Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi Stampa E-mail

René Guénon

Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi

Adelphi Edizioni, pagg.270, € 14,00

 

guenon_regno  IL LIBRO – A distanza di quasi vent’anni dalla Crisi del mondo moderno, e nello stesso anno in cui si chiudeva la seconda guerra mondiale, René Guénon spediva a Parigi, dal suo ritiro in Egitto, il testo del Regno della Quantità (1945). Con quest’opera egli dava una formulazione definitiva alla sua critica del mondo moderno, svelandone questa volta tutto il ricco fondo «dottrinale». Mentre i critici della cultura, anche i più radicali, che si sono susseguiti sulla scena europea a partire dalla prima rivoluzione industriale, hanno sempre mantenuto numerosi legami – volendo o non volendo – con l’oggetto che attaccavano, Guénon è l’unico ad aver rescisso dall’inizio tutti quei legami e ad aver descritto il mondo occidentale come contemplando, da una remota distanza, la terra dove «il frutto maturo cade ai piedi dell’albero». Con la sua prosa limpida, netta, da geometra cosmico, Guénon risale qui alle categorie teoriche e storiche da cui discende la civiltà moderna: quantità e qualità, nomadismo e sedentarismo, tempo lineare e tempo ciclico, sfera e cubo, unità e semplicità, misura e manifestazione. Dopo aver commentato e illuminato i «simboli fondamentali» in tanti suoi scritti, Guénon ci mostra qui gli stessi simboli nelle loro metamorfosi storiche, via via che, nello scorrere dei cicli, muta la visione di essi. Ci appare così una linea di sviluppo del mondo moderno tracciata sui presupposti di un sapere primordiale e «principiale», che tale mondo è nato appunto per rifiutare, con le conseguenze che Guénon qui descrive con inarrivata lucidità. Non si tratta, comunque, per Guénon, di criticare il «progresso» o l’«ugualitarismo» o il «razionalismo» o qualsiasi altra delle manifestazioni peculiarmente moderne – impresa che per altro egli compie, a titolo di esemplificazione, giungendo a risultati devastanti. Ben più urgente è per lui leggere ogni volta in quelle manifestazioni altrettanti «segni dei tempi», altrettanti sintomi di un processo immenso, le cui articolazioni sono tanto più segrete in quanto quel processo stesso nel suo insieme è mosso appunto dall’«odio per il segreto». L’analisi di Guénon, come si distanziava da ogni altra nei presupposti, finisce così per essere altrettanto solitaria nelle conclusioni – e nulla ha da spartire con le tante deprecazioni «spiritualistiche» dell’empio mondo moderno. Per una cultura come quella di oggi, che ricorre brancolando a tanti argomenti usati da Guénon senza conoscerne l’origine, questo libro è l’occasione per confrontarsi finalmente con una figura e con un pensiero che, sia per chi lo segue sia per chi lo avversa, rimangono essenziali.

