Quinto Aurelio Simmaco |
L. M. A. Viola
IL LIBRO – Il momento più difficile della difesa del Mos Maiorvm e della patria religio, elementi su cui fondava l'ordine di Roma e la stabilità della Salvs Pvblica, si ebbe fra la fine del IV e l'inizio del V secolo d.C.. Quinto Aurelio Simmaco fu il grande protagonista di questo periodo, ancora oggi rimane il Padre simbolo della difesa della tradizione religiosa romano-italiana. Egli contribuì decisamente a rendere possibile la tra missione della religione patria, nel suo contenuto essenziale, oltre la crisi della fine del IV secolo, inoltre definì, una volta per tutte, la dignitas senatoria come espressione paradigmatica della romanitas, infine organizzò l'Ordo Senatvs in modo tale che esso, per trame visibili e invisibili, rimanesse nei secoli la roccaforte della tradizione di Roma-Italia, il luogo della custodia della Sapientia Divina Romana e del Mos Maiorvm, oltre che dell'arcana dimensione occulta del Fuoco di Vesta e del mistero di Roma. DAL TESTO – "La vita di Simmaco fu fedele alla via religiosa romano-italiana, con amore romano difese la tradizione dell'Impero, ogni sua azione si dispiegò nell'attuazione del sommo magistero romano. Nel suo primo sviluppo Simmaco ricevette l'educazione romana, fedele al Mos Maiorum, frequentò i diversi gradi della scuola religiosa classica, perciò ricevette l'insegnamento delle litterae, della grammatica, dell'eloqventia. Egli mostra, nella sua opera, di avere bene ritenuto la lezione degli auctores fondamentali della scuola, Virgilio, Terenzio, Plauto, Livio, mentre evidenzia una scarsa confidenza con gli autori greci. Ai libri vetervm Simmaco rimase sempre fedele, ad essi dedicava il tempo del suo otivm litteratvm, egli chiamava gli avctores "antiqvior amicorvm meorvm", nel suo studivm volvminvm egli privilegiava fra tutti, come ogni buon romano-italiano dovrebbe fare, Virgilio, in particolare l'Eneide, ma una certa cura riservava anche a Orazio, Ovidio, Lucano, Silio Italico e Stazio. Ma dopo Virgilio, per importanza, veniva Cicerone, primo tra i prosatori, a cui seguivano Sallustio, Livio, Valerio Massimo, Plinio il Vecchio, Tacito, una serie di avctores rigorosamente fedeli al Mos Maiorvm, annoverati sovente dai moderni fra i "moralisti" della tradizione romana, perché svolgenti un magistero costantemente volto a preservare la rettitudine morale civile-religiosa del Popolo chiamato a reggere l'Impero di Pace Universale. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Capitolo I. Roma, mistero e funzione - Capitolo II. Roma, la Religione, la Pax Deorvm Hominvmqve e l'Impero - Capitolo III. Avctoritas, Senatvs, Mos Maiorvm. I fondamenti della tradizione religiosa romano-italiana - Capitolo IV. Élite romana e Ordo Senatvs nel IV secolo - Capitolo V. Roma e la romanitas - Capitolo VI. Il Senator, Romanvs Perfectvs - Capitolo VII. La persona di Simmaco, svmmvs orator - Capitolo VIII. Senatvs, Ordo Senatvs e perpetuazione della religione e dell'Impero romano - Capitolo IX. Ambrogio, vescovo di Milano, e la sovversione dell'Impero Divino Romano - Capitolo X. Simmaco, la difesa del culto della Victoria in Cvria e l'affermazione della romanitas - a) La Tertia Relatio. L'unità trascendente delle religioni e la Pace Universale Assoluta - b) Il concetto di tolleranza e la conoscenza metafisica integrale delle religioni - c) Culto della Victoria e Misterivm Imperii - d) La risposta di Ambrogio a Simmaco - Capitolo XI. Ordo renascendi. Continuità della tradizione religiosa romano-italiana e preservazione dell'élite senatoria nei secoli - a) Rutilio Namaziano e la disciplina senatoria nel V secolo - b) Il modello culturale e religioso romano-italiano per la custodia del Divino Impero - c) La formazione dell'élite senatoria romano-italiana. Critica alle concezioni dell'élite presenti negli esponenti delle dottrine religiose tradizionali - Conclusione - Bibliografia - Sommario analitico |