Un re afghano in esilio a Roma |
Luciano Monzali Un re afghano in esilio a Roma Le Lettere, pagg.148, € 16,00
IL LIBRO – Per molti anni visse in esilio a Roma un importante sovrano afghano, Amanullah, che aveva combattuto vittoriosamente contro i Britannici nel 1919 e che aveva cercato di avviare un coraggioso programma di riforme politiche e sociali per il proprio popolo. Fra il 1929 e gli anni della seconda guerra mondiale Roma divenne il luogo da cui Amanullah cercò di orchestrare svariati intrighi e macchinazioni per riconquistare il trono perduto. Questo libro, fondato su documentazione diplomatica in gran parte inedita, da una parte è un tentativo di comprendere come i diplomatici italiani di stanza a Kabul, fra i quali spicca Pietro Quaroni, percepissero e interpretassero la società afghana e i suoi problemi; dall’altra è una ricostruzione delle relazioni italo-afghane all’interno del quadro generale della politica italiana verso il Medio Oriente e l’Asia centrale negli anni fra le due guerre mondiali. DAL TESTO – “Quaroni arrivò a Kabul il 19 novembre 1936 e presentò le sue credenziali i19 dicembre. Il diplomatico romano si trovò a suo agio nella capitale afghana. Nel corso della sua lunga permanenza in Afghanistan Quaroni studiò e imparò il persiano, la lingua parlata dalle élite afghane, e conquistò molte simpatie nei circoli governativi di Kabul, che apprezzavano un Italiano che ammirava la cultura locale e faceva lo sforzo d'integrarsi in essa. In particolare Quaroni ebbe stretti rapporti con Re Zahir e la sua corte. Il funzionario italiano capì che Kabul era un luogo ideale per osservare e studiare i sommovimenti politici e sociali in atto in Asia, in particolare in India dove erano in corso la crisi del dominio coloniale britannico e l'ascesa del nazionalismo indiano guidato da Gandhi e dal partito del Congresso. Fin dai primi mesi della sua missione Quaroni percepì l'importanza strategica dell'Afghanistan. A suo avviso, in caso di guerra italo-britannica vi era la possibilità di sollevare le tribù pashtun contro le forze armate inglesi e di creare problemi al potere coloniale della Gran Bretagna in India. In Afghanistan si stava sviluppando un nazionalismo afghano che aveva una direttiva espansionistica, ovvero quella di annettere all'Afghanistan tutti i territori abitati da Pashtun e controllati dalla Gran Bretagna […].” L’AUTORE – Luciano Monzali (Modena 1966) è professore associato in Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Ha pubblicato per i nostri tipi Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra (2004), Italiani di Dalmazia 1914-1924 (2007) e, insieme a Francesco Caccamo, ha curato il volume L’occupazione italiana della Iugoslavia (1941-1943) (2008). INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Elenco dei fondi archivistici, delle raccolte documentarie e delle abbreviazioni - 1. Ascesa e declino di un sovrano riformatore. Amanullah re dell'Afghanistan e le relazioni politiche con l'Italia (1919-1929) - II. L'Italia fascista e la questione afghana (1929-1939) - III. L'Afghanistan nella politica dell'Asse italo-tedesco durante la Seconda guerra mondiale - Cartine storiche - Appendice fotografica - Indice dei nomi
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