  DAL TESTO – “[…] l'uniformità, per essere possibile, supporrebbe esseri sprovvisti di qualsiasi qualità e ridotti a semplici «unità» numeriche; ed è perciò che un'uniformità del genere non è mai realizzabile di fatto, e che tutti gli sforzi compiuti a tal fine, specie nell'àmbito umano, possono avere l'unico risultato di spogliare più o meno completamente gli esseri delle qualità loro proprie, e di fare di essi qualcosa che assomiglia al massimo a semplici macchine, in quanto la macchina, prodotto tipico del mondo moderno, è appunto ciò che rappresenta, al più alto grado finora raggiunto, la predominanza della quantità sulla qualità. Proprio a questo tendono, particolarmente dal punto di vista sociale, le concezioni «democratiche» ed «egualitarie» secondo cui tutti gli individui si equivalgono, supposizione assurda la quale induce a ritenere che tutti debbano essere ugualmente adatti a non importa cosa; questa «uguaglianza» non trova alcun esempio in natura, proprio per le ragioni da noi indicate, perché non rappresenterebbe altro che una similitudine completa fra gli individui; ma è evidente che, in nome di questa pretesa «uguaglianza», uno degli «ideali» alla rovescia più cari al mondo moderno, si cerca effettivamente di rendere gli individui tanto simili tra loro quanto la natura lo permette, e questo in primo luogo pretendendo di imporre a tutti una educazione uniforme. Ma poiché, nonostante tutto, non si riesce a sopprimere completamente la differenza delle attitudini, è fuori questione che tale educazione non darà per tutti esattamente gli stessi risultati; ed è un fatto fin troppo vero che, nell'incapacità di dare a certi individui qualità che non hanno, essa è per contro altamente suscettibile di soffocare negli altri tutte le possibilità che superano il livello comune; in tal modo il «livellamento» si effettua sempre dal basso, e d’altronde non può essere diversamente poiché questo stesso livellamento non è che una espressione della tendenza verso il basso, cioè verso la quantità pura che si situa al di sotto di ogni manifestazione corporea, non soltanto al di sotto del grado occupato dai più rudimentali esseri viventi, ma ancora al di sotto di quella che i nostri contemporanei hanno convenuto di chiamare «materia bruta» la quale peraltro, manifestandosi ai sensi, è ancora lungi dall'essere interamente sprovvista di qualità.
  “L'occidentale moderno, del resto, non si accontenta di imporre a casa sua un tal genere di educazione; egli vuole imporlo anche agli altri, unitamente a tutto il complesso delle sue abitudini mentali e corporee, al fine di uniformizzare il mondo intero di cui contemporaneamente uniformizza l'aspetto esteriore mediante la diffusione dei prodotti della sua industria  Ne deriva la conseguenza, solo in apparenza paradossale, che il mondo è tanto meno «unificato» nel senso reale del termine, quanto più diviene uniformizzato; ciò è assolutamente naturale in fondo, poiché, come abbiamo già detto, il senso in cui viene condotto è quello di una «separatività» sempre più accentuantesi; ma qui vediamo apparire il carattere «parodistico» che così spesso si incontra in tutto ciò che è specificamente moderno.”

  L’AUTORE – René Guénon (Blois 1886 - Il Cairo 1951), antropologo francese naturalizzato egiziano, principale esponente del "tradizionalismo integrale", studiò le antiche simbologie orientali e occidentali, sostenendo la tesi della comune origine di tutte le credenze religiose e delle pratiche rituali. La sua linea di pensiero trovò uno sviluppo parallelo in Italia nelle teorie di Julius Evola.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - 1. Qualità e quantità - 2. «Materia signata quantitate» - 3. Misura e manifestazione - 4. Quantità spaziale e spazio qualificato - 5. Le determinazioni qualitative del tempo - 6. Il principio di individuazione - 7. L'uniformità contro l'unità - 8. Mestieri antichi e industria moderna - 9. Il doppio senso dell'anonimato - 10. L'illusione delle statistiche - 11. Unità e semplicità - 12. L'odio per il segreto - 13. I postulati del razionalismo - 14. Meccanicismo e materialismo - 15. L'illusione della «vita ordinaria» - 16. La degenerazione della moneta - 17. Solidificazione del mondo - 18. Mitologia scientifica e volgarizzazione - 19. I limiti della storia e della geografia - 20. Dalla sfera al cubo - 21. Caino e Abele - 22. Significato della metallurgia - 23. Il tempo mutato in spazio - 24. Verso la dissoluzione - 25. Le fenditure della Grande Muraglia - 26. Sciamanismo e stregoneria - 27. Residui psichici - 28. Le tappe dell'azione antitradizionale - 29. Deviazione e sovversione - 30. Il rovesciamento dei simboli - 31. Tradizione e tradizionalismo - 32. Il neospiritualismo - 33. L'intuizionismo contemporaneo - 34. I misfatti della psicanalisi - 35. La confusione tra psichico e spirituale - 36. La pseudo-iniziazione - 37. L'inganno delle «profezie» - 38. Dall'antitradizione alla contro-tradizione - 39. La grande parodia o la spiritualità alla rovescia - 40. La fine di un mondo - Opere di René Guénon