Il giovane Mussolini |
Rino Alessi Il giovane Mussolini Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, pagg.152, Euro 12,00
IL LIBRO – Quarto volume di “Tutte le opere di Rino Alessi”, il libro racconta la vita di Benito Mussolini dal periodo socialista a quello interventista, con un taglio certamente apologetico, ma col fascino della scrittura dell’autore cervese e del tempo rievocato, tra i più drammatici e appassionati nella storia del Novecento.
DAL TESTO – “Le fughe sul campanile di Benito non piacevano a Valfredo Carducci il quale, sapendo delle cattive condizioni dei soffitti della vecchia chiesa, temeva da un giorno all’altro una disgrazia; ancora meno piacevano, ma con tutt’altro animo, al rettore fusignanese, che in ogni parola, gesto o abitudine del bizzarro convittore trovava motivo per dare una giustificazione alla sorda antipatia che nutriva verso di lui. “Il direttore seguiva il giovane nella sua nascosta attività giornalistica sui giornaletti della regione. Si era messo d’accordo in segreto con l’economo anarchico per averli. Non condivideva, certo, quelle idee, espresse con un linguaggio violento, qualche volta addirittura rozzo, ma schietto e mai volgare. Però, in quelle idee, in quello stile così personale, in quegli scritti, che egli giudicava comunque bislacchi e biasimevoli, andava scrivendo i segni di una personalità che sopravanzava di gran lunga quelli di tutti gli allievi che fino a quei giorni avevano sfilato davanti alla sua cattedra. “Gli ammonimenti del rettore rendevano più piacevole a Benito la permanenza nel suo inaccessibile rifugio. Lassù poteva tener nascosti libri, riviste e giornali proibiti, di cui era ghiotto e geloso. Di lassù, quando il borino saliva fresco asciutto da levante, con il profumo del mare e delle pinete, nereggianti tra le saline e il nastro dorato delle dune, poteva nitidamente distinguere, come in un plastico, il tracciato delle strade e delle carrarecce, il succedersi delle case e dei poderi”.
L’AUTORE – Rino Alessi è nato a Cervia, cittadina della bassa romagnola, il 30 aprile 1885. Trascorse l’adolescenza e la prima giovinezza tra il paese natìo e Forlimpopoli, della cui Scuola Normale, a quei tempi diretta da Valfredo Carducci, fratello del Poeta, fu allievo. Si volse prestissimo al giornalismo, di cui sentiva l’ardente passione, collaboratore al “Resto del Carlino” di Amilcare Zamorani, al “Tempo” di Claudio Treves e all’”Avanti!” di Leonida Bissolati. Un servizio di inviato speciale durante i famosi conflitti sociali tra “gialli” e “rossi”, nel Ravennate, gli consentì di abbandonare definitivamente l’insegnamento e di entrare nella redazione del “Giornale del Mattino”. Del battaglione quotidiano bolognese divenne direttore nel 1911. All’entrata dell’Italia nel conflitto mondiale Rino Alessi partì volontario per il fronte del Podgora. Alcuni articoli, pubblicati nel “Secolo” di Milano, gli procurarono la chiamata all’Ufficio Stampa del Comando Supremo. Divenne, così, corrispondente di guerra del “Secolo” di Milano e del “Messaggero” di Roma. Il 13 novembre 1918 era a bordo dell’“Audace”. Sbarcato a Trieste collaborò alla rinascita de “Il Piccolo” del quale assunse la direzione. Il benemerito organo dell’italianità adriatica era stato distrutto nel 1915. L’attività letteraria di Rino Alessi si è svolta parallelamente a quella giornalistica. Nel 1909 egli pubblicava L’arcolaio, un volume di novelle romagnole favorevolmente accolte dalla critica. Venuto per la prima volta a contatto col teatro di prosa, scrisse la Scalata al potere, rappresentata con successo nel 1912. Gli impegni giornalistici e la guerra allontanavano l’Alessi dall’attività letteraria e dal teatro. Appena nel 1931 – cioè con un’interruzione quasi ventennale – egli tornò a farsi vivo con La sete di Dio, il dramma spirituale di Robespierre. Seguirono per alcuni anni, quasi di sei mesi in sei mesi, con successi di critica e di pubblico, drammi storici come Il conte Aquileia (Teresa Gonfalonieri) e Caterina de’ Medici, appartenenti col Robespierre al ciclo degli “incorruttibili”. Memorabile può dirsi anche sotto il profilo di “teatro di massa” la grandiosa rappresentazione del Savonarola con la regia di Jacques Copeau e i commenti musicali di Castelnuovo-Tedesco in Piazza della Signoria in Firenze durante un famoso “Maggio fiorentino”. Tra i drammi moderni meritano particolare menzione Il caso del dottor Hirn, Il volo degli avvoltoi, L’argine e La Gatta, che tenne il cartellone per quasi due anni al teatro Ateneo di Buenos Aires nel 1946-47 ed ebbe poco meno di cento repliche nel maggior teatro di Montevideo. Tutte le opere teatrale dell’Alessi hanno varcato il confine con rappresentazioni in Germania, in Austria, in Ungheria, in Polonia, in Cecoslovacchia, nella Spagna e nell’America Latina.
INDICE DELL’OPERA - Capitolo I – Capitolo II - Capitolo III - Capitolo IV – Capitolo V - Capitolo VI - Capitolo VII – Capitolo VIII - Capitolo IX - Capitolo X - Capitolo XI - Capitolo XII - Capitolo XIII - Capitolo XIV - Capitolo XV - Capitolo XVI – Capitolo XVII - Capitolo XVIII – Capitolo XIX - Capitolo XX |