Emil M. Cioran
Finestra sul nulla
Adelphi Edizioni, pagg.227, € 14,00
Sono raccolti in questo volume (tradotto da Cristina Fantechi) alcuni frammenti di Emil M. Cioran risalenti al periodo 1943-1945 cui è stato attribuito il titolo "Finestra sul nulla", che – come precisa il Curatore, Nicolas Cavaillès, nella Premessa – "è tratto dalla prima pagina e dal primissimo aforisma, per molti versi programmatico: il motivo del Nulla abita l'insieme di questo testo estremamente aperto, il cui autore si descrive come un «fanatico dell'eventualità» - un testo sempre impregnato di quella dimensione euristica e provvisoria che caratterizza ogni scrittura in statu nascendi, come pure della sua finalità: vincere il male per esaurimento".
Per Cioran "la malattia è un rimedio efficace contro la noia, mentre la nostra putrefazione interiore ci ingloba in lei". "La salute", dal canto suo, "è una malattia incompleta".
"Ogni tentativo – si legge ancora nel testo – di dare alla massa – attraverso utopie o rivoluzioni – qualcosa di diverso dal pane volgare della felicità tradisce un'illusione che neppure merita il nobile titolo di assurdità. Lo spirito non ha plurale. Il formicaio umano va rimpinzato e lasciato gemere di sazietà in un impero dell'ingozzamento".
Nell'Appendice del volume, è riportato il testo integrale del penultimo scritto che Cioran ebbe a pubblicare in lingua romena nel novembre 1948 sulle colonne della rivista degli scrittori romeni in esilio, «Luceafărul» (fondata a Parigi da Mircea Eliade).
In questo scritto, l'Autore si interroga su ciò che mosse Napoleone "a lasciare Parigi e a percorrere il mondo". "Da dove veniva – si chiede lo scrittore romeno – questa inquietudine, questa incapacità di restare a casa? Da dove la volontà di fuggire qualsiasi tetto? Il bisogno di gloria non è tanto una causa quanto una conseguenza. L'adolescente che piangeva leggendo Ossian, che soffriva con Werther, non fu solo un contemporaneo di René, fu lui stesso il più grande figlio del secolo, del male del secolo. La sete di potere – dettata non da necessità economiche, e nemmeno politiche, ma da esigenze psicologiche – è la trasposizione oggettiva di un conflitto interiore. L'imperialismo napoleonico, sul piano storico, la nostalgia romantica, è il concretarsi del vago dell'anima nell'indefinito dello spazio".
È l'eccesso di desideri – riflette Cioran – a generare l'"idea di insufficienza". "La stessa coscienza del male – aggiunge – non sussisterebbe senza l'agitazione di voglie irrealizzabili. Vivono bene coloro che vogliono poco, il cui desiderio è compatibile con le dimensioni della vita. Quando però si è rosi da una smania travolgente, l'universo non basta più, e diventa caduta, male. Quaggiù, non c'è niente che soddisfi. L'infelicità non è che l'incapacità nel soprannaturale – l'incapacità di abbracciare tutto". |