Il sogno dell’egemonia |
Luciano Monzali Il sogno dell’egemonia. L'Italia, la questione jugoslava e l'Europa centrale (1918-1941) Le Lettere, pagg.134, Euro 16,50
IL LIBRO – Obiettivo di questo volume è delineare un’analisi del ruolo dell’Italia in Europa centrale negli anni fra le due guerre mondiali. La fine dell’Impero asburgico, la crisi interna russa e l’indebolimento della Germania crearono un vuoto di potere in Europa vantaggioso per l’Italia. Il 1918 inaugurò così un’epoca di crescente influenza italiana in tutta la regione centro-europea. Al cuore della politica italiana verso l’Europa centrale vi fu il rapporto con i popoli slavi del sud che vivono nei territori fra il Danubio e il Mar Adriatico. Le difficoltà nel creare un rapporto di collaborazione con lo Stato jugoslavo unitario indebolirono fortemente le ambizioni egemoniche dell’Italia nell’area danubiana ed in quella adriatica. A partire dagli anni Trenta emerse l’inquietante presenza della Germania nazionalsocialista, capace di dare vita ad un’azione di penetrazione politica ed economica che la trasformò in pochi anni in Potenza egemone dell’Europa centrale. L’alleanza fra Italia fascista e Germania nazionalsocialista segnò quindi il paradossale declino e ridimensionamento dell’influenza italiana nei territori danubiani e balcanici.
DAL TESTO – “[…] nel corso degli anni Venti il dibattito interno al regime fascista sulla politica estera fu caratterizzato dalla coesistenza di due indirizzi. Da una parte, vi erano coloro che desideravano proseguire una politica di stabilizzazione dell'assetto europeo prodotto dalla guerra, puntando all'intensificazione della collaborazione con gli Stati usciti vincitori dal conflitto bellico. In questo quadro lo Stato jugoslavo veniva percepito non come avversario ma come un partner fondamentale per la politica estera italiana. Dall'altra, vi erano coloro, numerosi nel partito fascista, che predicavano un rinnovamento della politica estera italiana, la quale doveva assumere uno stile e un orientamento più dinamici e aggressivi, con l'obiettivo di assicurare all'Italia l'espansione nel Mediterraneo e l'egemonia nell'Europa danubiana e balcanica: questo progetto egemonico era da perseguirsi svolgendo una politica favorevole ai diritti di alcune nazionalità oppresse e alla revisione dei trattati di pace al fine di conquistare influenza negli Stati insoddisfatti dell'assetto politico esistente (Austria, Ungheria, Bulgaria, Albania). Per molti fascisti, spesso ex dannunziani ed ex nazionalisti, cruciale doveva essere l'impegno per favorire la disgregazione dello Stato jugoslavo unitario, ritenuto nemico mortale dell'Italia, attraverso il sostegno all'affermazione del principio di nazionalità in Jugoslavia”. L’AUTORE – Luciano Monzali (Modena 1966) è professore associato in Storia delle Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Ha pubblicato per i nostri tipi Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra (2004), Italiani di Dalmazia 1914-1924 (2007) e, insieme a Francesco Caccamo, ha curato il volume L’occupazione italiana della Iugoslavia (1941-1943) (2008). INDICE DELL’OPERA - Elenco dei fondi archivistici, delle raccolte documentarie e delle abbreviazioni - I. L'Italia liberale, la dissoluzione dell'Impero asburgico e la costituzione del Regno dei serbi, croati e sloveni - II. Dalla difesa della stabilità alla creazione del disordine. L'Italia fascista, la Jugoslavia e la regione danubiana 1922-1936 – III. Mussolini, Ciano e il declino dell'influenza italiana nell'Europa danubiana e balcanica 1936-1940 - IV. Lo spazio vitale. L'Italia fascista, la disgregazione della Jugoslavia e la nascita della Croazia indipendente - Appendice: Cartine - Indice dei nomi
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