Un viaggio elettorale Stampa E-mail

Francesco De Sanctis

Un viaggio elettorale

Edizioni Mephite, pagg.206, € 15,00

 

desanctis_viaggio  IL LIBRO – In una fredda notte d'inverno del 10 gennaio 1875, in una modesta locanda di Foggia, Francesco De Sanctis, il guerriero di mille campagne elettorali, preparava le sue carte per vivere in una sola settimana una competizione gremita d'incognite in un paesaggio quasi siberiano, lontano ed impenetrabile. Nel remoto e favoloso collegio di Lacedonia, in cui rientrava la sua Morra, lo attendevano preti miscredenti e intriganti, micidiali eruditi e galantuomini in tuba e giamberga, strenui difensori della proprietà, impauriti dalle rivolte contadine - terribile e sanguinosa era stata quella di Carbonara poi Aquilonia nell'ottobre del Sessanta - e dai ricordi recenti di montagne abitate da briganti sanguinari e primitivi che, come scrive Carlo Levi, "tagliavano le orecchie, il naso e la lingua dei Signori, per farsi pagare i riscatti". Paesi irraggiungibili e antichissimi, strade impossibili, tratturi "che per sei mesi dell'anno", lo ricorda il molisano Francesco Jovine, erano fiumi di fango, sentieri innevati e pietrosi costituiscono l'ambientazione tutta meridionale di un'avventura che da subito diventa materia per uno dei primi romanzi politici dell'Italia unita.
  Un viaggio elettorale
è il formidabile ritratto di un mondo desolato e monotono, chiuso nei suoi pregiudizi e nei suoi incredibili "dietroscena", dominato da personaggi e situazioni che l'umorismo e l'originale lessico desanctisiani trasformano in un caleidoscopio multicolore, in stampe di costume e in bozzetti che ancora oggi rientrano in un'ideale antologia della narrativa realista del secondo Ottocento. Ma ogni parte della "commedia", senza mai scadere nel pittoresco, assume un icastico significato morale che si lascia intridere da una radicale richiesta di democrazia e di educazione politica.

  DAL TESTO – "I signori di Morra avevano divisi i contadini in vari gruppi, e ciascuno si era fatto capo di un gruppo. Il mattino di buonissima ora sotto una pioggia a secchie eccoli intorno a riunire ciascuno il suo gruppo, e non ci fu ragione, né scusa, tutti dovettero marciare. Erano apparecchiate alcune carrozze, e i signori vi ficcarono i contadini o troppo cagionevoli o troppo gravi d'età, ed essi a cavallo, chiusi ne' mantelli. Attraversarono Guardia, acclamando, svegliando quella buona gente, e giunsero in Andretta a ora, fradici di acqua, ma contenti, acclamanti e acclamati. Il guaio era pe' rimasti a piedi. E costoro, pigliando la via dritta e breve, si gittarono alla valle dell'Isca, attraversarono i torrenti, scalarono le alture, dando il grido nelle caseine, raccogliendo per via elettori, e muli e asini, quanti potevano, e giunsero anche a ora tra risa e applausi. La pioggia aveva messo là l'eguaglianza tra contadini e signori, anzi vedevi con rara abnegazione qualche signore a piedi e qualche contadino a cavallo."

  L’AUTORE – Francesco De Sanctis (1817-1833), professore, critico e intellettuale, è stata una delle personalità più rilevanti della letteratura italiana dell'Ottocento. La sua Storia della letteratura italiana resta un modello insuperato di rigore critico e di tensione civile.

   INDICE DELL’OPERA – In una notte d'inverno un viaggiatore in carrozza..., di Toni Iermano - Nota al testo - Le edizioni dell'opera - Descrizione del ms. autografo - Abbreviazioni bibliografiche - Un viaggio elettorale. Racconto - Ai miei nuovi e vecchi elettori – I. Un Viaggio elettorale – II. Rocchetta la poetica – III. Lacedonia – IV. Fantasmi notturni – V. Il discorso – VI. Bisaccia la gentile – VII. Calitri la nebbiosa – VIII. Andretta la cavillosa – IX. L’ultimo giorno – X. Morra Irpino – XI. Dopo il ballottaggio – XII. La mia città – XIII. Il Re Michele – XIV. Sansevero