Sociologia dello straniero |
Roberto Michels
IL LIBRO – "Molte delle osservazioni e delle conclusioni di Michels - soprattutto laddove lo studioso si impegna in uno sforzo di classificazione tipologica di stranieri o migranti e nella individuazione dei problemi che la presenza loro comporta nel paese di accoglienza - si rivelano tuttora valide o, comunque, interessanti e certo utili sul terreno della comprensione, scientifica e non politica, dell'imponente fenomeno migratorio in corso. Ai tempi di Michels l'approccio al tema delle migrazioni - dettate che fossero, queste, da ragioni politiche o da motivazioni economiche - era molto diverso dalla percezione che se ne ha ai nostri giorni, soprattutto perché l'Italia, a quel tempo, era un paese di «emigrazione» più che di «immigrazione»." (Francesco Perfetti) DAL TESTO – "Il ritmo col quale cresce nell'emigrante l'attaccamento per una nuova patria viene accelerato allorché il popolo, cui egli desidera aderire, non rappresenta una civiltà a sé, ma invece consta d'un conglomerato di elementi diversi ed è esso stesso appena in via di formazione. Ciò è confermato da molti studiosi, per es. per gli Stati dell'America meridionale. È ovvio che è più facile al sopraggiunto d'ambientarsi in queste nazioni nuove. Anzitutto il popolo nuovo non ha tradizioni antiche, non ha quasi storia, quindi non possiede tesori di ricordi, che possano venire a contrasto con quelli dell'antica nazione cui l'immigrato appartiene e di cui la storia gli si è trasfusa nel sangue. Nella coscienza nazionale francese, inglese, tedesca, che si fonda su millenni di storia politica, l'Italiano troverà molti elementi capaci di offenderlo nella sua qualità di Italiano, e che ostacoleranno quindi la sua assimilazione. Ma in che cosa, per esempio, un Italiano, un Tedesco, un Polacco, un Ceco, potrebbero venir urtati dall'orgoglio argentino? Inoltre il carattere di svariatezza, comune alla maggior parte delle nazioni nuove, diminuisce assai per chiunque lo sforzo di assimilazione. Quasi si può dire che allora l'immigrato può restare quello che è, pur diventando come gli altri. In Germania l'Italiano deve istradarsi faticosamente nel germanesimo, prima di diventar Tedesco, nell'Argentina invece trova il ponte dell'italo-argentinismo che lo conduce speditamente alla riva della nuova cittadinanza." L'AUTORE – Roberto Michels (Colonia 1876 – Roma 1936) è stato uno degli esponenti di punta della sociologia europea del primo Novecento e, con Mosca e Pareto, il principale teorico dell'elitismo. Militante socialista in gioventù si è poi dedicato agli studi in campo economico e alla ricerca sociale. Professore di Economia politica a Torino e Basilea, ha tenuto corsi nelle Università di Catania, Messina, Roma e Chicago. A partire dal 1928, ha insegnato Economia generale e corporativa presso l'Università di Perugia. La sua opera più nota, tradotta in numerose lingue, è la "Sociologia del partito politico", apparsa in prima edizione nel 1911. Tra i suoi scritti meritano di essere ricordati i seguenti: "Storia del marxismo in Italia" (1909), "L'imperialismo italiano. Studi politico-demografici" (1914), "Economia e felicità" (1919), "Storia critica del movimento socialista italiano" (1926), "Prolegomena sul patriottismo" (1933). INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Francesco Perfetti – La sociologia dello straniero - 1. Tentativo di classificazione nei riguardi del problema dello straniero - 2. Intorno alla psicologia del viaggiatore - 3. Il forestiero nella mentalità dell'indigeno - 4. L'assimilazione degli elementi eterogenei - 5. Gli esuli politici - 6. Lo straniero in caso di guerra - Parentesi. Sul carattere etico e politico del mutamento di cittadinanza - Indice dei nomi |