Il potere che frena |
Massimo Cacciari Il potere che frena Adelphi Edizioni, pagg.217, € 13,00
IL LIBRO – Nella Seconda lettera ai Tessalonicesi, che la tradizione attribuiva a san Paolo, compare l'enigmatica figura di una potenza: il katechon, qualcosa o qualcuno che trattiene e contiene, arrestando o frenando l'assalto dell'Anticristo, ma che dovrà togliersi o esser tolto di mezzo – affinché l'Anticristo si disveli – prima del giorno del Signore. E l'interpretazione di quella figura è qui lo sfondo su cui si dipana una riflessione generale – in costante 'divergente accordo' con la posizione di Carl Schmitt – sulla 'teologia politica', e cioè sulle forme in cui idee e simboli escatologico-apocalittici si sono venuti secolarizzando nella storia politica dell'Occidente, fino all'attuale oblio della loro origine. Con quale sistema politico può trovare un compromesso il paradossale monoteismo cristiano, la fede nel Deus-Trinitas? Con la forma dell'impero o, invece, con quella di un potere che frena, contiene, amministra e distribuisce soltanto? Oppure occorre cercare una contaminazione tra le due? Non poche delle decisioni politiche che hanno segnato la nostra civiltà ruotano intorno a queste domande, e nell'opera di alcuni dei suoi più grandi interpreti, da Agostino a Dante a Dostoevskij, trovano una drammatica rappresentazione. Il volume è corredato da un'antologia dei passi più significativi della tradizione teologica, dalla prima patristica a Calvino, dedicati all'esegesi della Seconda lettera ai Tessalonicesi, 2, 6-7. DAL TESTO – “L’impero non può che esigere auctoritas, da augeo: la sua civitas è augescens, o non è. Essa contiene in sé lo stesso katechon, ma come un ‘ministero’ al servizio della sua più autentica missione: l’universalizzazione del proprio dominio, fare del mondo il proprio ‘sistema’. Si impone, anche qui, la figura del centauro! Fare-epoca, per l’impero, non può equivalere a esercizio di potere frenante, poiché la sua idea del potere è, all’opposto, pro-duttiva. Tuttavia, è all’interno del suo stesso ‘corpo’ che il nuovo deve prodursi. È l’identico ‘corpo proprio’ della sua sovranità che si conserva trasformandosi. Ogni novitas deve esservi a priori contenuta. E in questi termini l’impero appare anche energia catecontica: nel senso, cioè, che contiene in sé le proprie metamorfosi. È il sempre uguale a sé Proteo. Ecco, allora, l’essenziale differenza rispetto al tempo messianico: quest’ultimo è propriamente catastrofico, impone un cambio radicale di scena. Ma può imporlo poiché il mutamento è dovuto all’irrompere del trascendente sull’orizzonte della storia. L’impero, invece, si innova, si riproduce innovandosi; e le stesse forme di questo innovarsi debbono essere iscritte nel suo nomos, valevole erga omnes.” L’AUTORE – Massimo Cacciari è nato a Venezia nel 1944, ed è professore emerito di Filosofia presso l’Università San Raffaele di Milano. È autore di numerosi volumi; tra di essi, quelli che più ne hanno segnato la ricerca sono Krisis (Feltrinelli, Milano,1976); Icone della Legge (1985, nuova edizione 2002); L'Angelo necessario (1986, nuova edizione ampliata 1992); Dell’Inizio (1990, nuova edizione ampliata 2001), tutti apparsi presso Adelphi. INDICE DELL’OPERA – I. Il problema della teologia politica – II. Impero e katechon – III. Epoche ed evo – IV. Quis est katechon? – V. Excursus: ‘Date a Cesare…’ – VI. La Chiesa e il katechon – VII. Il nomos dell’Avversario – VIII. Le due città – IX. L’Inquisitore – X. L’età di Epimeteo – Note - Testi
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