Marco Cuzzi – Andrea Vento
La versione di Michael Un "amerikano" alla scoperta dell'Italia Intervista a Michael Ledeen
Biblion Edizioni, pagg.201, € 20,00
In questo libro, Michael Ledeen abbandona il ruolo di intervistatore (celebri sono i suoi libri-intervista a Renzo De Felice e a George L. Mosse) e viene intervistato da Marco Cuzzi (professore associato di Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Milano) e Andrea Vento (giornalista e imprenditore). Ne è risultato un bel libro dal quale emergono aneddoti gustosi, considerazioni interessanti sulla storia d'Italia e sui rapporti tra il nostro Paese e gli Stati Uniti, giudizi su figure note della politica italiana e americana.
Figlio di genitori ebrei, Ledeen è religioso e frequenta la sinagoga: "È Segre che ha celebrato il mio matrimonio con Barbara, nel tempio spagnolo sotto la grande sinagoga sul Tevere, a Roma: addirittura con un rito ortodosso sefardita". "La mia famiglia – aggiunge – ha vissuto a lungo in California e per noi Richard Nixon, che era un senatore eletto in quello Stato, era veramente il diavolo: era famoso per il suo antisemitismo, e il suo appoggio a Israele nel 1973 non ha mai scalfito la sua personale opinione sugli ebrei".
Ledeen afferma che "molti italiani non credono che il mondo sia quello che sembra. Credono che dietro ci sia sempre un'altra spiegazione. Cercano sempre ciò che sta "dietro". Gli americani, me compreso, sono molto meno propensi a credere a questa dietrologia".
"Distorta" è la visione che si ha in Italia dell'"intelligence statunitense che opera dappertutto, che sa tutto, che influenza ognuno. Fidatevi: io questo non l'ho mai visto, non ho mai incontrato agenti di questo tipo e francamente non ci credo. Io, se fossi Presidente degli Stati Uniti, chiuderei la CIA e ricomincerei da zero, con altre agenzie ed altri analisti". Il politologo ha "quasi sempre" trovato l'"intelligence community" americana "male informata, e persino su cose fondamentali, come l'attività del Partito comunista italiano".
La National Security Agency (NSA) – rivela Ledeen – "ascolta tutte le conversazioni, tutte. Vengono registrate digitalmente. Poi se interessa un numero particolare, un argomento particolare, siamo in grado di andare nella montagna di dati e trovare quelle conversazioni, le conversazioni che vengono fatte da o verso quei numeri".
Molto positivo è il giudizio che il politologo americano esprime sul conto di Craxi, definito come "una delle persone più importanti dell'epoca" (gli anni Ottanta del Novecento) che ha "salvato l'Italia e in parte il mondo occidentale".
Giulio Andreotti era un "uomo affascinante", "da cui ho imparato moltissimo sull'Italia. E con un senso dell'umorismo raro". "Lui era innanzitutto un uomo del Vaticano – anche in quella veste è stato molto utile a spiegarmi come andavano le cose -, e quindi era lontano da me. Però, era una persona seria. I suoi libri li trovo meravigliosi, eccezionali. I suoi commenti eccellenti".
George W. H. Bush era "antireaganiano" e, una volta diventato Presidente degli Usa nel 1992, allontanò dal governo tutti i reaganiani.
Gianni Agnelli era "un uomo molto raffinato e anche molto cinico. Lavorava per le sue cause, però era un vero uomo occidentale". Era spesso ospite dello Scià di Persia e "partecipava alle famose orge che si tenevano" sull'isola di Kish, che Reza Pahlavi "riempiva di belle ragazze parigine e di altri Paesi".
Antonio Di Pietro, all'epoca di Mani Pulite, fu ospite a cena a casa Ledeen: "Era divertente – ricorda l'analista – perché lui dopo un po' cominciò a sentirsi davvero a proprio agio. Si tolse la giacca, poi la cravatta, si arrotolò le maniche della camicia e persino l'orlo dei pantaloni". Poi, afferrò una bottiglia di grappa e "si riempì generosamente il bicchiere". L'impressione suscitata dal pm (un "uomo senza cultura"), quindi, fu poco confortante: "Non mi è piaciuto né quello che stava facendo né l'uomo".
Gianfranco Fini era "una persona simpatica, colta, con una certa sua eleganza personale". Tuttavia, rompendo con Berlusconi nel 2010, "ha sbagliato. La vedevo così: Fini alleato era forte, Fini da solo no. Non credevo che avesse un seguito. E infatti, non l'ha avuto".
Riguardo alle guerre americane degli ultimi vent'anni, Ledeen ritiene sbagliati "luogo e metodo. Luogo, in quanto non dovevamo iniziare con l'Iraq ma con l'Iran; metodo, perché non dovevamo mandare le truppe ma appoggiare i dissidenti all'interno della società iraniana, per far cadere senza violenza il regime".
Un Governo come quello di Washington – spiega ancora l'analista – "deve mandare i giovani all'estero, in quasi tutti i Paesi del mondo. E questi ragazzi, dopo la laurea, devono inserirsi nella società, un po' come ho fatto io e, se tutto va bene, devono arrivare a conoscere il ceto politico. Queste situazioni non sono poi molto rare. È importante per un Governo americano poter parlare con un primo ministro italiano se il Dipartimento di Stato non vi riesce attraverso i canali formali".
Nel 2005, Ledeen venne invitato a partecipare all'incontro del Bilderberg in Germania "per parlare dell'Iran. Era un albergo di gran lusso, si mangiava molto bene. Tanta gente molto importante; o meglio, erano tutti convinti di essere estremamente importanti, tutti quanti. Ho detto ciò che avevo da dire sull'Iran, quello che potete trovare in tutti i miei libri e articoli. Fu la prima e l'ultima volta. Non mi hanno più voluto". Queste riunioni sono "una grandissima perdita di tempo", "di una noia totale", in cui si incontra "la solita rete di gente che si considera molto importante", "tutta gente che chiacchiera. Sono solamente una sorta di Super Rotary, che costa molto di più". Lo stesso vale per la Trilaterale e l'Aspen.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, l'Italia è "diventata di colpo periferica". Inoltre, "molti intellettuali americani volevano i postcomunisti italiani al potere. Avevano sempre creduto che i comunisti al potere fossero una cosa buona per l'Italia, e ora non c'erano più i vincoli del sistema bipolare a impedirlo".
L'Italia "deve stare attenta a quel che vuole la Germania. Più l'Italia si indebolisce e più si dovrà soddisfare i desideri dei tedeschi e dei francesi".
"Il problema di essere alleato degli Stati Uniti – aggiunge Ledeen – è che non sai mai quando gli americani ti pugnaleranno alla schiena".
L'unico partito italiano che il politologo – che nega di essere un "neocon" e si dice orgogliosamente "centrista", "un noioso centrista" - avrebbe votato "volentieri è il Partito radicale. Il Partito radicale che conosco", quello di Marco Pannella ("un personaggio interessante") ed Emma Bonino ("una donna intelligente, una professionista, mi piace. È amica delle buone cause"). |