La legione invincibile |
Guido Cervo La legione invincibile Edizioni Piemme, pagg.428, Euro 11,00
IL LIBRO – 276 d. C. L'impero romano vive uno dei momenti più drammatici della sua storia. Dopo aver rotto il confine renano, orde di barbari hanno occupato le Gallie e messo in ginocchio l'esercito imperiale. Mogontiacum, estremo baluardo romano sul Reno, deve far fronte all'isolamento e alla tremenda carestia causata dalle razzie degli invasori. I recenti successi della XXII legione del legato Valerio Metronio hanno portato una tregua, ma la situazione che Valerio deve affrontare è disastrosa. L'inverno è alle porte, mancano gli approvvigionamenti e il malcontento dei cittadini esplode in rivolte sanguinose. Inoltre, nelle campagne devastate, bande di predoni e torme di lupi affamati seminano il terrore tra i contadini. Nel timore dell'inevitabile riscossa di Roma, decine di migliaia di barbari si stanno ritirando verso il Reno per sfuggire all'avanzata dell'armata guidata dall'imperatore Probo. E' solo questione di tempo prima che i valorosi legionari di Valerio si trovino ad affrontare una nuova e determinante battaglia. In un clima di spasmodica attesa, Valerio e Idelnia, i barbari Bodomar e Murel, la bella Dolcinia e tanti altri personaggi intrecciano i loro destini mentre si prepara la resa dei conti definitiva, che non potrà che avere il marchio del ferro e del sangue.
DAL TESTO – “Sceso in strada, Marsilio si incamminò di buon passo, allontanandosi dalla zona dei magazzini portuali con l’intenzione di raggiungere il quartiere degli speziali, a mezza strada tra il ponte sul Reno e la fortezza. Per guadagnare tempo, preferì costeggiare inizialmente il fiume e raggiungere la via Pretoria. Non era una passeggiata piacevole, dal momento che avrebbe dovuto attraversare uno dei quartieri più poveri e malfamati di Mogontiacum. Negli edifici di quella zona, per lo più baracche di tronchi sconnessi o pericolanti edifici di mattoni, viveva la popolazione più miserabile di Mogontiacum, in maggioranza costituita da profughi. Non poche famiglie erano affluite in città addirittura una ventina di anni prima, fuggendo dagli Agri decumati invasi dagli Alamanni, ma la maggior parte erano arrivate dopo la recente invasione, abbandonando i piccoli villaggi delle campagne per cercare protezione in città. Erano gente disperata: alcuni di loro, venduti tutti i beni che avevano potuto portare con sé, avevano finito per darsi schiavi con moglie e figli pur di avere di che vivere; altri vivevano di espedienti e piccoli lavori, quando non di mendicità prostituzione e delinquenza. Dall’altra parte del fiume, del resto, era lo stesso se non peggio, perché attorno al Forte dei Mattaci, dove erano acquartierati gli ausiliari di Clodio Salluvio, erano sorte altre decine di baracche ancora più fatiscenti e squallide, popolate da una folla di miserabili affamati, tormentati dai parassiti e da topi enormi e temerari”.
L’AUTORE – Guido Cervo vive e lavora a Bergamo, dove è insegnante di Diritto ed Economia politica. La storia lo attrae da sempre, soprattutto quella antica, in cui affondano le radici etniche, culturali, politiche e religiose della civiltà europea. Storici sono dunque i suoi romanzi precedenti tutti pubblicati in Italia da Piemme e ormai apprezzati anche all’estero: Il legato romano, La legione invincibile, L’onore di Roma (premio selezione Bancarella), Il centurione di Augusto, Il segno di Attila e Le mura di Adrianopoli. |