Quaderni di storia n.95 Stampa E-mail

Aa. Vv.

Quaderni di storia n.95
gennaio-giugno 2022


edizioni Dedalo, pagg.335, € 22,00

 

aavv quaderni-di-storia-952022  Il n.95 di "Quaderni di storia", semestrale diretto da Luciano Canfora, si apre con un saggio di Davy Marguerettaz dedicato a Henri Wallon, "una delle personalità più notevoli del panorama intellettuale (storiografico), accademico e politico francese del XIX secolo", "passato alla storia per gli emendamenti del 1875 che portano il suo nome, con i quali fu sancita definitivamente la forma repubblicana dello Stato francese uscito dal crollo del Secondo Impero". In particolare, Marguerettaz si sofferma sul "binomio attività intellettuale-attività politica/pubblica circa la questione della schiavitù nell'opera di Wallon, nel corso di tutta la sua vita, unificando i vari contributi che si sono occupati del tema in modo frammentario e mettendo in luce aspetti mai notati prima".

  Il contributo di Livia Capponi prende in esame il rapporto tra Giulio Cesare e Cleopatra, con un'attenzione particolare al figlio di quest'ultima di nome Tolomeo, "che ella, secondo quanto riferisce Cassio Dione, diceva di avere avuto da Cesare e che appunto per questo chiamava Cesarione" e "ricevette il titolo di re d'Egitto".

  Dino Piovan approfondisce il ruolo ricoperto dall'Atene classica nel dibattito politologico contemporaneo, dove la democrazia antica viene vista "come esperienza storica da conoscere in dettaglio, da analizzare e meditare, a cui addirittura ispirarsi nel tentativo di rivitalizzare la democrazia contemporanea ritenuta insoddisfacente. Atene, insomma, come paradigma. Paradigma politico".

  Sulla base di una lettera scritta da Bruno Fortichiari, uno dei fondatori del Partito Comunista d'Italia (Pcd'I) e membro del suo Esecutivo, a Lev Trockij il 26 maggio 1923 e di alcuni rilevanti documenti conservati presso l'Archivio Statale Russo di Storia politica e sociale (RGASPI) di Mosca, Marco Caratozzolo e Giorgio Fabre mettono a fuoco, in un saggio di circa sessanta pagine, "le dinamiche sottese a un tentativo, architettato in particolare dal partito italiano anche prima del 1923, di creare o almeno di dare impulso a una vera e propria forza militare da opporre al fascismo. Ma soprattutto, dai documenti emerge, ed è questo uno dei risultati principali di questa indagine, quale fu la reazione dei sovietici alla proposta".

  Del tema inerente alle influenze culturali ed economiche tra Vicino Oriente antico e Mediterraneo si occupa Giuseppe Ieropoli, secondo il quale "il nostro debito culturale nei confronti dell'antico centro mesopotamico è stato molto più grande di quanto si è ritenuto: poiché anche altri più antichi legami, quelli linguistici, uniscono le genti del Mediterraneo e del Vicino Oriente antico".

  Alla figura di Manara Valgimigli è dedicato il contributo firmato da Federica Marinoni, che richiama l'attenzione del lettore sugli inediti classensi portando qualche nuova luce sugli anni universitari e sulla carriera degli studi grazie alle carte d'archivio rinvenute nel Fondo Valgimigli di BCRa.

  Nel "Palchetto", vengono proposti gli interventi di tre storici di Roma antica, di diverse generazioni, che esplorano le implicazioni storiografiche e metodologiche della storia romana, e ne approfondiscono i nessi con il più ampio dibattito politico-sociale del nostro tempo.