Putin il neozar |
Osvaldo Sanguigni Putin il neozar Manifestolibri, pagg.158, Euro 18,00
IL LIBRO - Il potere di Vladimir Putin sulla politica e sulla società sovietica non conosce praticamente più confini. I suoi uomini controllano tutti i gangli vitali di un paese in cui le condizioni di vita della maggioranza dei cittadini si sono pesantemente deteriorate nel corso degli ultimi anni. Sulla base di una ricchissima documentazione di prima mano, l’autore ricostruisce l’inarrestabile ascesa di Putin dal Kgb ai vertici di uno Stato che sembra voler recuperare le sue tradizioni assolutiste tornando anche a rivendicare un ruolo imperiale sullo scacchiere geopolitico. Sacrificando, senza troppi complimenti, la vita democratica e il benessere dei cittadini russi.
DAL TESTO - "Si può definire la Russia dell’ultimo quindicennio come un immane tritacarne e non solo in senso metaforico. Vi sono finite triturate milioni di persone, i cui destini sono stati spezzati non dalla “mala sorte” ma dall’infernale meccanismo delle riforme messo in piedi da Boris Eltsin a partire dal gennaio 1992 per riportare la Russia “nel consesso delle nazioni occidentali” e condurla a tempo di record verso un assetto capitalistico. È stato qualcosa di più di una “semplice” macelleria sociale. Milioni di uomini e di donne sono divenute vittime sacrificali immolate da un’élite fanatica e senza scrupoli, giunta al potere, sfruttando la crisi profonda del vecchio modello sociale, con gli inganni, la demagogia e i colpi di stato e animata dalla volontà di imporre all’intero paese un brutale disegno “mercatista”. Tutto ciò è avvenuto senza che i protettori occidentali di Eltsin battessero ciglio. "Ciò che è avvenuto nel quindicennio successivo al 1992, e che tuttora in forma attenuata perdura, ha comportato dei costi umani e materiali inauditi. Ecco alcune cifre sull’andamento demografico tratte dall’annuario statistico “Rossija v tsifrakh” del 2005. Dal 1993 al 2005 la popolazione russa è diminuita di oltre 5 milioni di unità. Ma se si tiene conto dei flussi migratori e anche del fatto che le statistiche demografiche possono essere manipolate, il calo demografico deve essere stato assai più consistente. Come spiegarlo? Innanzi tutto, con l’abbassamento della durata media della vita: da 69 anni nel 1990 a 65 anni nel 2004 (Fonte: Rossijskij statisticeskij ezhegodnik (Annuario statistico russo), 2005, pag. 125). "La Russia è il paese sviluppato in cui si muore di più. Delineando un’inversione di tendenza rispetto al passato sovietico. Le donne in Russia sono più longeve (nel 2004 la loro durata media di vita era di 72,3 anni). Questa forte differenza tra i due sessi è forse dovuta al fatto che le difficoltà della transizione al capitalismo si sono scaricate prevalentemente sugli uomini, i quali tra l’altro sono più soggetti all’alcolismo. È una situazione della quale in Occidente si preferisce non parlare per non minare la fede nelle virtù salvifiche del libero mercato e che ha costretto anche il Presidente della Russia Putin a lanciare l’allarme: “Occorre salvare il popolo!”. Il suo mandato è scaduto ma è riuscito a fare poco nel tempo a disposizione. Se la tendenza non verrà invertita, si prevede un ulteriore calo di 15 milioni di persone entro il 2025."
L'AUTORE - Osvaldo Sanguigni ha studiato economia politica a Mosca e ha vissuto per cinquant’anni tra Roma e la capitale russa, pubblicando numerosi studi sull’Unione sovietica e collaborando a periodici e quotidiani tra cui il manifesto. Ha insegnato presso l’Istituto Orientale di Napoli e ha pubblicato, per i tipi di manifestolibri, Il fallimento di Gorbaciov (2005).
INDICE DELL'OPERA - Prefazione - Il “tritacarne” russo - Tra democrazia e dispotismo. Un neozar nei destini della Russia? - Un “ragionevole Terminator” - L’eredità di Eltsin - I poteri costituzionali del Presidente della Russia - I cocci della Russia - La Russia e il resto del mondo - La lotta politica - Il monopolio del potere - Lampi della “Rivoluzione criminale” - La società russa - Riforme economiche e differenziazioni sociali - Sotto il segno di Putin - Breve conclusione |