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Rochus Misch è l'ultimo. L'ultimo sopravvissuto delle guardie del corpo di Adolf Hitler. L'ultimo soldato ad aver lasciato il bunker del Führer il 2 maggio 1945, il giorno in cui l'Armata Rossa s'impossessa della capitale del Terzo Reich, ormai in rovina. Uno dei pochi testimoni ad aver visto i corpi inerti del dittatore e della sua compagna, Eva Braun, accartocciati su un canapè nella loro tomba di cemento e acciaio. L'SS di ventisette anni a cui Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda, si è rivolto qualche minuto prima di suicidarsi a sua volta.
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“È probabile che a tutt’oggi molti «figli della guerra» ignorino ancora le loro vere origini e che altri ne siano venuti a conoscenza solo alla morte dei genitori adottivi; in parecchi casi, le leggi che vietavano l’accesso agli archivi e alle rispettive storie familiari furono modificati quando ormai i «figli della guerra» erano adulti se non addirittura anziani. Il silenzio tuttavia non era del tutto impenetrabile. Un cenno oggi, un’allusione domani, e nella loro mente nascevano dubbi e domande inquietanti ma, anche quando trovavano il coraggio di parlarne, non sempre ricevevano risposte dalla famiglia. Spesso era per proteggere i figli che si nascondeva l’identità del loro padre, ma non era questo il mezzo più adatto: non di rado i bambini subirono abusi, rifiuti e quasi sempre la condanna sociale. In molti di loro insorsero vere e proprie crisi di identità; in ogni caso persero comunque l’occasione di conoscere il proprio padre e i parenti tedeschi”.
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In questo suo ultimo lavoro, Alain de Benoist contesta radicalmente la legittimità teorica, politica e morale del concetto di ‘guerra giusta’, dimostrando come lo stesso fenomeno terroristico vada riportato alle sue dimensioni più semplici e naturali, quelle che consentirebbero di combatterlo senza alimentarlo. In una critica radicale alle posizioni dell'amministrazione Bush, l’Autore perviene alla conclusione che il 'globalitarismo' americano racchiude un pericolo mortale per il mondo moderno, l'occultamento dell'originarietà dell'elemento politico e conflittuale nella vita dell'uomo...
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Godolphin D’Arcy Osborne fu ambasciatore inglese presso la Santa Sede nel periodo che va dagli ultimi anni di Pio XI alla fine della seconda guerra mondiale. Durante il conflitto fu costretto, come tutti gli altri ambasciatori di paesi in guerra contro l’Italia, a rifugiarsi in Vaticano. Il grande storico inglese Owen Chadwick ha preso spunto dal Diario del diplomatico per ricostruire e interpretare alcuni dei passaggi chiave di quel periodo: l’opposizione di Pio XI agli opposti totalitarismi, il conclave e l’elezione di Pio XII, i rapporti con le diverse potenze...
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