L’etologia |
Konrad Lorenz L’etologia Bollati Boringhieri, pagg.383, Euro 12,00
IL LIBRO – Al pari della teoria relativistica di Einstein o di quella psicoanalitica di Freud, l’etologia, la scienza di cui Konrad Lorenz è stato l’iniziatore e che studia il comportamento animale con il metodo dell’analisi comparata, è entrata ormai stabilmente nella «coscienza collettiva» e nella cultura dell’Occidente. Questo trattato di «fondamenti e metodi» è una vera summa del pensiero lorenziano, con la quale deve misurarsi anche chi voglia solo contestarne i risultati. Accusato spesso di eccessivo innatismo, Lorenz sorvola qui sugli aspetti del comportamento umano, ma i risultati di etologia animale che vengono illustrati sono di portata così generale che il riferimento è trasparente. Il luminoso ma fragile edificio della nostra razionalità, sembra ammonire Lorenz, poggia su un terreno di istinti primordiali che abbiamo in comune con creature ben più primitive nella scala evolutiva e con cui dobbiamo fare i conti. DAL TESTO – “L'affermazione che nell'etologia l'''innato'' sia definito solo dall'esclusione dei processi di apprendimento è assolutamente errata: i moduli comportamentali innati si riconoscono per le medesime caratteristiche della distribuzione sistematica dei caratteri morfologici; i concetti di innato e di acquisito sono ben definibili quanto il genotipo e il fenotipo. La risposta alla teoria che certi moduli comportamentali "adatti" al futuro ambiente possano venire appresi dall'uccello nell'uovo e dall'embrione di mammifero nell'utero è stata formulata da mia moglie con una semplice espressione: "corso di sci all'asciutto". Io stesso scrissi allora che Lehrman, per evitare il concetto di modulo comportamentale innato, postulava l'introduzione di una maestra innata (innate schoolmarm). L’AUTORE – Konrad Lorenz (1903-1989), uno dei fondatori dell’etologia come disciplina scientifica, vinse nel 1973 il premio Nobel per la medicina per le sue scoperte sull’organizzazione e la formazione dei moduli comportamentali individuali e sociali. Presso Bollati Boringhieri è apparso anche il suo Evoluzione e modificazione del comportamento (1971). INDICE DELL’OPERA - Introduzione storica - Parte prima. Metodologia - 1. Il pensiero biologico (1.1. Differenze di finalità tra la ricerca fisica e quella biologica - 1.2. Limiti del processo riduttivo - 1.3. Il riduzionismo ontologico - 1.4. Il divenire organico come limite al processo riduttivo - 1.5. La domanda "a che scopo?" - 1.6. Finalismo e causalità nell'osservazione della natura) - 2. Come si svolge la ricerca in biologia e, in particolare, in etologia (2.1. Il concetto di sistema o "tutto organico" - 2.2. La successione dei passaggi conoscitivi dettata dal carattere sistemico – 2.3. La prestazione cognitiva della percezione - 2.4. La cosiddetta passione - 2.5. L’osservazione di animali in libertà e in cattività - 2.6. L’osservazione di animali addomesticati tenuti in libertà – 2.7. La conoscenza degli animali come metodo di ricerca - 2.8. L'esperimento che parte dal tutto organico – 2.9. L'esperimento con privazione di esperienza - 2.10. La parte in relativa indipendenza dal tutto) - 3. Limitatività dei metodi di carattere non sistemico nello studio del comportamento (3.1. Atomismo - 3.2. Monismo interpretativo - 3.3. Operazionalismo e monismo interpretativo dei behavioristi) – 4. Il metodo comparativo nella ricerca filogenetica (4.1. La ricostruzione di alberi genealogici - 4.2. Caratteri distintivi del ceppo - 4.3. L'ipotesi dell'accrescimento - 4.4. La documentazione dei fossili - 4.5. L'omologia e i suoi criteri - 4.6. Il criterio di omologia del numero di caratteri - 4.7. Differenza di funzione e adattamento convergente – 4.8. L’omoiologia - 4.9. Il microsistematico ha bisogno di un gran numero di caratteri - 4.10. Il valore mutevole dei singoli caratteri - 4.11. Difficoltà e valore della micro sistematica - 4.12. Il sorgere dello studio comparato del comportamento o etologia - 4.13. Riassunto del capitolo) - Parre seconda. Meccanismi fisiologici del comportamento filogeneticamente programmati – 5. Il movimento geneticamente coordinato o movimento istintivo (5.1. L'origine del concetto - 5.2. Differenze dipendenti dall'intensità - 5.3. I