La «nazione indispensabile» |
Stefano Luconi
IL LIBRO – Sviluppo di colonie europee fondate nel Seicento in America Settentrionale a ridosso dell'Atlantico, gli Stati Uniti sono assurti alla primazia mondiale in meno di quattro secoli. Mentre hanno esteso i propri confini fino al Pacifico e al golfo del Messico nel corso dell'Ottocento, si sono trasformati da Paese agricolo in potenza industriale che ambiva non solo alla conquista dei mercati internazionali, ma anche a propagare all'estero il proprio modello sociale, politico ed economico in nome della diffusione di ideali di libertà che, a causa del radicamento della schiavitù fino al 1865 e della successiva discriminazione degli afroamericani, hanno rappresentato una conquista sofferta e osteggiata perfino sul piano nazionale. Arrogatasi la rappresentanza della democrazia contro l'autoritarismo e il totalitarismo nel Novecento, gli Stati Uniti hanno goduto di un decennio di egemonia apparentemente incontrastata alla fine del secolo per poi assistere oggi al ridimensionamento della propria leadership per l'esplodere di contraddizioni interne e l'emergere di nuove sfide internazionali. DAL TESTO – "L'obiettivo di portare la libertà e la democrazia nel mondo ha offerto una giustificazione ideologica per l'espansione continentale, l'integrazione del mercato interno e l'accelerazione dell'industrializzazione nella seconda metà dell'Ottocento, senza prevenire il ricorso a conflitti militari - compresa una guerra civile - per conseguire i propri scopi. Allo stesso modo, nel Novecento e ancora all'alba del XXI secolo, l'universalizzazione del modello americano ha concorso alla crescita dell'influenza diretta o indiretta di Washington, prima nell'emisfero occidentale e poi nel resto nel mondo, come rivelato dalla guerra ispano-americana, dall'acquisizione di possedimenti coloniali nel Pacifico, dall'instaurazione di protettorati nei Caraibi e in America Centrale, dall'ingerenza in America Latina, dalla partecipazione ai due conflitti mondiali, dall'impegno a contenere o invertire l'espansione del comunismo durante la guerra fredda e dalla cosiddetta «guerra al terrorismo» dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Tale modello ha dimostrato una profonda capacità di seduzione, attestata tra l'altro dalla marcata attrattiva che la società americana ha esercitato da sempre sugli altri popoli, rendendo gli Stati Uniti una nazione di immigrati fino dalle origini, se non addirittura dal periodo coloniale, cioè ancor prima della loro costituzione in Paese sovrano." L'AUTORE – Stefano Luconi insegna Storia dell'America del Nord nelle università di Firenze e Napoli «L'Orientale» nonché Storia degli Stati Uniti d'America e Fonti e metodi della ricerca contemporaneistica all'università di Padova. Nell'ambito dell'americanistica si occupa prevalentemente delle dinamiche del sistema elettorale dal primo dopoguerra, di immigrazione (con particolare riferimento al comportamento politico e alla trasformazione dell'identità etnica degli ìtaloamericani), di rapporti interetnici, di questione razziale e di politica estera. Le sue pubblicazioni più recenti includono "Gli afro-americani. Quattro secoli di storia" (CLEUP, 2015) e la cura, insieme a Mario Varricchio, della collettanea "Lontane da casa. Donne italiane e diaspora globale dall'inizio del Novecento a oggi" (Accademia University Press. 2015). INDICE DELL'OPERA – Abbreviazioni - Premessa. Il popolo quasi eletto da Dio - Capitolo 1. La città sulla collina (1.1. La formazione delle colonie europee, le nazioni autoctone e l'introduzione degli schiavi - 1.2. Il deterioramento dei rapporti con la madrepatria e la guerra d'Indipendenza - 1.3. Le istituzioni della Repubblica e il primo sistema di partito) - Capitolo 2. Democrazia e mercato nazionale (2.1. L'età jacksoniana - 2.2. L'espansione continentale e il problema dello schiavismo - 2.3. La guerra civile, la «Ricostruzione» e il sorgere della segregazione razziale) - Capitolo 3. L'esportazione del modello americano (3.1. Da una società agricola allo sviluppo industriale - 3.2. La questione sociale e il progressismo - 3.3. L'imperialismo della fine dell'Ottocento e la prima guerra mondiale) - Capitolo 4. La crisi dei progetti di leadership planetaria (4.1. Il «ritorno alla normalità» nei «ruggenti» anni Venti - 4.2. La crisi economica e il New Deal - 4.3. Dalla neutralità all'intervento nella seconda guerra mondiale) – Capitolo 5. Il contrastato risveglio delle aspirazioni globali (5.2. La lotta al comunismo all'estero e in patria - 5.3. Ascesa e declino del riformismo degli anni Sessanta – 5.3. La rinuncia temporanea all'egemonia) - Capitolo 6. Ascesa e declino dei nuovi disegni egemonici (6.1. Il neoliberismo e la vittoria sull'«impero del Male» - 6.2. Un mondo unipolare e volto all'integrazione dei mercati - 6.3. La nuova sfida all'egemonia globale) - Conclusioni. L'iperpotenza dai piedi d'argilla – Appendice – Bibliografia - Indice delle cose notevoli - Indice dei nomi di persona - Indice delle cartine |