«Non credo neanch'io alla razza» |
Paolo Simoncelli «Non credo neanch'io alla razza» Le Lettere, pagg.238, € 16,50
IL LIBRO – I rapporti di stima e di amicizia tra Gentile e molti colleghi ebrei si intensificano dopo le leggi razziali. Il ricorso a Gentile per consiglio, per aiuto, non rimane vano. Gentile incontra Mussolini a palazzo Venezia la sera del 29 agosto 1938. Testimonierà di avergli detto ben chiaro di non credere alla razza. Procederà a protestare col duce e ad aiutare i colleghi ebrei; e non solo privatamente. Ripetute e pubbliche le sue prese di posizione antirazziali. L'ampia documentazione inedita raccolta, dagli epistolari agli atti d'ufficio presso i ministri dell'Educazione nazionale e della Cultura popolare, Bottai e Pavolini, dimostra la gamma varia ma costante di interventi a sostegno di intellettuali ebrei, noti e meno noti che vedono in Gentile il loro unico sostegno. Emerge per contro l'amara constatazione dell'opportunismo anche antisemita, il coro pubblico di non richiesto sostegno razzista di ben altri e insospettabili esponenti della cultura italiana, poi corsi nel dopoguerra a "cancellare le tracce" del loro vergognoso comportamento. DAL TESTO – “Gentile, per testimonianze coeve (concordemente confermate da studi recenti), in quello scorcio d'anni era notoriamente privo di spessore politico, ridotto ormai ai margini del regime. Circostanza che rendeva apparentemente privi di speranza quegli appelli dei colleghi ebrei. Ma che pure proprio in quella loro disperazione testimoniano di come fosse considerato Gentile, e cioè altrimenti noto per una serie costante di pubbliche posizioni intellettuali che evidentemente ne avevano fatto, e facevano ancora, un punto di riferimento per la difesa dal razzismo e dall'antisemitismo. L'insieme dei suoi tanti capisaldi culturali, dall'Enciclopedia Italiana, al «Giornale critico della filosofia italiana», alla direzione della Normale di Pisa e relativi «Annali», alle varie edizioni nazionali di classici o a nuove iniziative scientifiche (rispettivamente da Foscolo a Manzoni), all'Università di Roma, alla familiare casa editrice Sansoni, avevano ripetutamente visto testimoniate posizioni antinaturalistiche che lo avevano portato, teoreticamente, agli antipodi dal razzismo. Né da alcuno dei centri culturali che presiedeva era mai stato escluso un autore ebreo perché ebreo. Tutt'altro. Le voci dell'Enciclopedia Italiana maggiormente sensibili in argomento (oltre Razza del Sera), come Antisemitismo e Ebrei, erano state affidate a colleghi ebrei, rispettivamente, Pincherle e Levi Della Vida, non diversamente da altre, ugualmente sensibili sul piano storico-politico, come Europa, Medioevo, Roma, assegnate a Giorgio Falco. Le riviste che dirigeva erano sempre state aperte a contributi di autori ebrei, dove anzi volumi azzardati come Il razzismo di Cogni (edito a Milano dalla casa editrice Bocca nel '37) vennero stroncati per giunta da un recensore ebreo come Bruno Brunello. All'Università di Roma si era trovato a difendere - come già visto - colleghi ebrei dalle intemerate confessionali del rettore, né aveva mai fatto mancare il voto per affidare all'ebreo tedesco Richard Walzer l'incarico annuale di una delle materie gentilianamente sensibili come Filosofia greca, tantomeno ad Arnaldo Momigliano (giovane libero docente, incaricato di Storia greca, che anzi ostentava affetto oltre che deferenza per Gentile).” L’AUTORE – Paolo Simoncelli è professore ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato volumi e saggi sulla Riforma protestante in Italia e sulla Controriforma, sul caso Galilei, sul repubblicanesimo fiorentino del ’500, sulla Normale di Pisa durante il fascismo, e la biografia letteraria di Sergio Maldini. Presso la nostra casa editrice ha curato i Carteggi di Gentile con Chiavacci e con Donati; in questa stessa collana ha pubblicato i volumi Renzo De Felice. La formazione intellettuale (2001); Tra scienza e lettere. Giovannino Gentile (e Cantimori e Majorana) (2006) e Cantimori e il libro mai edito. Il movimento nazionalsocialista dal 1919 al 1933 (2008). INDICE DELL’OPERA – Abbreviazioni - Ringraziamenti - 1. Un documento epigrafico - 2. Arnaldo Momigliano e una retrospettiva ouverture polemica - 3. Un'ermeneutica accusatoria - 4. Polemica bruciante - 5. Un nuovo documento (a conferma) - 6. Altri Curricula a Gentile - 7. Kristeller in Italia - 8. L'ombra degli accordi culturali italo-tedeschi - 9. Lavori in corso alla gentiliana Sansoni - 10. Il lampo estivo - 11. Appuntamenti a Forte dei Marmi - 12. Controversie e sorprese alla Sansoni - 13. L'udienza da Mussolini - 14. Delusioni e reazioni di Gentile - 15. L’incupirsi dell'estate - 16. Kristeller va via - 17. La permanenza degli affetti - 18. Ancora Kristeller - 19. Altre perplessità e preoccupazioni - 20. Monta il «caso Fubini» - 21. Cian e (di nuovo) Bottai - 22. Gentile tra Bottai e Pavolini - 23. Ancora Bottai (e Mussolini) - 24. Rammarichi diversi - 25. La pressione di Bottai (e il profilarsi di De Robertis) - 26. Un confronto disatteso - 27. Silenzi asimmetrici (e falsi bersagli) - 28. Epilogo – Appendice. Gaetano Chiavacci a Paul Oskar Kristeller, Firenze, 24 maggio 1946 - Indice dei nomi
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