutelli), ma era ancora lontano da posizioni inequivocabilmente liberaldemocratiche, e la coalizione politica nettamente favorita era quella dei «Progressisti». Quest'ultima vedeva il Pds alleato con frammenti della ex sinistra democristiana, in una sorta di nuovo «compromesso storico» sbilanciato a sinistra, con il contorno di qualche sparuto drappello del mondo laico-progressista ed ecologista." L'AUTORE – Eugenio Capozzi insegna Storia contemporanea presso l'Università degli studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Ha pubblicato, tra gli altri, i volumi "Il sogno di una costituzione. Giuseppe Maranini e l'Italia del Novecento" (2008), "Partitocrazia. Il regime italiano e i suoi critici" (2009) e "Le mura della libertà. Dal costituzionalismo all'universalisrno liberaldemocratico" (2011). Con Rubbettino "L'alternativa atlantica" (2003), "Innocenti evasioni. Uso e abuso politico della musica pop" (2013) e la cura, con Giampietro Berti e Piero Craveri, del secondo volume de "I liberali italiani tra l'antifascismo e la Repubblica" (2010). INDICE DELL'OPERA – Premessa - I. Il conservatorismo impossibile. I moderati italiani dalla fine del fascismo alla «terza» Repubblica (1. Il mysterium dexterarum tra storiografia e politica - 2. Il moderatismo come «freno a mano» - 3. La ridefinizione del moderatismo come anticomunismo tra fine dell'epoca liberale e ventennio fascista - 4. Anticomunisti, anti-ideologici, antipartitocratici. I «vari moderati» della prima Repubblica – 5. Maggioranze silenziose: la rivolta dei moderati dalla crisi del centrosinistra alla fine della «solidarietà nazionale» - 6. Gli anni del pentapartito: moderati di governo e di lotta – 7. I moderati nella seconda Repubblica: la coalizione berlusconiana tra «nuovismo» e continuità con il pentapartito - 8. Moderati berlusconiani e antiberlusconiani: i conservatori sono sempre gli altri - 9. La curvatura radical-populista del berlusconismo nell'era dell'antipolitica - 10. Dopo Berlusconi: la strada (sempre più) stretta dei moderati) - II. Un'epopea moderata. La Resistenza cattolica in Val d'Ossola e il cattolicesimo democratico italiano del dopoguerra (1. Resistenza cattolica ed evoluzione della cultura politica moderata in Italia - 2. Partigiani cattolici in Ossola: un ruolo da protagonisti – 3. Conflitti strategici e ideologici nell'«esperimento» ossolano – 4. Alfredo Di Dio: un leader cattolico e anti-ideologico – 5. Dal conflitto ideologico a quello storiografico: l'ortodossia «progressiva» e i suoi avversari - 6. Conclusioni) - III. Roberto Lucifero e la destra liberale tra il dibattito costituente e la prima legislatura (1. Un liberale conservatore contro la partitocrazia - 2. Chiudere la transizione, costruire una democrazia «normale» - 3. Alla Costituente: il progetto di un bipolarismo bipartisan - 4. La categoria di «afascismo» e il rifiuto della «diga» anticomunista - 5. L'incerta identità politica del Pli nel dopoguerra - 6. Il dibattito congressuale del 1947 e i confini del «blocco» moderato - 7. La «svolta a destra» che non ci fu - 8. Un segretario di destra, una strategia politica centrista) - IV. Alla ricerca di un bari centro moderato. Destre italiane, autonomie locali e integrazione europea dalla Costituente ai Trattati di Roma (1. Stato nazionale, governo locale, Europa: differenti percezioni in un'area politica magmatica - 2. Difesa dell'unità statuale, diffidenza (soprattutto meridionale) verso la nuova classe politica nazionale – 3. Alla Costituente: contro il regionalismo, in difesa delle autonomie provinciali e comunali – 4. Province per vocazione e storia, regioni per scelta – 5. Il dibattito politico sull'integrazione europea e lo stereo tipo della destra «antieuropeista» - 6. Il dibattito sui Trattati: un «europeismo nazionale» fondato sull'anticomunismo – 7. L'«inevitabile» integrazione europea e gli interessi economici nazionali - 8. Una maggioranza moderata «virtuale») – V. Achille Lauro, la democrazia leaderistica e l'embrione del centrodestra italiano (1. L'anomalia di un leader carismatico nella «Repubblica dei partiti» - 2. Impopolarità e incomprensibilità del fenomeno laurino nelle culture politiche dell'«arco costituzionale» - 3. Lauro «profeta» della seconda Repubblica? - 4. Oltre il Comandante: «tecnici» e leaderismo trasversale negli anni Dieci) - VI. «Gollismo» cattolico e riformismo istituzionale. L'eredità della «terza generazione» democristiana (1. Moderatismo e «discorso» antipartitocratico nell'area del cattolicesimo politico in epoca repubblicana - 2. La «terza generazione» democristiana e l'insofferenza verso il sistema dei partiti – 3. Opposizione al centrosinistra e opzione presidenzialista: Gianni Baget Bozzo tra «L'Ordine civile» e «Lo Stato» - 4. Alla ricerca di un leader: Baget Bozzo da Tambroni e Pacciardi a Craxi e Berlusconi - 5. Bartolo Ciccardini: un «germe» presidenzialista nella cultura politica democristiana - 6. Epilogo: dal moderatismo anticomunista al movimentismo antipartitocratico) - VII. Movimento e autorità. Luigi Giussani e la politica italiana da Gioventù studentesca a Comunione e Liberazione (1. Un'esperienza nel rinnovamento cattolico degli anni Cinquanta e Sessanta - 2. I difficili rapporti con la Chiesa post-conciliare e la crisi interna a Gs – 3. Giussani l'anti-ideologo: un percorso di riflessione sui rapporti tra cattolicesimo e democrazia – 4. Dagli incunaboli di CL al protagonismo religioso e politico - 5. L'area di CL tra prima e seconda Repubblica: comunità, politica, economia) - Indice dei nomi |