Nicolai Lilin
Il respiro del buio
Einaudi, pagg.306, Euro 20,00
IL LIBRO – Il respiro del buio comincia con un viaggio, alcune centinaia di chilometri che sanciscono l'ingresso in una nuova vita. Il servizio militare in Cecenia è finito, è tempo di tornare, ma per Nicolai la parola ritorno ha perso significato. È un altro uomo quello che scende dal treno, e anche la città che lo accoglie ha ormai rinunciato alla propria identità per inchinarsi ai miti d'Occidente. Rinchiuso nel suo appartamento, circondato dalle armi importate illegalmente dalla Cecenia, Nicolai attraversa un «dopoguerra» privatissimo e feroce: all'indifferenza muta che gli riserva il suo Paese, non trova altra risposta che l'odio. Odia gli edifici, le strade, l'umanità «pacifica» che gli appare fasulla, intollerabile nella sua pretesa di civiltà. Per provare a fare i conti con le atrocità subite e commesse, decide d'intraprendere un nuovo viaggio, verso il luogo che rappresenta l'unico ritorno possibile: la Siberia. In questa terra che sa essere per lui spietata e materna, guidato da un nonno che vive in perfetto equilibrio tra asprezza e incantato stupore, Nicolai sembra ritrovare il desiderio di una vita comune. Ma non basta certo il silenzio a cancellare un passato così ingombrante, e neppure serve la determinazione, perché quella che si offre come una possibilità di riscatto può rivelarsi in ogni momento una trappola che inverte la corsa e riporta al punto di partenza. Così può succedere che un impiego in un'agenzia di sicurezza privata a San Pietroburgo si trasformi in una nuova guerra, più nascosta e apparentemente meno violenta rispetto a quella combattuta in divisa, eppure, se possibile, ancora più pericolosa. Una guerra che fa le sue vittime nelle strade delle grandi città, ma che si combatte soprattutto nelle stanze lussuose della nuova élite economica, nei rapporti tra oligarchi e politici corrotti, negli archivi segreti ereditati dal KGB. Tra complotti e tradimenti, attentati e amori impossibili, violenze atroci e sorprendenti accensioni ironiche, Nicolai Lilin ci regala quello che tra i suoi romanzi, forse, più lo rappresenta. Perché le storie dei suoi personaggi - storie accadute all'autore stesso o viste accadere ad altri, ascoltate o soltanto immaginate - non sono che varianti possibili di un identico destino: quello di chi, per fuggire dal vuoto, non ha avuto altra scelta che lanciarsi nel buio.
DAL TESTO – “Più mi sforzavo di capire la situazione in cui si trovava il mio Paese, più mi allontanavo dalla realtà. Ripensavo a tutti quelli che avevo visto morire nel nome della pace, e mi convincevo che questo tipo di pace non meritava di esistere: meglio il macello che avevo conosciuto, dove almeno sapevamo qual era la faccia del nemico e non potevamo sbagliarci, e tutto era semplice proprio come una pallottola. “Tornato a casa per cercare di calmarmi un po' ho acceso la televisione, ma le notizie che sentivo mi sembravano una presa in giro: in qualche scantinato quattro azerbaigiani avevano mischiato dell'acqua di rubinetto con un po' d'alcol e l'avevano spacciata per vodka, vendendola al prezzo di una coltellata in una rissa nel parcheggio di un nightclub; l'ex procuratore generale era stato ripreso da una videocamera mentre si drogava e faceva sesso con una prostituta, dichiarando poi che quella era semplicemente una serata di relax, un suo diritto di cittadino; i politici facevano tante promesse con i loro sorrisi inutili e senza senso, gli occhi pieni di morte e tristezza, però tirati da un lifting che dava a tutti la stessa espressione da bambola gonfiabile. Intanto su un altro canale il Presidente parlava come un autentico criminale, minacciando senza mezzi termini tutti quelli che lo ostacolavano […].”
L’AUTORE – Nicolai Lilin è nato nel 1980 a Bender, in Transnistria. Nel 2003 si è trasferito in provincia di Cuneo, dove fa il tatuatore, avendo studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano. Presso Einaudi ha pubblicato i romanzi Educazione siberiana (2009), tradotto o in corso di traduzione in diciassette Paesi, Caduta libera (2010 e 2011) e Il respiro del buio (2011), tutti scritti direttamente in italiano. Educazione siberiana diventerà anche un film di Gabriele Salvatores prodotto da Cattleya.
INDICE DELL’OPERA - Il respiro del buio - L'uomo della foresta - L'esercito dei pochi - La guerra dentro - La cenere delle nostre anime
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