diversi movimenti istintivi associati allo stesso tipo di stimolazione - 5.4. L’unitarietà qualitativa della motivazione - 5.5. Il metodo della doppia qualificazione - 5.6. L’affaticamento specifico di attività - 5.7. L’abbassamento di soglia degli stimoli scatenanti - 5.8. Effetti che mascherano il ristagno di un movimento istintivo - 5.9. La cosiddetta attività a vuoto – 5.10. Il comportamento appetitivo - 5.11. Abbassamento di soglia e comportamento appetitivo nella reazione di "evitamento" – 5.12. Stimolare ed essere stimolati - 5.13. Neurofisiologia della spontaneità – 5.14. Funzioni analoghe di elementi nervosi e di sistemi integrati - 5.15. Riassunto del capitolo) - 6. Processi afferenti (6.1. Il meccanismo scatenante innato - 6.2. Limiti di prestazione del meccanismo scatenante innato - 6.3 Il meccanismo scatenante innato e il segnale scatenante - 6.4. Un'importante regola pratica - 6.5. Meccanismi scatenanti innati completati da un apprendimento) - 7. Il problema dello stimolo (7.1. Significato esteso del concetto - 7.2. Elementi nervosi stabili e ad attività spontanea - 7.3. Comportamento analogo di sistemi nervosi integrati – 7.4. Il concetto di potenziale specifico di azione) - 8. Sistemi complessi formati dai meccanismi comportamentali esaminati precedentemente (8.1. Apparizione di condizioni di quiete - 8.2. L’automatismo di ricerca - 8.3 Sistemi gerarchici – 8.4. La gerarchia relativa delle disposizioni (Leyhausen) - 8.5. Il ruolo del "posto di comando sovraordinato" (Erich von Holst)) - 9. 'Un istinto' è unitario? (9.1. Il pericolo di nomi finalistici - 9.2. La molteplicità degli impulsi - 9.3. L'azione integrante della gerarchia degli istinti – 9.4. L’interazione dei movimenti istintivi interessati - 9.5. Moduli motori non specifici di un sistema - 9.6. Riassunto del capitolo) - 10. Meccanismi che elaborano un'informazione momentanea (10.1 "Esperire qualcosa" non significa "apprendere qualcosa" - 10.2. Il circuito regolatore od omeostasi - 10.3. L'irritabilità – 10.4. La reazione ameboide - 10.5. La cinesi - 10.6. La reazione fobica - 10.7. La reazione topica o tassia - 10.8. La telotassia o "fissazione" - 10.9. L’orientamento temporale - 10.10. Navigazione con bussola e cronometro - 10.11. Tassia e movimento istintivo - 10.12. Tassia e intuito) - 11. Motivazione multipla di un comportamento (11.1. Un comportamento motivato in modo semplice è raro - 11.2. La sovrapposizione - 11.3. Inibizione reciproca e alternanza - 11.4. Il movimento di sostituzione) - Parte terza. Modificazione adattativa del comportamento - 12. Generalità sulla modificazione (12.1. Modificazione e modificazione adattativa - 12.2. Processi analoghi nell'embriogenesi - 12.1. Apprendimento come modificazione adattativa) – 13. Processi di apprendimento senza associazione (13.1. Facilitazione e sensitivizzazione - 13.2. Assuefazione agli stimoli o limitazione dell'afferenza) – 14. Processi di apprendimento con associazione senza retrocomunicazione del successo (14.1. L'associazione - 14.2. Assuefazione agli stimoli legata a una percezione complessa - 14.3. L’abitudine - 14.4. Il riflesso condizionato in senso proprio (conditioning con selezione di stimoli) - 14.5. Reazioni di evitamento acquisite per un trauma - 14.6. L'imprinting - 14.7. Inibizione condizionata - 14.8. Riassunto e discussione del capitolo) – 15. Apprendimento dalle conseguenze del comportamento (15.1. Il nuovo accoppiamento a retroazione - 15.2. La complicazione minima del sistema - 15.3. L’appetizione condizionata - 15.4 L'avversione condizionata – 15.5. L'azione condizionata - 15.6. L'appetizione condizionata di condizioni di quiete - 15.7. Riassunto del capitolo) - 16. Apprendimento motorio, movimento volontario e intuizione (16.1. Apprendimento motorio - 16.2. Il cosiddetto movimento volontario - 16.3. Movimento volontario e intuizione) – 17. Il comportamento esplorativo (17.1. Scelta del comportamento - 17.2. L'impulso autonomo del comportamento esplorativo - 17.3. Apprendimento latente – 17.4. Oggettività - 17.5. Specializzazione del non essere specializzati - 17.6. Il gioco - 17.7. Curiosità, gioco, scienza e arte) - Epilogo della terza parte – Bibliografia - Indice analitico
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