Il lupo e la luna Stampa E-mail

Pietrangelo Buttafuoco

Il lupo e la luna

Bompiani, pagg.210, Euro 18,00

 

buttafuoco_lupo  IL LIBRO – Questa non è la solita storia. È una storia in forma di "cuntu', l'antica forma di narrazione orale della Sicilia, e narra le vicissitudini e le peregrinazioni del messinese Scipione il Cicalazadè. Giovane vigoroso e intelligente, viene sottratto dodicenne dai pirati al padre, il Visconte Cicala, portato in dono al Sultano e educato alla sua corte, fino a divenire, in qualità di Prescelto, il comandante degli eserciti Ottomani di terra e di mare. Il suo destino è fatto di battaglie, conquiste, bottini, ma anche di nostalgia per la sua terra d'origine e per sua madre, donna Lucrezia. C'è un lupo al fianco di Scipione guerriero, e lui stesso è lupo nel profondo, e la sua voce è l'ululato della passione, del tradimento, della rabbia, dell'utopia: quella di Tommaso Campanella, i cui congiurati Scipione incontra e aiuta; quella dell'amore, che si incarna per lui in una dama fatta Luna; quella del ritorno in patria, occasione del ritrovamento degli affetti famigliari ma anche di un grande scontro con il cattolicissimo fratello Filippo. E poi, come in un circolo magico, un nuovo ritorno al Monte Altesina, là dove lo attende la dama fatta Luna e lo spirito del lupo potrà trovare finalmente riposo. Una storia che ha insieme il fascino di un Mediterraneo favoloso, la forza poetica delle narrazioni rinascimentali e l'aura di un'epopea popolare in cui Oriente e Occidente si misurano in una guerra di idee, amore e rinascita.

  DAL TESTO – “Il mare alitò il suo respiro d'acciughe e sale. La frescura della nottata si involò e donna Lucrezia, la signora madre, proferì suoni che il bambino, di lì a dieci anni, avrebbe riconosciuto come parole di ingresso in un mondo nuovo e per lui fatale.
  “Osservandola nella preghiera, dunque, con gli occhi bui a fargli peso nel petto, egli la chiamò e poi ruppe in pianto: "Un lupo mi voleva portare via."
  “Così disse Scipione, e la madre, destata al suo dovere, si alzò dal tappeto, prese in braccio il figlio e se lo portò nel letto ancora odoroso di tepore.
  “Lo cullò e lo baciò. Chiamò le donne della servitù e ordinò di far venire gli altri suoi figli. Venne il primogenito, di quattro anni più grande di Scipione. Quindi il terzogenito, più piccolo di due. Infine si avvicinarono le sorelle, due gemelle nate appena un anno prima, seme gentile serbato da Visconte nel suo lungo periplo nel mar di Spagna, al tempo della presa di Algeri.
  “Lo cullò e lo baciò ancora, il suo piccolo. E gli affollò di fratelli il letto. Un altro cerchio glielo fece con l'abbraccio dei domestici di camera, arrivati nel frattempo.
  “Una nenia di sorrisi e gioie che riempì la stanza. E donna Lucrezia, signora e madre, ordinò alle cuoche di sfornare presto una focaccia. Con questa arrivò una scodella di acqua, limone e zucchero fatta gelare con la neve d'Etna.”

  L’AUTORE – Pietrangelo Buttafuoco è autore di Le Uova del Drago (Mondadori, 2005), L’Ultima del Diavolo (Mondadori, 2008), Cabaret Voltaire (Bompiani, 2008) e Fimmini (Mondadori, 2009).