La via portoghese al corporativismo |
Daniele Serapiglia La via portoghese al corporativismo Carocci, pagg.252, Euro 22,50
IL LIBRO – Il corporativismo rappresentò l'elemento fondamentale dell'ideologia dell'Estado Novo portoghese. Asse portante della Costituzione del 1933, questo fu una potente arma di propaganda nelle mani del governo di Antonio Oliveira Salazar, il quale ne fu il principale interprete. Concepito nella teoria come sintesi del pensiero sociale cattolico e di quello liberale, in realtà il corporativismo lusitano del primo dopoguerra venne modellato sull'esempio di quello dell'Italia di Benito Mussolini, che aveva, in Portogallo, diversi estimatori. Il volume si propone di analizzare l'evoluzione del corporativismo portoghese dalla fine del XIX secolo al 1943, cercando di dimostrare come, meglio che in altri paesi, il pensiero sociale cattolico venne armonizzato con quello di stampo fascista, garantendo a Salazar un'alleanza con le gerarchie ecclesiastiche, le quali, almeno in un primo momento, lo sostennero con convinzione. Il libro permette di conoscere una dittatura ancora poco studiata dalla storiografia mondiale, ma che sta stimolando, sempre di più, l'interesse degli studiosi. DAL TESTO – “[…] se nella teoria fu debitore della tradizione cattolica, con ampie concessioni alla scuola liberale, nella pratica quello portoghese fu un corporativismo di Stato o, come lo definisce Philippe C. Schmitter, un corporativismo autoritario. Schmitter, infatti, chiamato a illustrare il termine per l'Enciclopedia delle scienze sociali dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ha parlato di cinque diversi tipi di corporativismo: il paleocorporativismo, quello dei Comuni medioevali; il protocorporativismo, quello applicato nella Germania di Weimar, Svizzera e Svezia negli anni Venti e Trenta; lo pseudocorporativismo degli USA del New Deal; il neocorporativismo degli anni Settanta e, appunto, il "corporativismo di Stato" o "corporativismo autoritario", proprio dei regimi dittatoriali europei a cavallo delle due guerre. Un corporativismo di Stato, quello dell'Estado Novo, che, differentemente da quello fascista, nacque da ciò che Maier ha definito il «vecchio corporatismo», rappresentato «da scrittori che andavano da La Tour du Pin, attorno al 1870, fino a Othmar Spann, mezzo secolo più avanti», i quali «ritenevano di poter eliminare i danni di un liberismo polverizzato creando una rappresentanza di ordini sociali». Come vedremo, però, benché il corporativismo portoghese nascesse come frutto della polemica tra cattolici e liberali anticlericali e non dall'esigenza di un'alternativa alle teorie socialiste, come invece quello fascista, esso fu decisamente influenzato da quello italiano, la cui portata ideologica, come ha sottolineato Gianpasquale Santomassimo, «si espande nel corso degli anni Trenta proprio mentre si restringe e si ridimensiona, in Patria, la sua portata pratica».” L’AUTORE – Daniele Serapiglia ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia d'Europa: Identità collettive, cittadinanza e territorio nell'età moderna e contemporanea (Università di Bologna e Università di Coimbra). Giornalista pubblicista, è, inoltre, membro della SISS (Società italiana di storia dello sport) e del CESH (European Committee for Sports History). Autore di diversi saggi sull'Estado Novo portoghese, continua le proprie ricerche sui primi vent'anni della dittatura lusitana collaborando con il Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università di Bologna. INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Luís Reis Torgal – Introduzione - 1. Il pensiero sociale cattolico in Portogallo - 1. 1. Tra medioevo ed età contemporanea: le radici del corporativismo lusitano - 1. 2. La dottrina corporativa cattolica e il congresso di Lisbona del 1895. La nascita dei Circulos Católicos de Operários e del Partido Nacionalista - 1. 3. La "scuola" corporativa di Coimbra: il Centro Académico de Democracia Cristã e la rivista "Estudos Sociaes" (1906-11). L'ombra di Murri - 1. 4. La Prima Repubblica e la diaspora dei cattolici - 1. 5. "Action française" e l'influenza sul movimento controrivoluzionario portoghese e su quello cattolico. Analogie e diversità - 2. Dalla guerra al dopoguerra. Il riaprirsi del dibattito corporativo: l'esperienza di Sidónio Pais e la Costituzione del 1918 - 2. 1. Le ragioni dell'intervento: l'ultimo acuto dello Stato liberale - 2. 2. La crisi economica – 2. 3. La crisi del 1917. Fatima e la fine della Prima Repubblica – 2. 4. Il 1918: l'avventura del "prestigioso caudillo" Sidónio Pais – 2. 5. L'esperienza corporatista di Sidónio Pais nel contesto dell'Europa postbellica – 3. Il corporativismo e l'Estado Novo – 3. 1. Il 1926. La rivoluzione del 28 maggio – 3. 2. La condanna di "Action française". Un dibattito tra cattolici portoghesi – 3. 3. Dalle Finanze al potere – 3. 4. La riforma costituzionale – 3. 5. L'Estatuto do Trabalho Nacional - 3. 5. 1. Gli individui, la nazione e lo Stato nell'ordine economico e sociale - 3. 5. 2. La proprietà, il capitale e il lavoro - 3. 5. 3. L'organizzazione corporativa – 3. 6. La Guerra civile spagnola e la Fundação Nacional para Alegria no Trabalho – 3. 7. Il corporativismo lusitano tra Italia fascista e Vichy – Conclusioni - Indice dei nomi
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