Andrea Spiri
The end 1992-1994 La fine della Prima Repubblica negli archivi segreti americani
Baldini+Castoldi, pagg.236, € 18,00
Andrea Spiri, docente presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università LUISS «Guido Carli», ricostruisce in questo libro il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica "utilizzando le lenti interpretative degli americani che vivono e lavorano in Italia: analisti del Dipartimento di Stato presso l'Ambasciata di Roma, funzionari delle sedi consolari sparse lungo il territorio della penisola, agenti della Cia sotto copertura, impegnati ciascuno nel proprio ambito a fornire precisi indirizzi ai vertici delle amministrazioni oltreoceano".
Dai documenti utilizzati dall'Autore emerge "il disinteresse per le sorti del vecchio ceto di governo" insieme con "l'esigenza di «guardare avanti», di non attardarsi nella salvaguardia dell'esistente". A favorire tale approccio è indubbiamente il "mutamento degli equilibri internazionali" da cui è derivata la "perdita di centralità geopolitica dell'Italia nel più ampio contesto di marginalizzazione del ruolo europeo".
Alla classe dirigente della Prima Repubblica "non vengono risparmiati giudizi severi e talvolta e impietosi". Daniel Serwer, che fu a capo della missione diplomatica Usa a Roma nella fase di passaggio dall'amministrazione di George W. H. Bush a quella di Bill Clinton, ha scritto: "I politici che cadevano erano nostri amici, e questo ci creava seri problemi perché non sapevamo che futuro avrebbe avuto il Paese. Però non facemmo nulla per proteggerli. L'impressione generale era che fosse venuta l'ora di ripulire la cose, tutti sapevano come andavano. Se durante la Guerra fredda c'era mai stata la tentazione di proteggere qualcuno di questi politici, ormai era scomparsa".
Nei rapporti inviati a Washington, veniva dedicata attenzione alla Lega Nord, definita come "un impasto di anarchia e dittatura che combina al suo interno massima disciplina e massima confusione". In particolare, sul piano dell'orientamento del Carroccio in materia di politica estera, si sottolineava il voto espresso in Parlamento nel 1991 contro l'"invio di una missione culturale italiana nelle acque del Golfo Persico per garantire il rispetto dell'embargo contro l'Iraq imposto dalle Nazioni Unite".
Silvio Berlusconi – che aveva ufficializzato la "discesa in campo" il 26 gennaio 1994 – veniva descritto come "un uomo ambizioso, di ampie vedute, sicuro di sé, dotato di esperienza, un creativo, un leader moderno e non ideologico capace di dare vita a un nuovo miracolo economico".
Le elezioni politiche del 27 e 28 marzo 1994 vennero interpretate dagli uomini dei Servizi segreti Usa come "uno spartiacque nella vicenda repubblicana". |