L'arcolaio |
Rino Alessi L’arcolaio Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, pagg.128, Euro 10,00
IL LIBRO – Nelle dieci novelle dell’Arcolaio, in uno stile già maturo e brillante, Rino Alessi rappresenta il dramma di molte esistenze, come la parca che dipana il filo della vita. Quinto titolo del grande scrittore cervese proposto dal “Ponte Vecchio”, questo libro è davvero una rarità: apparso in una edizione privata, stampata Forlì nel 1913, oggi introvabile, già mostra tutta la perizia dell’autore di Calda era la terra, il libro capolavoro che qui celebra il suo battesimo, per l’ambientazione, la densità dello stile, la quadratura dei personaggi, spesso anticipazione dei futuri protagonisti della narrativa di Alessi. L’arcolaio entra così di diritto, per la prima volta, nel ciclo dei romanzi e dei racconti romagnoli, con Calda era la terra, La speranza oltre il fiume e La coltellata, già apparsi in questa collana.
DAL TESTO – “Il sole calava infuocato fra i vapori lontano della radura sconfinata. La parte alta del cielo aveva quelle tonalità rossigne e bluastre che precedono il crepuscolo. Montò sul largo parapetto, guardò il fondo dell’acqua morta e andò a sedersi su di un comodo gradino che sorgeva alla base di una grande colonna antica. Il tramonto era quieto. Non un alito di vento turbava il fogliame dei fitti pioppi che accompagnavano, sugli argini bassi, la linea dell’acqua. Pierpegola considerò la sua condizioni; aveva qualche soldo in tasca ed un seccherello di molliche. Gli parve che l’aria del suo paese fosse più dolce di quella degli altri siti che aveva visitati durante cinque anni di transito, senza trovare mai un momento di pace. Egli non aveva potuto fermarsi in alcun luogo, ché aveva trovato, presto o tardi, tutti nemici, anche le bestie. Il pane più rozzo e il nascondiglio più oscuro gli erano stati contesi; aveva solo camminato, di giorno e di notte, in cerca sempre di nuova fortuna”.
L’AUTORE – Rino Alessi è nato a Cervia, cittadina della bassa romagnola, il 30 aprile 1885. Trascorse l’adolescenza e la prima giovinezza tra il paese natìo e Forlimpopoli, della cui Scuola Normale, a quei tempi diretta da Valfredo Carducci, fratello del Poeta, fu allievo. Si volse prestissimo al giornalismo, di cui sentiva l’ardente passione, collaboratore al “Resto del Carlino” di Amilcare Zamorani, al “Tempo” di Claudio Treves e all’”Avanti!” di Leonida Bissolati. Un servizio di inviato speciale durante i famosi conflitti sociali tra “gialli” e “rossi”, nel Ravennate, gli consentì di abbandonare definitivamente l’insegnamento e di entrare nella redazione del “Giornale del Mattino”. Del battaglione quotidiano bolognese divenne direttore nel 1911. All’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale Rino Alessi partì volontario per il fronte del Podgora. Alcuni articoli, pubblicati nel “Secolo” di Milano, gli procurarono la chiamata all’Ufficio Stampa del Comando Supremo. Divenne, così, corrispondente di guerra del “Secolo” di Milano e del “Messaggero” di Roma. Il 13 novembre 1918 era a bordo dell’“Audace”. Sbarcato a Trieste collaborò alla rinascita de “Il Piccolo” del quale assunse la direzione. Il benemerito organo dell’italianità adriatica era stato distrutto nel 1915. L’attività letteraria di Rino Alessi si è svolta parallelamente a quella giornalistica. Nel 1909 egli pubblicava L’arcolaio, un volume di novelle romagnole favorevolmente accolte dalla critica. Venuto per la prima volta a contatto col teatro di prosa, scrisse la Scalata al potere, rappresentata con successo nel 1912. Gli impegni giornalistici e la guerra allontanavano l’Alessi dall’attività letteraria e dal teatro. Appena nel 1931 – cioè con un’interruzione quasi ventennale – egli tornò a farsi vivo con La sete di Dio, il dramma spirituale di Robespierre. Seguirono per alcuni anni, quasi di sei mesi in sei mesi, con successi di critica e di pubblico, drammi storici come Il conte Aquileia (Teresa Gonfalonieri) e Caterina de’ Medici, appartenenti col Robespierre al ciclo degli “incorruttibili”. Memorabile può dirsi anche sotto il profilo di “teatro di massa” la grandiosa rappresentazione del Savonarola con la regia di Jacques Copeau e i commenti musicali di Castelnuovo-Tedesco in Piazza della Signoria in Firenze durante un famoso “Maggio fiorentino”. Tra i drammi moderni meritano particolare menzione Il caso del dottor Hirn, Il volo degli avvoltoi, L’argine e La Gatta, che tenne il cartellone per quasi due anni al teatro Ateneo di Buenos Aires nel 1946-47 ed ebbe poco meno di cento repliche nel maggior teatro di Montevideo. Tutte le opere teatrale dell’Alessi hanno varcato il confine con rappresentazioni in Germania, in Austria, in Ungheria, in Polonia, in Cecoslovacchia, nella Spagna e nell’America Latina.
INDICE DELL’OPERA – Rivalità – L’amico di Bitter – Il bacio di Pio – Veglia – La guerra – Pierpegola – I padroni del gallo - L’ospite – I ladri in paese – Fede paterna |