Maurizio Trifone
Itanglese Storie di parole da abstract a wine bar
Carocci Editore, pagg.256, € 21,00
Nell'ambito degli studi linguistici contemporanei dedicati al lessico dell'italiano, "Itanglese" di Maurizio Trifone si segnala per l'equilibrio fra rigore scientifico e efficacia divulgativa. Il volume si colloca nel quadro di una riflessione ormai decennale sull'impatto degli anglicismi nella lingua italiana, senza indulgere in atteggiamenti apocalittici né, al contrario, abbracciare incondizionatamente l'internazionalizzazione del lessico. Con uno stile accessibile ma puntuale, Trifone invita a una presa di coscienza critica del parlante italiano, stimolando una riflessione sulle dinamiche che regolano l'evoluzione della lingua sotto la pressione dei contesti globali.
Il libro si apre su una constatazione ormai difficilmente contestabile: l'italiano contemporaneo è fortemente permeato da parole inglesi, adottate tanto nel linguaggio dei media quanto nella comunicazione quotidiana. Termini come smartworking, breaking news, deadline o location sono ormai d'uso comune, anche laddove esistano alternative italiane altrettanto precise ed efficaci. Tuttavia, Trifone non intende proporre una sterile difesa purista della lingua, bensì un'indagine storica e sociolinguistica sulle modalità, le ragioni e le implicazioni di questa penetrazione lessicale.
Uno dei pregi fondamentali dell'opera risiede nella sua struttura episodica ma coerente: ogni capitolo è dedicato a una parola o a un gruppo di parole imparentate per ambito semantico (moda, tecnologia, economia, sport, ecc.), la cui storia viene ricostruita attraverso esempi tratti da giornali, pubblicità, trasmissioni televisive, blog e social media. Questo approccio consente di restituire il fenomeno dell'"itanglese" nella sua dimensione concreta e vissuta, mostrando come le scelte lessicali siano spesso dettate non solo da esigenze di precisione semantica, ma anche da motivazioni di prestigio, effetto comunicativo o semplice abitudine.
Trifone evidenzia con acume la differenza fra anglicismo vero e pseudoanglicismo, sottolineando come molte parole apparentemente inglesi (footing, baby parking, beauty farm) siano in realtà creazioni ibride o addirittura sconosciute ai madrelingua inglesi. Questo scarto tra percezione e realtà linguistica diventa una delle chiavi interpretative del libro, che mostra come la fascinazione per l'inglese produca a volte soluzioni linguisticamente discutibili o semanticamente opache.
L'autore adotta un tono mai dogmatico, preferendo il confronto alla condanna. La sua proposta – che si potrebbe definire eco-linguistica – consiste in un invito alla consapevolezza: per evitare l'impoverimento dell'italiano non serve vietare l'uso degli anglicismi, ma rafforzare la conoscenza e l'apprezzamento del patrimonio lessicale autoctono. Il vero pericolo, secondo Trifone, non è l'ingresso di parole straniere, quanto piuttosto l'atrofizzazione della competenza linguistica dei parlanti, spesso ignari dell'esistenza di valide alternative italiane.
Di particolare interesse è l'analisi della temporalità degli anglicismi: non si tratta di un fenomeno recente, legato alla globalizzazione digitale, ma di un processo lungo, iniziato già nei secoli passati, e intensificatosi nel Novecento con l'americanizzazione dei modelli culturali. In questo senso, Trifone inserisce l'"invasione inglese" in una cornice storica più ampia, che ridimensiona l'eccezionalismo del presente e mostra la permeabilità costante delle lingue alle influenze esterne.
L'approccio di Trifone si inserisce dunque in una linea di ricerca che coniuga linguistica descrittiva e sociolinguistica, ma lo fa con una cifra stilistica e divulgativa che rende il volume adatto anche a un pubblico non specialistico. L'autore non rinuncia all'apparato critico, ma lo calibra sapientemente all'interno di una narrazione fluida, arricchita da osservazioni etimologiche, aneddoti culturali e confronti interlinguistici.
"Itanglese" offre, insomma, un contributo prezioso al dibattito sullo stato dell'italiano contemporaneo, proponendo non solo una mappa aggiornata delle influenze angloamericane sul nostro vocabolario, ma anche un modello di riflessione linguistica che unisce competenza, misura e ironia. Trifone riesce così nell'intento di coniugare rigore scientifico e spirito divulgativo, offrendo una lettura stimolante e necessaria in un'epoca in cui le parole viaggiano più velocemente delle idee.
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