Caporetto |
Alessandro Barbero
IL LIBRO – Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All'alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all'assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l'esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare? DAL TESTO – "[...] non si può non notare che i nostri generali erano quasi tutti vittime - chi più chi meno, e Cadorna meno degli altri - di un vizio tutto italiano, che forse era proprio di un'intera classe dirigente. L'abuso di una retorica vuota e di toni inutilmente stentorei avrebbe poi caratterizzato in modo forse così netto il linguaggio del comando nell'Italia fascista che è suggestivo trovarne gli embrioni negli anni della guerra. E non si tratta di un problema secondario, perché i generali esplicavano gran parte della loro azione di comando proprio nelle conferenze e nelle circolari rivolte ai subalterni: le parole e i toni che sceglievano sono dunque intrinseci al modo in cui comandavano. I memoriali del dopoguerra non lasciano dubbi sul fatto che un Capello, un Cavaciocchi, un Badoglio credevano all'efficacia dei discorsi e degli scritti: anzi, forse s'illudevano che fosse sufficiente raccomandare, o prescrivere, perché la realtà si adeguasse." L'AUTORE – Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l'Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli. Con "Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo" ha vinto il Premio Strega 1996. INDICE DELL'OPERA - I. L'ideazione (1. Un testimone: il generale von Cramon - 2. Il generale Arz von Straussenburg - 3. Un messaggio dell'imperatore - - 4. La gita del barone von Waldstätten - 5. Hindenburg e Ludendorff - 6. Passo indietro: il generale Conrad von Hötzendorf - 7. Il viaggio di Krafft von Dellmensingen) - II. Il piano (1. L'offensiva secondo i tedeschi: Durchbruch e Schwerpunkt - 2. La posizione italiana e i suoi occupanti all'inizio di settembre - 3. Il rapporto Krafft - 4. La nuova direttrice di nord-ovest, la corsa al Tagliamento e le polemiche del dopoguerra) - III. I generali italiani (1. "Il Capo": Cadorna - 2. L'anti-Cadorna: Capello - 3. Il comando del IV Corpo: Cavaciocchi e Boccacci - 4. Il comandante del XXVII Corpo: Badoglio - 5. Il comandante del VII Corpo: Bongiovanni) - IV. Il conto alla rovescia - V. Il terreno e le forze in campo (1. La linea dello Jeza: la 19a divisione e il VII Corpo contro i gruppi Stein, Berrer e Scotti - 2. Il Monte Plezia e il fondovalle Isonzo: la 19a divisione (brigata Napoli) e la 46a divisione (brigata Alessandria) contro l'Alpenkorps e la 12a divisione slesiana - 3. Il "maledetto" Monte Mrzli: la 46a divisione contro la 50° austriaca - 4. Il settore di Caporetto e del Monte Nero: la 43a e la 34a divisione contro la 55a divisione austriaca - 5. La conca di Plezzo: la 50a divisione contro il Gruppo Krauss - 6. Un rapporto di forze illusorio) - VI. Lo sfondamento delle prime linee (1. Tre storie - 2. Il Krad Vrh e il Globočak: la 1a divisione austriaca si affaccia in valle Judrio - 3. La linea dello Jeza: la 200a divisione e l'Alpenkorps sfondano sul Kolovrat - 4. Il fondovalle Isonzo: la 12a divisione arriva a Caporetto - 5. La linea del Mrzli: la rotta della 46a divisione - 6. La linea del Monte Nero: l'accerchiamento della 43a divisione - 7. La linea di Plezzo: il Gruppo Krauss sfonda fino a Saga - 8. Tentativo di un bilancio) - VII. L'artiglieria: l'attacco (1. Il ruolo dell'artiglieria nell'attacco - 2. Lo sforzo logistico - 3. I giorni precedenti - 4. L'attacco: il piano di tiro e gli orari - 5. Gli effetti del bombardamento - 6. L'interruzione delle comunicazioni - 7. Plezzo: il gas) - VIII. L'artiglieria: la difesa (1. Una leggenda solo parzialmente infondata: il silenzio dell'artiglieria italiana - 2. La rigidità dei metodi - 3. Il fallimento della contropreparazione - 4. La cooperazione con la fanteria - 5. Il fantasma del tiro a gas - 6. Gli effetti del bombardamento sull'artiglieria italiana - 7. La cattura delle batterie) - IX. La distruzione delle divisioni di riserva (1. Che cos'è una divisione - 2. La cosiddetta 34a divisione - 3. La 53a divisione (brigate Vicenza e Massa e Carrara) e la difesa della val Natisone - 4. La brigata Puglie, la divisione bersaglieri e la difesa del Globočak - 5. La 3a divisione e la difesa del Kolovrat - 6. La cosiddetta 62a divisione - 7. Conclusione) - X. I perché della disfatta (1. La caduta di un edificio tarlato? - 2. La qualità dei rimpiazzi - 3. La qualità degli ufficiali - 4. La retorica dei comandi - 5. L'organizzazione: plotoni e squadre - 6. La tattica: le Sturmtruppen e l'infiltrazione - 7. La tattica: le mitragliatrici - 8. Conclusione) - XI. Cosa sapevano i comandi (1. Il collasso delle comunicazioni - 2. Cadorna ha la percezione del disastro - 3. Come si arrivò all'ordine di ritirata) - XII. Cadere prigionieri (1. Il momento della cattura - 2. L'indifferenza e la fame - 3. L'ammirazione per i tedeschi - 4. Destinazione Mauthausen) - XIII. La ritirata del Friuli tra apocalisse e carnevale (1. La più gigantesca ritirata della storia - 2. Quelli che non se l'aspettavano - 3. L'orgia della distruzione e il paese di Cuccagna - 4. La guerra è finita - 5. L'apocalisse degli animali - 6. Il corteo dei vincitori - 7. La pancia dell'Italia - 8. La repressione) - Epilogo - Note - Abbreviazioni - Bibliografia |