Breviario dei vinti II. 70 frammenti inediti Stampa E-mail

Emil Cioran

Breviario dei vinti II
70 frammenti inediti


Voland, pagg.107, € 13,00

 

cioran breviario  IL LIBRO – Ultimo testo redatto in romeno tra il 1941 e il 1944, il "Breviario dei vinti II" è rimasto allo stato di manoscritto finché Cioran fu in vita. Ritrovato tra le carte dell'autore solo dopo la sua morte, è un'opera illuminante per comprendere l'evoluzione interiore dello scrittore: esule nella Parigi dell'occupazione tedesca, impegnato quasi in un corpo a corpo con la lingua materna. Qui, un linguaggio ancora tellurico, a volte oscuro, a volte ravvivato da improvvise accensioni, fornisce il quadro di un pensiero aforistico, sprezzante delle contraddizioni fino all'insolenza, intollerante dei limiti della ragione, fra echi dell'antica scuola cinica e accenti di religiosità che lasciano intravedere i colori della gnosi.

  DAL TESTO – "Le nostre mancanze ci rendono forti; non possedere ci irrobustisce. Il nostro potenziale avvenire scaturisce direttamente dal disgusto di ciò che abbiamo. Quando arriviamo a valutare in modo negativo la quantità di presente di cui disponiamo, la nostra respirazione è feconda, pericolosa, vigorosa. La molla della vita è tesa dal dinamismo dell'incompiuto, da un desiderio tenace e implacabile che brucia il midollo e si propaga - come una fiamma - sino alle idee. Morto è l'uomo soddisfatto di ciò che ha, di ciò che può avere e di ciò che avrà. Tutto quanto è grandioso si deve al miraggio dell'irraggiungibile. È il disprezzo del paradiso a fare grande l'uomo. Niente lo sminuisce più dell'aspirazione alla felicità. La stessa Caduta è forse altro che una fuga di fronte al dolore? Ricercarlo rappresenta l'unico pregio in mezzo alle brutture della condizione umana. La vita è la tomba originaria da cui ci salva l'inquietudine nostalgica. Se non fossimo perseguitati da un sanguinoso Altro, i nostri passi affonderebbero nella creta della funebre eternità, gloria edulcorata dalla banalità e dalla noia, dall'identità putrefatta. Meglio - attraverso una lacrima – condurre la nostra esistenza al contrario anziché paralizzarla con il senso della moderazione."

  L'AUTORE – Nato Răşinari (Romania) nel 1911, Emil M. Cioran esordisce in letteratura a ventidue anni con "Al culmine della disperazione". Nel 1937 vince una borsa di studio grazie alla quale si reca a Parigi, dove si stabilisce definitivamente nel 1941 per consacrarsi alla scrittura, conducendo una vita modesta e tenendosi lontano dalla mondanità parigina. Frequenta pensatori e autori a lui affini come Ionesco, Beckett e Michaux e comincia a scrivere i suoi aforismi in un francese estremamente cesellato. "Confessioni e anatemi", uscito nel 1987, è l'ultimo suo libro pubblicato in vita. Muore a Parigi nel 1995.

  INDICE DELL'OPERA - Nota del traduttore – IV - Quell'uomo che ha colpito tutto ciò cui teneva – V - Della sfortuna - Chi scrive avrebbe il dovere - Ciò che di buono o di cattivo avviene - Signore, nel tuo universo - Solo accanto alla donna - Schiacciato dalla sterilità - Mio Dio, riversa della musica - Elevare la contestazione - La noia è il trionfo assoluto - Io non ho fatto che sognare - Talvolta desidererei un amore - Nel desiderio di andarsene - Senza un profumo di tenebre - Mi sono spesso chiesto - L'idea di insufficienza - Non perdere il senno - I giorni sono per me - Le contraddizioni dell'orgoglio - La forza di un uomo - Se comprendessi a fondo – VI - La vita è sopportabile - Fòrgiati un'anima - La vitalità religiosa - Non passa giorno - Quando con un'indulgenza carica di stanchezza - L'eleganza dello spirito - Per quelli esacerbati dalla lucidità - Programma del giorno - Fra tutte le paure che ho provato - L'idea della morte - Due cose non mancano di riempirmi di terrore - Ciò che non è desiderio della carne - Per trovarmi ancora più solo - Lo smacco è il coronamento - Mi sono accorto, frequentando gli uomini - Avere o no il sentimento del nulla - Ho notato che la morte - Su distese sperdute ho sparso le mie lacrime - Nella schiuma del nulla - Non avendo scoperto alcuna melodia - Vorrà pur dire qualcosa – VII - L'uomo è un essere inseguito - Il mio cuore darà alla vita il respiro - Una melodia - In mezzo ai giardini - Mai una sola volta ho ascoltato - Nessuna strega potrà affatturare - Appartengo a un mondo senza argomenti - Vi è uno strano legame - La nobiltà dell'individuo - Spesso, nel pensiero, ho infranto il patto - Questo l'amore - I dubbi insidiano le fondamenta - Se la donna fosse altro - Rivesti gli stracci della verità! - Anche se avevi dimenticato - Le nostre mancanze ci rendono forti - Qualcuno dovrebbe comunque pregare per me - Vivere richiede una maestria - Tutto ciò che si può fare della vita - I sogni di un sangue troppo provato - La vita non è che un gioco insensato - Iscrizione su una lapide immaginaria - [bis] Da un'estetica - La capacità di soffrire - So benissimo dove lo spirito - Reclamare dalla natura - Quando la musica - Vi è nulla che riveli meglio - In amore, tutto si cancella - La musica? Lacrime sonore